Capitolo 34

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Paolo

Ognuno di noi conosce i propri compiti, non possiamo fallire.

Elena dovrà recitare la parte della serva della padrona anche se non lo vuole. Camilla quello della venduta disposta a tutto pur di uscire da lì parlando il meno possibile, perché non dovrà tradire il bluff che sto per mettere in atto. Chiara invece mi fornirà l'aiuto che gli hanno dato i tre direttori di filiale fornendole i numeri di telefono che mi serviranno per inchiodarla alla sedia.

La sconfitta oggi non è contemplata ed io sarò il protagonista assoluto.

Svoltiamo l'ultimo angolo diretti nell'ufficio della strega, tenendo Elena in braccio ancora purtroppo nuda e sudicia perché così deve presentarsi per non destare sospetto, mentre Camilla mi segue con i trolley, quando con mio stupore scorgo due energumeni vestiti di nero fuori dalla sua porta.

La cosa non mi piace per niente, ma niente posso fare per toglierli di mezzo.

Uno è rasato con degli avambracci davvero impressionanti, vestito con una felpa nera con scritto security in bianco.

L'altro invece è addirittura più alto del primo e ha il viso rovinato da diverse cicatrici ed il naso schiacciato, come se glielo avessero rotto più volte e dai muscoli che ha sulle braccia a sua volta, mi fa comprendere di essere un ex pugile e non oso pensare a che fine abbiano fatto i suoi avversari.

La padrona di questo posto sa come tutelarsi penso e non sarà semplice uscire da qui tutti e tre ma, le carte che ho in mano dovrebbero bastare per farla desistere nei suoi intenti di tenersi Elena per sé.

I due mi guardano e io con un gesto del capo li saluto per non far vedere quanto mi intimoriscano, perché se dovesse chiamarli io non farei una bella fine.

Il primo mi apre la porta con un sorriso a denti stretti ed io non perdo tempo in inutili conciliaboli, stringendo più forte Elena al mio petto per rassicurarla o per rassicurare me stesso, anche perché per la prima volta in vita mia me la sto facendo sotto.

Entriamo tutti e tre e la padrona si alza dalla sedia, tutta sorridente, posta dietro alla scrivania e davanti al lettino dove ho trovato Elena ieri sera, mentre per noi non ci sono sedie, dovremmo rimanere in piedi e non me ne farei un problema se non fosse per i due dietro alla porta.

- Che piacere rivederla signor Paolo, mi spiace che debba andarsene così presto ma, purtroppo il suo destino oggi è avverso e non potrà farci nulla. Però vedo che c'è anche Camilla con lei, spero non intenda scambiarla con la sua sottomessa, perché non ci sarà nessuno scambio oggi.

Lei torna a sedersi accavallando le gambe, vestita con un lungo abito giallo ed una cintura nera in vita, mentre ai piedi ha un tacco nero, esagerato e molto costoso con la suola rossa. Sempre allegra e compiaciuta di vederci arrivare tutti e due puntuali assieme a Camilla.

- Io non intendo scambiarla non si preoccupi, lei verrà via con noi.

Rispondo serio parlando di Camilla, mentre Elena si divincola dalle mie braccia, come da programma, perché deve fingere di essere ancora sotto l'effetto del suo veleno.

La poso sul pavimento e a carponi gira attorno alla scrivania andando ad inginocchiarsi al fianco della strega che ne segue ogni movimento con interesse, apprezzando il lavoro che ha svolto su di lei, accarezzandole la testa compiaciuta quando arriva alla sua destra.

- Come ha dormito la mia lurida cagna stanotte?

Chiede spostando il suo interesse su di lei con sempre quel sorriso da prendere a schiaffi, mentre io vorrei saltare dall'altra parte della scrivania e staccarle la testa dal collo.

IL SOGNO DI UNA BAMBOLA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora