Jin - Venerdì 15 aprile 2022
Ho chiamato Valentina, gli ho detto che devo parlargli urgentemente, ci siamo dati appuntamento in ufficio. Arrivo alla D.I.A., è deserto, non c'è nessuno, solo le guardie all'entrata. Sono le 6.00 del mattino, alle 10.00 inizierà la missione, ho poco tempo per convincerla a tenere Jungkook fuori da questa storia. Valentina mi aspetta come sempre nel suo ufficio, vado subito da lei, sono furioso, come ha potuto appoggiare l'idea di Jk e lasciargli carta bianca? E' un suicidio. Spalanco la porta con forza, "Ti prego di non sfondarmi la porta, calmati e dimmi perchè mi hai fatta venire qui a quest'ora" cerco di calmarmi prendendo un respiro profondo, la guardo, noto che ha cambiato colore di capelli, adesso ha dei riflessi viola che le stanno davvero bene, oggi è anche vestita diversamente, ha una gonna grigia chiara che le fascia le gambe in modo perfetto, le arriva quasi alle ginocchia, e una camicia nera trasparente. A questo punto non so se sono ancora arrabbiato, continuo a fissarla in silenzio, "Allora? Hai finito di farmi la radiografia e mi dici perchè siamo qui?", mi ricordo di Jungkook, la rabbia monta nuovamente dentro di me "Perchè hai dato a Jungkook l'approvazione per partecipare alla missione?" gli dico agitato, cercando di mantenere la calma,"Perchè ha avuto un'idea geniale, è un bravissimo agente e conosce i Kim meglio di noi italiani" risponde lei serafica in piedi dietro alla sua scrivania, sfogliando distrattamente dei documenti, "Vale mi prendi per il culo? Jungkook è troppo giovane per andare a suicidarsi in un operazione del genere!" urlo, ma la direttrice comincia ad ignorarmi, con un braccio svuoto la sua scrivania, lei mi guarda furiosa "Jin devi imparare a lasciar andare il tuo pupillo, Jungkook non è più un bambino, c'è un motivo se è diventato l'agente più giovane dell'Interpol." urla lei di rimando, poi continua più calma "Devi tenere separata la vita privata dal lavoro" conclude in un sospiro, oltrepassando la scrivania e appoggiandosi contro, in modo da guardarmi negli occhi. "E' così che la pensi?" comincio a sussurrare mentre mi avvicino a quel corpo perfetto, e continuo "Non mi sembrava che ti dispiacesse l'altro giorno... Com'è che dicevi? Ah, si, Jin si, Jin più forte, Jin dai continua..." concludo questa mia provocazione passandogli il mio labbro inferiore sul collo scoperto, provocandogli brividi di piacere.
Devo sfogare la mia rabbia, e nulla è meglio del sesso per questo. Sento un gemito strozzato lasciare le labbra della direttrice, mi eccita pensare che sta gemendo a causa mia. Non perdo altro tempo, la bacio con prepotenza, non c'è nulla se non la passione e la rabbia. Gli alzo la gonna, constatando con piacere l'assenza di calze, l'afferro per le natiche e con forza la appoggio sulla scrivania, voglio torturarla, comincio a giocare con lei. Gli lecco il collo fino all'incavo tra i seni, ahh.. questa camicia è di troppo, gliela strappo di dosso facendo saltare tutti i bottoni, riuscendo finalmente a rivedere quella 3° abbondante che mi piace tanto. Al mio tocco sul suo seno Valentina sospira di nuovo, tirando la testa all'indietro, gli tolgo il reggiseno di pizzo, anch'esso nero e libero le sue forme. E' bellissima, con quei capelli viola scombinati, gli occhiali, il corpo perfetto coperto solo in vita da quella gonna alzata e una culotte abbinata al reggiseno. Continuo a toccare ogni centimetro di questa donna, i seni sodi, i fianchi, le gambe nude... Ad ogni tocco si sentono i suoi gemiti. Poi scendo verso quelle culotte così invitanti, tocco la sua intimità e la sento bagnarsi sempre di più, nello stesso momento la mia erezione diventa sempre più dolorosa. Faccio sdraiare Valentina sulla scrivania, gli sfilo quell'inutile pezzo si pizzo e gli allargo le gambe, mentre mi godo lo spettacolo comincio a spogliarmi, libero il mio corpo dalla tuta che avevo indossato stamattina, ora sono completamente nudo davanti a lei.
Riprendo a toccarla, la direttrice continua a gemere, ma io voglio sentirla di più, decido di scendere a baciare e leccare il suo punto più sensibile, lei geme più forte, e il mio membro è sempre più duro e pronto per farla urlare, ma continuo questa dolce tortura, "Vale hai un sapore fantastico" sospiro senza tralasciare il mio passatempo. E' pronta all'orgasmo, mi fermo, la faccio alzare in piedi davanti a me e la faccio piegare in avanti, sulla scrivania, unica testimone di questa furia. Le entro dentro con tutta la mia virilità in un solo colpo, un urlo forte si libera dalle sue labbra carnose. Comincio a scoparla ad un ritmo sostenuto, ma voglio sentirla urlare il mio nome, le afferro i lunghi capelli, ormai viola, senza farle male, e le sussurro all'orecchio "Come mi chiamo?" e Valentina risponde di riflesso "Jin" un suono spezzato dai forti gemiti che le provoco, "Solo Jin? Sai cosa devi dire... Ti piace?" continuo con voce roca, sono un bastardo, lo so, "Si Jin!" risponde, "Ancora" continuo io "Si Jin!", soddisfatta geme di nuovo ricevendo il suo 5° orgasmo. Ora tocca a me, sento il calore invadere il mio corpo, gli tengo il fianco sinistro, e con le ultime poderose spinte vengo anche io.
Stanchi ma soddisfatti ridiamo della situazione che si è creata, ma quando controllo l'orologio, ancora ansimante, "Cazzo, sono quasi le 9.15." , non c'è tempo per le coccole, dobbiamo farci una doccia e cambiarci, Valentina è già andata negli spogliatoi femminili. Tra meno di un'ora incontreremo la famiglia Kim. Che la guerra abbia inizio, finalmente.

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Bulletproof
FanfictionDopo anni in cui sono stati ritrovati corpi senza vita nelle campagne di Seoul, il capitano dell'Interpol Kim Seokjin, aveva trovato una pista. Tutte le persone trovate uccise avevano un qualche legame con la famiglia Kim, quegli uomini erano dei...