Namjoon - Mercoledì 27 aprile 2022
Sono con Angela alla D.I.A, abbiamo appena dato in consegna Marina Russo alla polizia penitenziaria. La porta dell'ufficio della detective si chiude, lei mi guarda, appoggiandosi di schiena contro la sua scrivania "Come procederai adesso, Namjoon?" mi chiede con un sorriso incoraggiante, rimango ipnotizzato dai suoi splendidi occhi azzurri che sfumano nel verde, riescono a mettermi in imbarazzo, abbasso lo sguardo per evitare quelle perle dal colore del mare "Il mio lavoro qui è finito ormai, devo proteggere i miei fratelli e mantenere il patto con Jin, tornerò in Corea del sud e sconterò tutti i reati della quale è accusata la mia famiglia, anche se l'unica cosa che vorrei adesso una sigaretta..." le rispondo, la donna prende la sua borsa, ne tira fuori un pacchetto e ne estrae due, porgendomi una sigaretta, la metto subito tra le labbra e aspetto che mi dia l'accendino, Angi invece si premura di accendere entrambe e, dopo un primo tiro, mi guarda sorridente "Sei troppo buono Nam, me ne sono accorta in questi giorni, rimanendo sempre a contatto con voi Kim, tu ti preoccupi per tutti, ti ammiro, davvero. Se tu restassi in Italia grazie alla collaborazione che hai avuto con noi avresti tutte le attenuanti e dovresti scontare solo gli arresti domiciliari per qualche mese, perchè non ci pensi?" Mi propone la detective, è allettante ma non posso accettarlo "Angi, mi dispiace ma non posso farlo. Ho fatto delle cose terribili in questi anni, ed è giusto che io paghi. L'accordo con Jin è chiaro, alla fine dell'operazione mi sarei costituito, i miei fratelli meritano una vita serena e migliore di quella che gli ho fatto vivere in questi anni. Non voglio che siano costretti a sopportare la mia vergogna, sopratutto adesso che due di loro sono riusciti a trovare l'amore, voglio che tutti possano vivere a pieno la propria vita." concludo.
La riccia mi ascolta comprensiva, il fumo della sigaretta lascia le sue labbra in un modo maledettamente sexy, oltre alla sigaretta che si sta consumando tra le mie labbra, ho un altro desiderio, più viscerale, sbagliato, inopportuno. Angi spegne il mozzicone della sigaretta del posacenere alla sua destra, mi avvicino a lei per fare lo stesso nel momento in cui lei si raccoglie i lunghi capelli, ravviva i suoi ricci e li sposta sulla spalla sinistra lasciando scoperto il suo collo e la scollatura a v della camicetta azzurra. Mi sento inebriato dal suo profumo, floreale e fruttato, un profumo di cambiamento. Sono attratto da lei, voglio giocarmi il tutto e per tutto "Angi, sono un condannato, ai condannati si concede ancora l'ultimo desiderio?" le sussurro all'orecchio con voce roca, vedo la sua pelle percorsa dai brividi al contatto con il mio respiro "Si.." mi risponde, l'afferro per i fianchi "Allora concediti a me, sii tu il mio ultimo desiderio" senza dargli il tempo di rispondere mi avvento sulle sue labbra, il retrogusto amaro della sigaretta è prepotente, ricambia il mio bacio con passione, schiudendosi come un fiore che non vedeva l'ora di essere raccolto, senza la minima dolcezza salgo a stringerle i seni, scendo a toccare i suoi fianchi morbidi, fino ai pantaloni neri eleganti che indossa, il suo culo sodo adesso è tra le mie mani, coperto dalla stoffa nera... Sempre più eccitato dall'idea di sentirla mia. La sento sospirare contro la mia bocca, mi stingo a lei facendole sentire la grandezza del mio desiderio, la sento fermarsi, mi guarda con quei grandi occhi azzurri, rivolgendo il suo sguardo stupito ai miei pantaloni "Non hai ancora visto niente..." le dico con voce roca e un sorriso saccente, consapevole dell'effetto che faccio alle donne, porto di nuovo le mani sulla camicetta che strappo senza esitazione, ed eccola qui, bella, formosa, magnetica... Continuo a spogliarla godendomi ogni centimetro della sua pelle candida. E' nuda finalmente, la mia erezione è quasi al massimo della sua potenza, prendo la sua mano esile e la porto alla mia cintura "Spogliami" le ordino, non sono gentile, non voglio esserlo. La mora mi spoglia, sono completamente nudo, mi siedo su una delle poltrone nere del suo ufficio, "Vieni qui" è il boss che parla, Angi non deve far altro che obbedire, la faccio sedere su di me, mettendo in contatto le nostre intimità e scatenando entrambi brividi di piacere, la bacio avidamente, sprofondando le dita tra i suoi capelli, la sento bagnarsi sempre di più, senza avvisarla entro in lei in un colpo solo, provocando un'urlo strozzato della donna "Cosa c'è?" chiedo da bravo bastardo, come se non lo sapessi, senza però fermarmi "E' troppo grande, mi hai fatto male." sorrido consapevole "Tranquilla tesoro, ti ci abituerai... Adesso voglio vederti cavalcare." Angela, con un leggero timore, inizia lentamente a muoversi su di me, sono in paradiso il suo calore che mi avvolge è fantastico, dopo poco aumenta il ritmo rendendolo più sostenuto, i capelli ricci seguono i suoi movimenti, tiro su la schiena, cerca la sua bocca e comincio a morderle le labbra, il collo, la spalla, lasciandogli i segni del mio passaggio, con la mano mano destra gli stuzzico i capezzoli già sensibili, la mano sinistra impegnata a tirare quei lunghi riccioli bruni, la stanza rimbomba solo del nostri gemiti, che col passare diventano sempre più forti. Il primo orgasmo la travolge improvvisamente, esco da lei, ma non ho ancora finito, prendo i resti della sua camicetta e le copro gli occhi, la mia cintura a legarle i polsi, ora è alla mia mercé... La appoggio scrivaniae tenendole i polsi dietro la schiena la posiziono di spalle, "Cerca di non urlare, piccola... Adesso potresti sentire un pò di dolore." La mia erezione è sempre più prepotente, entro in lei e mi ritrovo di nuovo avvolto dal calore del so corpo, perle di sudore le illuminano la schiena, la sento urlare "Nam, è toppo.. sei troppo.." un sorriso sinistro mi si dipinge in volto mentre mi abbasso per sussurarle all'orecchio "Rilassati, ti piacerà.", dopo un paio di spinte, i suoi piccoli lamenti si trasformano in gemiti di piacere, sempre più eccitati, strattono leggermente la cintura per farle inarcare ancora di più la schiena e tenere un ritmo più serrato, guardo la sua schiena, il suo culo così invitante... Non voglio controllarmi, non stavolta, in fondo sono io che comando, le schiaffeggio il culo, lasciando una bella impronta rossa, Angi è in preda all'ennesimo orgasmo, anche io sto per venire, ma se questa è la mia ultima scopata almeno voglio farmela per bene, esca dalla sua intimità per andare a penetrarla dietro, "Oh Namjoon, mi farai male... Fai piano, ti prego" sento la donna soddisfatta, ma io non lo sono ancora del tutto, "Sta tranquilla, all'inizio farò piano.", tranquillizzandola entro il lei, il tempo scorre, quando mi accorgo che il piacere ha preso il posto della paura allora aumento la velocità. "Dio mio Angi..." Sospiro sempre più forte, la donna continua a gemere, ma voglio sentirla di più, con le dita della mano destra mi dedico a penetrare di nuovo anche la sua intimità, ed ecco che la sento finalmente piena di me "Nam, si, ancora ti prego.." mi prega, lascio temporaneamente la cintura per strapparle la benda dagli occhi, voglio vedere quelle pozze di mare mentre grida il mio nome, "Guardami e ridillo" le ordino mentre velocizzo il ritmo, lei mi guarda negli occhi "Si Nam, si... Ancora, dai!" urla di nuovo. Tocchiamo l'apice nello stesso momento, io mi riverso in lei che adesso è stremata e soddisfatta, ancora coi polsi legati, appoggiata alla sua scrivania bianca.
"Ti ho fatto molto male?" le chiedo seriamente preoccupato "All'inizio si, ma ne è valsa la pena, mi sento così piena, anche se adesso mi fa male ovunque." ride la detective. Ci rivestiamo, per fortuna ha un cambio di vestiti qui in ufficio altrimenti sarebbe dovuta tornare a casa mezza nuda. "Grazie per la bella serata, e per la collaborazione che abbiamo avuto in questi giorni. Penso che in questi giorni tornerò a Seoul, è stato un piacere conoscerti, anche se avrei preferito circostanze diverse" le porgo la mano salutandola, ma Angi fa una cosa che mi stupisce, mi si avvicina e mi lascia un dolce bacio e, guardandomi con i suoi splendidi occhi, mi risponde "Semmai tu volessi tornare in Italia, ricordati che c'è sempre un posto per te e i tuoi fratelli qui... A presto Namjoon."
Lascio la D.I.A. con impresso quello che mi ha detto Angi nella mente, mi piacerebbe restare a Napoli, ma non posso...

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Bulletproof
Fiksi PenggemarDopo anni in cui sono stati ritrovati corpi senza vita nelle campagne di Seoul, il capitano dell'Interpol Kim Seokjin, aveva trovato una pista. Tutte le persone trovate uccise avevano un qualche legame con la famiglia Kim, quegli uomini erano dei...