44•capitolo -Pur di stare con lei-

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Beatriz

Lo vedo uscire e il mio cuore perde un battito, gli occhi mi si annebbiano a causa delle lacrime e guardo in direzione di Ana che invece sta osservando Roman che se ne va via. È soddisfatta, ma io no. Non ce la faccio a reggere. Quando si accorge dei miei occhi, mima un: "non farlo" con la bocca, per impedirmi di fare quello che sto desiderando. Ma non le do ascolto, lascio Airton da solo e corro da lui, lo inseguo. Lo trovo parecchi metri più avanti, sta camminando nervoso, ha le spalle irrigidite. Lo affianco e solo dopo pochi secondi si accorge di me.

«Ah, sei tu!» dice, digrignando i denti. «Non sentirai freddo qui fuori, bocconcino. Dai, magari ad Airton dispiace non vederti. Entra!»

«Non voglio stare con lui» chiarisco, ci provo almeno a fargli comprendere che voglio stare con lui visto che si ostina a pensare che non è così. Ma lo è.

«Non sembrava mentre ti facevi palpare il culo poco fa»

Continua a camminare, a non guardarmi, come se il solo vedermi gli desse fastidio.

«Non dovresti essere geloso visto che hai detto che non ti importa più di me!» si immobilizza, poi riprende a camminare come una furia.

«Non mi dà fastidio, almeno lui è della tua età. Hai fatto progressi, bocconcino!»

«Sei ingiusto!» una lacrima traditrice scappa via dai miei occhi senza che riesca a fermarla. Lui stavolta si blocca, mi guarda con gli occhi arrossati e digrigna i denti.

«Io sarei ingiusto?» sbotta, «Beatriz, sembra che qui il bastardo sia io, ma non sono stato io a baciarmi l'ex.»
Apro bocca ma la richiudo subito senza la possibilità di rispondere.
«Non mi interessano le tue giustificazioni, non mi interessa se dici che non ti frega niente di lui. A me interessano i fatti e i fatti sono questi. Vuoi negarlo?» apro ancora la bocca per rispondere, ma lui ormai non capisce più niente. Parla senza fermarsi. «Me ne sono andato a Parigi per starti lontano, ho provato a scoparmi quante più ragazze possibili, ma vedi... Non riesco più a toccare nessuna che non sia tu. Contenta? Vedi come mi hai ridotto? Ma mi passerà, ci spero almeno. Però io non le ho toccate, tu puoi dire la stessa cosa?»

«Roman» una di quelle lacrime che escono sono di sollievo nel comprendere che non è stato con nessun'altra. «Come faccio a farti capire che è stato solo un bacio e che non ho neppure ricambiato?»

«Non puoi» alza il tono di voce, «perché non ti credo più!»

Se ne va via, lasciandomi in balia dei miei stessi sentimenti. Quando torno a casa, spero con tutta me stessa che mi stia aspettando, ma così non è. Ciononostante, sono io ad andare in camera sua, senza bussare entro e lui è ancora sveglio. Sobbalza non appena si accorge di me e sbuffa tutta l'aria che ha in corpo.

«Ancora tu?»

«Ancora io» replico, «domani ce ne andremo» gli comunico, visto che sicuramente non ne sa niente. Lui alza gli occhi di scatto e aggrotta le sopracciglia.

«Che vuol dire che ve ne andrete?»

«Mia madre» Lecco le labbra per inumidirle, «ha deciso di tornare con mio padre, i nostri genitori si stanno lasciando. Non abbiamo alcun motivo di condividere lo stesso spazio, così... sarà più facile per tutti. Volevo solo che sapessi che, anche se non mi credi, io...» tento di dire, ma la voce mi cede e il cuore sprofonda nella verità che ormai so da un pezzo.

«Tu?» mi incalza Roman.

«Sono innamorata di te, Roman» confesso per la prima volta, lui prende un grosso respiro che poi rilascia e si propaga nella stanza. «So che non mi credi e che pensi che lo dica per tenerti accanto a me, ma non l'ho mai provato prima un simile sentimento e sono sicura che sia così. Ti amo. Buonanotte, Roman, dormi bene!» me ne vado via, sperando con tutta me stessa che mi segua e che mi dica anche lui prova lo stesso per me, ma non lo fa. Mi lascia sola.

Afterglow (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora