Elena
Mi sento scuotere, lentamente apro gli occhi e un dolore alla tempia si ridesta con me, tipo post sbornia.
Metto a fuoco e di fronte scorgo Sabrina che mi guarda con il volto preoccupato.
- Stai bene? Mi guardo attorno e mi accorgo di essere nella mia stanza, nella mia camera, illuminata dalla fioca luce che filtra dalle persiane, non del tutto chiuse, sdraiata sul mio letto e sotto alla soffice e calda coperta.
- Ho mal di testa, ma che ore sono? Rispondo cercando di mettermi seduta, sentendomi tutta acciaccata e dolorante in mezzo alle gambe, come se avessi corso una maratona.
- Sono le sette e mezza e la padrona ci vuole parlare, ci aspetta nel suo ufficio alle otto e poi potremmo andare a fare colazione. Che mi voglia vedere di primo mattino mi preoccupa.
- Sai cosa vuole? Chiedo mettendomi seduta con indosso la sottoveste nera, che come la vede Sabrina le brillano gli occhi.
- Boh... Comunque era di buon umore quando l'ho vista in bagno, quindi non preoccuparti e approposito, mi ha detto di darti questa, è un aspirina, immagino che ieri sera ci hai dato dentro di brutto. Esclama sorridente mentre io non mi faccio pregare e la ingoio subito, per alleviare il dolore alla testa più di quello in mezzo alle gambe.
Guardo sulla scrivania e ben piegati ci sono i miei vestiti, la mia uniforme da hostess e sopra a tutto una mutandina nuova e pulita ma, ciò che mi fa stare bene è un carica batterie per il mio telefono.
Mi alzo e scalza raggiungo il carica batterie sotto allo sguardo curioso della mia nuova amica. Lo afferro e fortunatamente è perfetto e senza aspettare un solo istante metto in carica il telefono e mi sembra di stare già meglio.
- Te l'ha portato ieri sera Sofia. Tu non c'eri e l'ha lasciato sulla scrivania. Però adesso vestiti che la padrona ci aspetta.
- Aspetta. Le dico sedendomi sul letto. Ieri sera la padrona mi ha drogata con il suo veleno, per quanto tempo mi droghera ancora? Per favore dimmelo. Lei sospira, ci è già passata.
- Per tutta la settimana, lentamente le calerà via via che passano i giorni e poi basta, almeno che non subentrano capricci o quant'altro.
- Perché? Chiedo, voglio sapere.
- Perché ieri tu hai rotto il ghiaccio, come lo chiama lei ma, eri sotto l'effetto del suo disinfettante, sempre come lo chiama lei. Ogni sera per tutta la settimana ti vedrai con Ignazio o Tommaso oppure Nicolò i bagnini della Spa. Finché non avrai più bisogno di essere spinta da lei e farai tutto da sola. Una settimana passa in fretta e poi tutto verrà spontaneo, lo è per tutte e inoltre non c'è nulla di male è anche divertente sedurre e conquistare un uomo. Però non farne parola con lei su quanto ti ho detto. Non lo prenderebbe bene.
La guardo e ad essere sincera ieri sera mi è piaciuto venire, anche se lei ha guardato per tutto il tempo invadendo il mio spazio.
- Non le dirò niente, sei fuori? Non sono mica scema. Però vorrei farmi una doccia prima, puzzo ancora di sesso e questo odore adesso mi fa rivoltare lo stomaco.
Lei annuisce e sorridente se ne va lasciandomi con i miei pensieri.
Ieri sera l'avrei sposata anche se non sono lesbica, oggi invece non so cosa dire. Mi sento cambiata profondamente, sento il bisogno di vederla e di capire fino a che punto le appartengo senza essere drogata.
Vado in bagno, mi faccio una doccia veloce con un bagnoschiuma che qualcuna ha dimenticato e poi mi vesto senza lavare i denti, perché non ho un maledetto spazzolino ne un dentifricio e nel giro di venti minuti sono già vestita della mia uniforme, trovando Sabrina in corridoio pronta ad attendermi.
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IL SOGNO DI UNA BAMBOLA
ChickLitElena diciannove anni insegue un desiderio, vuole seguire le orme del padre scomparso di recente. Diventare agente di commercio, girare tutto il paese e conoscere persone nuove. Paolo è il suo tutor colui che ha l'incarico di insegnarle il lavoro...