Capitolo 9

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Anna


Come promesso, Jack terminò l'autopsia in corso e si preparò ad accompagnare la giornalista in laboratorio da un suo amico artificiere ancora in debito di qualche favore. Toltosi cuffia e camice, si rivestì in tutta fretta per dirigersi verso la sala d'aspetto, dove le aveva consigliato di aspettarlo. Sperava che non stesse dando bottone a tutto il personale. Se lasciata sola, tendeva spesso a dare da parlare a chiunque per passare il tempo. Non era questo, però, a preoccuparlo, bensì il fatto che potessero giungerle all'orecchio notizie che avrebbe preferito rimanessero "private". Qualche sera prima, il giovane aveva sfogato le sue pene d'amore con un'eccellente bottiglia di Chardonnay e un pettegolo amico di vecchia data, il quale, sfortunatamente, lavorava con lui!

Una volta tanto, la sua buona stella aveva deciso di entrare in funzione, dato che Anna non sembrava essere reduce dal ricevere sconvolgenti notizie sulle pene d'amore di un medico legale!

"Mi chiedo a cosa sia dovuta la sua espressione, sembra quasi abbia visto un fantasma." Pensò lei, guardando l'amico avanzare con passo incerto verso di sé, cosa alquanto atipica, considerata la sua solita spavalderia.

Ehilà, qualche tuo amichetto ha pensato di uscire dalla sua confortevole cella frigorifera?» Domandò, scimmiottando la voce di un fantasma. Notò che al sentire la parola "amichetto", il medico si irrigidì come se avesse appena sbattuto il mignolo del piede con una gamba di qualche sedia infame, però, per stavolta, preferì soprassedere.

Una volta usciti, la giovane stava andando ad attendere che un taxi si fermasse, pensando, nel frattanto, di dover iniziare a prendere in considerazione l'idea di acquistare un'auto. Beh, forse con le sue finanze attuali il massimo che si sarebbe potuta permettere era un vecchio maggiolone con la marmitta ad emissione carbone! Va bene, si sarebbe accontentata, tutto pur di non dover passare la sua esistenza nell'attesa e nella speranza che un taxi si fermasse e che qualcuno non le soffiasse il posto!

Durante queste sue importantissime elucubrazioni, però, Jack la raggiunse con la sua lucidissima, velocissima, nonché costosissima, almeno per lei, Alfa Romeo! Non avrebbe saputo indicare il modello perché non si intendeva un granché di auto, ad ogni modo, era comunque fantastica! Ridestatasi dal suo sogno ad occhi aperti, la ragazza si chiese perché Jack fosse lì, dato che lei gli aveva solamente chiesto di parlare col suo amico e di dirgli che la mandava lui; al resto, avrebbe provveduto lei.

Dato che la ragazza sembrava avesse messo radici in quel dannatissimo punto, il medico suonò il clacson per farle capire che la coda di autisti inferociti che si stava formando dietro di lui erano sul punto di salirgli sul tettuccio, cosa che lo avrebbe turbato non poco!

Senza troppe formalità, Anna si decise finalmente a salire su e i due sfrecciarono in direzione del laboratorio.

«Ti ringrazio, ma avrei potuto andare da sola. Non vorrei sottrarti tempo prezioso.»

«Non c'è problema. Oggi pomeriggio dovrò passare in laboratorio per controllare i progressi di alcuni esperimenti e poi si terrà solo un'autopsia. Pura formalità considerata la scheda clinica del paziente, ma la moglie è convinta che il cognato l'abbia avvelenato. Crede che ce l'avesse ancora con lui perché da ragazzini lei era la sua fidanzata, ma poi, innamoratasi del defunto marito, l'abbia lasciato in tronco. In tutto ciò, l'uomo sembra molto addolorato e, poi, un paio di anni dopo si è sposato con un'altra donna e ora conducono una felice vita matrimoniale. Sì, insomma, come puoi vedere anche nel mio lavoro se ne vedono delle belle.» Disse l'amico, lasciando sbigottita la passeggera.

«E questo non è niente! Ti ho mai raccontato la storia della moglie e dell'amante che si litigavano gli spermatozoi congelati di lui... Ah, siamo arrivati, te la racconterò un'altra volta.»

«Ma no, sembrava davvero divertente. A casa voglio saperla, anzi, potrai far fare due risate anche a quell'altro musone. Forse sarebbe ora che trovaste il modo di andare un po' più d'accordo, visto e considerato che nessuno dei due pensa di levare presto le tende dal mio modesto appartamentino. E dire che vivete entrambi in appartamenti che saranno almeno il quadruplo del mio.»

«Che razza di domande, l'unico motivo per cui ancora non sono tornato in pianta stabile a casa mia è...»

Anna pensò che stesse per dire qualcosa di molto importante che l'avrebbe confusa ulteriormente, considerata la già ambigua situazione con Nick, ma, ecco arrivare un salvatore proprio al momento giusto. La situazione tra i tre era particolare, ma sapeva che comunque fosse andata, non li avrebbe persi come amici, perlomeno, voleva crederci con tutte le forze. In ogni caso, le turbe amorose potevano attendere, adesso doveva concentrarsi sul suo piano per risolvere il caso!

«Ehi salve Jack, è da un po' che non ci si vede. Sinceramente, credevo fossi tornato sul campo...» Stava dicendo l'amico, James, il quale non aveva ancora notato la presenza di Anna. La dieta stava facendo proprio effetto se la gente arrivava addirittura a non vederla, pensò la ragazza ridendo tra sé e sé. In qualche modo, doveva pur smorzare la tensione!

«Che maleducato, mi devi scusare, ma era da tantissimo tempo che non vedevo questo ragazzone. A proposito, non mi avevi detto di esserti messo con una ragazza così bella...» Stava nuovamente dicendo, salvo venire prontamente interrotto dal medico.

«Non te l'ho detto perché non stiamo insieme, al momento, cioè, sì, siamo grandi amici. Anna, questo è il mio vecchio e imbarazzante amico James Radwig.»

«O wow, così tu sei Anna, finalmente ti conosco. Sai? Jack mi ha parlato così tanto di te che ormai mi sembra di conoscerti.» Ci mancò poco che questa volta il biondo non lo prendesse per il collo! Ad Anna venne da ridere.

«Piacere mio. Jack, ti spiacerebbe lasciarlo tutto intero? Come sai ci servirebbe il suo aiuto per la faccenda dell'esplosivo.»

«Sì, mi ha accennato al telefono. Tecnicamente, non potrei parlarne con una giornalista, ma Jack mi ha salvato il culo più volte di quante il mio orgoglio voglia ammettere, perciò, ti ho fatto una fotocopia dei dati sulla bomba, spero possano esservi utili. Mi ha detto che posso fidarmi di te, perciò io lo sto facendo, ma se qualcuno viene a sapere che ho passato dei dati riservati, potrei passare dei grossi guai.»

«Tranquillo, ti ringrazio davvero tantissimo. Te la farò riavere al più presto, vorrei solo capire se ci possa essere qualcosa per incastrare il burattinaio dietro tutto questo. La moglie del mio capo, una bravissima donna è quasi morta, un'altra persona a me cara ha sofferto moltissimo a causa sua, per non parlare di tutte le persone che sono rimaste coinvolte pagando con la vita. Devo seguire ogni pista possibile.»

«Ma certo. Collaborando tutti insieme, ce la faremo.» La sostenne Jack, con il benestare di James.

«Ti ringrazio ancora.»

«Figurati, voglio prendere quanto voi la persona responsabile di così tanto dolore. Nel caso ci fossero novità nelle indagini, vi terrò aggiornati.»

«D'accordo, allora a presto e ancora grazie.»

Dopo di ciò, i due ragazzi ritornarono verso la macchina, ma dall'altro lato della strada, una donna nell'ombra si stava preparando ad affilare le unghie, probabilmente su una giornalista tutto pepe.

Un crimine in agguato per un cuore innamoratoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora