Il pomeriggio non arrivava più. Ancora abituata ai ritmi scolastici, Ginevra si svegliò verso le otto. Non riusciva a riprendere sonno nonostante la casa fosse molto silenziosa: i suoi genitori non erano molto rumorosi. Si alzò dopo un'ora di vani tentativi di riaddormentarsi e andò a fare colazione. Mangiò lentamente, aspettando che il tempo passasse. Ma era lento, troppo lento. Più guardava l'orologio, più si innervosiva per la lentezza con cui i secondi passavano.
Spese la mattina a disegnare per ammazzare il tempo. Ma anche quando lo finì, era ancora troppo presto.
Decise di prepararsi con molto anticipo. Scelse di indossare la sua maglietta preferita: una maglietta tie dye coloratissima con la scritta nera "happy" e un paio di pantaloncini. Si spruzzò un po' di deodorante e mise le scarpe.
Uscì di casa con un quarto d'ora d'anticipo, sicura che sarebbe arrivata prima di Jonathan. Il sole splendeva, scaldando Tarri quanto bastava per permetterle di indossare una maglietta a maniche corte, ma senza morire di caldo.
Mentre camminava verso il parco, si chiese se Jonathan sarebbe arrivato in anticipo o in ritardo. Ebbe la risposta che non si aspettava appena mise piede nel parco. Jonathan era lì, seduto su un'altalena, che l'aspettava. Ginevra rimase spiazzata per qualche secondo. Appena si accorse di lei, il ragazzo le rivolse un sorriso.
"Che ci fai lì?" chiese come se niente fosse.
Scosse la testa.
"Niente." rispose, e continuò a camminare verso l'amico.
Si sedette sull'altalena di fianco a lui. Si dondolò leggermente piegando e stendendo la gamba, mentre Jonathan restava fermo.
"Hai voglia di fare una passeggiata sulle colline dove abito io? Tranquilla, non è pericoloso." propose Jonathan.
"Va bene."
Presero la strada principale e si allontanarono dalla città. Le case diventavano sempre meno, lasciando spazio ad alberi rigogliosi e piante fiorite. Dopo qualche salita le case scomparvero del tutto e si ritrovarono in un bosco luminoso. Alcuni alberi erano fioriti, altri pieni di foglie di tutte le tonalità di verde.
Ginevra era stata pochissime volte sulle colline di Tarri e non ricordava niente, ma Jonathan sembrava conoscerne ogni particolare. Non parlavano molto, si limitavano a osservare le foglie che si muovevano per le corse di piccoli animali e per la brezza che si alzava dal mare, godendosi la tiepida temperatura.
"Qui ci andiamo sempre io e mio fratello Adrian." raccontò Jonathan per rompere il ghiaccio.
Ginevra si voltò verso di lui.
"Non sapevo che avessi un fratello." disse interessata.
Il ragazzo piegò le labbra all'insù e abbassò lo sguardo. Lei guardò il suo sorriso, e per poco non si sciolse: era davvero bello sotto la luce del sole che penetrava tra le foglie.
"Beh, ho un fratello minore che ha due anni in meno di me. A volte è fastidioso, ma gli voglio bene. Ora però non mi può dare fastidio perché deve studiare per gli esami si terza media. E tu?"
"Io sono figlia unica."
"Ah. Deve essere bellissimo."
"Sì, sei la preferita dei tuoi genitori, ma se non ci sono i tuoi amici, sei da solo."
"Ma non hai un fratello che ti ruba le cose e ti dà fastidio."
Ginevra staccò lo sguardo dall'amico per guardare davanti a sé.
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Tutto Normale
ParanormalCOMPLETA IN REVISIONE (LO SARÀ) Ginevra è triste come non mai: Erik, il suo ex fidanzato, l'ha appena mollata, lasciandola annegare in un oceano di dolore e insicurezze. Ma un misterioso ragazzo dai capelli corvini entrerà improvvisamente nella sua...