Yoongi - domenica 10 aprile 2022
Siamo appena arrivati alla villa dei Mondino, dicono di essere uomini d'affari. Non mi fido di loro, parlano troppo, sembra strano che Namjoon abbia deciso di incontrarli, lui di solito è molto preciso, sta architettando qualcosa, vorrà trarre vantaggio da loro, come ha sempre fatto nel corso di questi anni...Il mio fratellino è proprio bravo ad approfittare di situazioni di questo genere.
Questi napoletani già mi stanno sulle palle, si prendono troppe libertà, non credo abbiano capito noi chi siamo, Taehyung mi ha guardato e ha sorriso, capendo al volo il mio stato d'animo. Bastardo, sa che non deve sfottere davanti agli estranei.
Ci fanno accomodare su una terrazza che si affaccia su una bellissima piantagione di limoni che rendono l'aria profumata di agrumi, mi godo l'aroma agrumato e il panorama del mare all'orizzonte. Potrei scrivere una sinfonia solo sulle bellezze che offre questa città.
Ci disponiamo in ordine di importanza. Namjoon, l'unico seduto, io in piedi alla sua destra, alla mia destra Jimin, e Taehyung alla sinistra di Nam, anzi del Sig. Kim. Una piramide, una gerarchia con una strategia ben collaudata.
L'italiano, Giuseppe Mondino comincia a parlare, come pensavo vuole la Shaboo.
"Sig. Kim, è un piacere per me fare affari con lei, sono sicuro che instaureremo una bella collaborazione, lei mi farà arrivare la droga dal suo paese e io penserò a spargerla nelle nostre strade. Possiamo venderla a 400 € al grammo. Dico che una divisione del 50% sia più che sufficiente, anzi penso sia un'ottima offerta." Davvero? Il 50%? Spero vivamente che questo stronzo stia scherzando.
"Giuseppe, posso chiamarti Giuseppe?" dice Nam senza aspettarsi una risposta, continua "Mio caro Giuseppe, io sono venuto qui con la mia famiglia per ascoltare la tua proposta. Ma a questo punto penso di aver fatto male, non ho mai detto che avrei accettato la tua offerta, che personalmente trovo ridicola, il 50% non lo avrei accettato nemmeno se ti fossi occupato di tutto tu. Parliamoci chiaramente, voglio l'80% del ricavato, altrimenti non se ne fa niente", conclude serio il mio capo.
L'italiano insiste, ma chi si crede di essere? "Namjoon, posso chiamarti Namjoon?"
"NO" lo interrompe Nam, versione Boss della Gangpeh. Sempre sul pezzo il mio fratellino, dentro di me sorrido pensando al suo carisma. "Sig. Kim, l'80% è troppo, forse non mi sono spiegato bene, l'Europa è mia! E se lei vuole vendere qui si deve accontentare del 50%, perchè qui comando io!"
"Forse sono io che non mi sono spiegato bene, Giuseppe. La shaboo è il mio campo, ho tantissimi trafficanti che vogliono fare affari con me, non ho bisogno di te... E dato che non mi piace perdere tempo adesso io e la mia famiglia ce ne andiamo, ci sarà qualcun'altro che trarrà vantaggio dalla possibilità che tu stupidamente hai rifiutato."
Un sorriso arrogante si apre sulle labbra di Namjoon, sa di aver fatto incazzare il padrone di casa, e sa anche che sarà attaccato, ma ci siamo noi a coprirgli le spalle.
Infatti, un ragazzo, che avrà avuto all'incirca 25 anni, sia qualche passo avanti sguainando la sua pistola, una semiautomatica calibro 6,35, senza silenziatore, che animale... E' lento come un bradipo, in un'attimo vado a protezione di Namjoon, impugnando i miei Pugnali Damascus Karambit, forgiati a mano con impugnatura nera e lama marmorizzata e estremamente affilati, li punto alla gola del ragazzo e con un movimento secco con le braccia incrociate gli taglio la gola in entrambe le direzioni, lacerando la trachea e provocando un copioso fiotto di sangue.
Il corpo ormai senza vita di quel tipo crolla a terra, Giuseppe guarda prima me e poi Nam, noi sorridiamo. Mentre pulisco le mie preziosissime lame dal sangue di quel reietto, ascolto Namjoon che conferma con voce seria "80%, affare fatto?" e Giuseppe Mondino, con voce titubante risponde "affare fatto, Sig. Kim.".
Sorrido, abbiamo piegato un boss della camorra italiana, e la cosa più bella è che nella voce aveva una nota di terrore, e questo mi eccita...
"Ah Giuseppe" si ferma Namjoon mentre stavamo andando via "non voglio che la shaboo venga venduta a donne o ragazzini, mi sono spiegato? Altrimenti questo è solo l'antipasto..." indicando il corpo riverso senza vita sul pavimento della terrazza.
"Chi era quel tipo che hai ucciso?" mi chiede divertito Tae entrando in macchina "Non ne ho idea, forse il nipote..." rispondo vago, non so chi era quel tipo, io stavo difendendo la mia famiglia. "Grazie Yoongi, mi hai coperto le spalle, di nuovo" ringrazia Nam sorridendo e mostrando le sue fossette "Non l'ho fatto per te... Lo sai, il rumore degli spari mi da fastidio" rispondo prendendolo in giro, infatti scoppiamo tutti e 4 in una sonora risata.
E' vero , per me le pistole sono armi da barbari, i pugnali sono più precisi, eleganti. i pugnali sono come i tasti di un pianoforte, decido io quanto deve essere acuta o grave la nota , lo stesso succede con le ferite inflitte dalle lame. Inutile dire che con la seconda opzione la mia melodia preferita sono i gemiti di dolore del moribondo, quando le sue arterie recise inondandoi miei abiti e le mie mani di quel liquido scarlatto...
Come l'ultima composizione di Mozart, il suo Requiem.

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Bulletproof
Fiksi PenggemarDopo anni in cui sono stati ritrovati corpi senza vita nelle campagne di Seoul, il capitano dell'Interpol Kim Seokjin, aveva trovato una pista. Tutte le persone trovate uccise avevano un qualche legame con la famiglia Kim, quegli uomini erano dei...