Capitolo 45

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Elena

Quando mi sveglio al mattino, sdraiata sulla moquette e coperta dal lenzuolo mi stiracchio guardando il soffitto con il capo sul cuscino.

Anche se ho dormito per terra non ho riposato male. Sposto lo sguardo verso destra e trovo già gli occhi di Chiara che mi scrutano ed io inspiegabilmente arrossisco.

- Hai dormito bene?

- Si padroncina.

Lei sorride, guarda l'ora sul suo polso che segna le sette del mattino e di nuovo torna a guardarmi.

- Perché mi guardi scimmietta? Invece di poltrire potresti prenderti cura dei miei piedini non pensi?

Mi stropiccio gli occhi e annuisco con il capo. Sposto il lenzuolo e mi metto a sedere, sentendo il bisogno impellente di andare in bagno.

- Posso andare un attimo in bagno padroncina?

- No scimmietta, prima ci vado io e poi ci andrai tu, io vengo sempre prima e tu vieni sempre dopo. Il problema è che a me non scappa quindi ti toccherà aspettare.

Deglutisco nervosamente. Ma io ho davvero bisogno di andare in bagno.

- Padroncina ho davvero bisogno di andare in bagno, la prego non mi faccia attendere.

Paolo si sveglia e dall'altra parte del letto lo sento mormorare.

- Ma lasciala andare in bagno amore, cosa ti costa?

Lei si mette seduta e guarda Paolo, ignorandomi.

- Per prima cosa è meglio se mettiamo in chiaro alcuni punti. Primo questa ragazza non può essere di entrambi o finiremo per litigare. Secondo, essendo una femmina io ritengo che sia giusto che appartenga a me che conosco maggiormente i suoi fabbisogni. Terzo se desideri che il nostro rapporto a tre funzioni, lei deve essere d'accordo e accettare di essere mia, altrimenti non la voglio con noi. Paolo si mette a sedere e mi guarda sospirante.

- Perché non può essere di entrambi?

- Perché finiremmo per litigare, io dico no e tu poi si. O viceversa. Quindi se lei è d'accordo io vorrei che accettasse la mia proposta.

- E se io ti dicessi che allora è meglio che rimanga unicamente mia, perché sono stato io a scoprire questo suo lato masochista. Tu cosa mi rispondi?

- Io a questo punto non lo accetterei perché non mi va di vivere sempre con il timore che voi due facciate sesso, mentre io non ci sono pugnalandomi alle spalle. Invece essendo mia e ordinandole di non provarci con te in mia assenza, lei mi dovrebbe obbedire, altrimenti la allontanerei da noi. Credo di essere stata chiara.

Paolo mi guarda e sbuffa soffiando l'aria dal naso e io spero con tutta me stessa che combatta per me, tenendomi con sé, perché io amo lui e non lei e se sono qui nuda in questa stanza senza possedere nulla è perché ho accettato di servirlo dando libero sfogo alle mie fantasie.

- Elena tu vuoi continuare ad essere la nostra schiava? Cioè vuoi continuare questo rapporto con noi? Mi chiede lui mentre io spero che non si dia per vinto e non ceda a lei, regalandomi come se fossi un oggetto o un giocattolo.

Io faccio si con la testa e con ancora il bisogno di andare in bagno che si fa sempre più urgente.

- Elena devi usare le parole non la testa come fanno i somari. Mi redarguisce lui e non posso che dargli ragione.

- Si voglio continuare ad essere la vostra schiava perché mi fa stare bene.

- Allora hai sentito cosa ha detto Chiara? Cosa ne pensi?

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