Capitolo 47

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ELENA

Linda e Anita, mamma e sorella di Paolo se ne rimangono giù da basso lasciandoci il tempo di sistemarci e io capisco che la camera dove loro dormiranno è la camera di Paolo, lo capisco perché lui non mi ha più rivolto la parola, come se fosse arrabbiato con me, la camera dove ha sempre dormito, la camera che cela ogni suo ricordo e dove ha vissuto la sua infanzia.

Io vorrei vederla vorrei entrarci ma non ho il coraggio, non sono stata invitata ad entrarci e mi fermo sullo stipite guardandola da lontano, osservando che non ha foto sui comodini che adornano il letto matrimoniale e soltanto due quadri uno alla sinistra e uno alla destra dell'unica finestra.

Il primo rappresenta un chitarrista di colore che non ho mai visto, che non so chi sia, con un cappello colorato e buffo mentre fuma uno spinello, probabilmente risalente agli anni settanta, mentre sull'altro c'è lo stemma di una squadra sportiva, bianca e verde dove leggo Dallas Maverics che non ho mai sentito e non credo sia una squadra di calcio, sicuramente non italiana ma americana, perché so che Dallas è in America. Dire dove precisamente quello non lo so e tutto ciò mi porta a pensare che probabilmente quei quadri siano ricordi che si porta dall'infanzia.

E dalla mia posizione riesco a vedere la porta del bagno e nulla più dove loro sono entrati, lasciando i loro bagagli sul letto, capendo che se volessi andare in quel bagno dovrei chiedere il permesso a loro. Quindi mi verrebbe più comodo fare le scale e andare giù da basso anche se ci metterei di più, ma probabilmente di meno.

Li vedo uscire e Chiara con lo sguardo rivolto verso il soffitto esclama.

- È tutto come me lo ricordavo. Ed io sono curiosa di vedere il bagno, vedere se c'è la vasca al posto della doccia, o come sono fatti i sanitari, giusto per togliermi lo sfizio di ficcanasare tra le sue cose.

Chiara si siede sul letto e mi viene un idea, per poter entrare e poter dare un occhiata da vicino alla sua stanza.

- Posso togliervi le scarpe padroncina?

Chiara mi guarda e sorridente mi fa cenno con l'indice di entrare ed io non me lo faccio ripetere entrando ed inginocchiandomi ai suoi piedi mentre Paolo mi ignora disfando la sua valigia.

Le sfilo la sinistra guardandomi attorno con la coda dell'occhio e con mia stupore vedo una chitarra appoggiata dietro all'armadio, chitarra moderna bianca con dei contorni che danno sul rosso come rosso è tutto il manico fino ad arrivare all'estremità. Quindi a Paolo piace suonare la chitarra immagino.

Le sfilo la destra e per poter rimanere con loro decido di essere servizievole come piace a me e alla mia padroncina.

Le accarezzo il piede destro e alzando lo sguardo verso di lei, osservando il borsone dove ha tutte le sue calzature nell'angolo davanti alla chitarra le chiedo.

- Padroncina cosa vuole che le prendo per girare per casa?

- Le tue infradito andranno più che bene mentre tu girerai scalza ok?

Faccio si con la testa e me le sfilo anche se mi da fastidio girare a piedi nudi per casa di gente che ancora non conosco.

- Va bene padroncina. Rispondo sfilandomi le infradito e posandole sul pavimento di gles porcellanato marrone, baciandole il dorso del piede guardando se Paolo mi sta osservando, ma lui invece mi evita e sarebbe giusto che anch'io facessi altrettanto.

Ma ciò mi irrita e quindi decido di sfidarlo diventando ancora più servizievole per vedere la sua reazione.

- Padroncina posso leccarle il dorso del piede? Lei sorride e mi guarda maliziosamente allungando la gamba verso di me, mettendomi il suo piede davanti alla faccia.

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