Capitolo 39

17 3 2
                                    

Special Anna

Le due donne non riuscivano a credere ai propri occhi, seppur per motivi differenti. L'oggetto del loro interesse era ridotto maluccio, piuttosto malconcio. Ciononostante, sangue e sporcizia non riuscivano a celare quel suo fascino particolare. Prima che Anna potesse anche solo aprire la bocca, la compagna di cella la precedette.

«Si può sapere per quale diavolo di motivo sei qui? Sei stato tanto stupido da farti prendere? È forse per questo che ti pago così profumatamente?» Chiese imbestialita la giovane, afferrandolo per il colletto sporco della camicia. Anna non riusciva a capire le parole della rivale, ma non le ci volle poi molto per fare due più due.

«Un momento. Tu lavori per lei?» Domandò lei, scioccata. Perciò è stata lei a mandarti da me e a portarmi via il campione di droga. Concluse la ragazza senza attendere risposta.

«Ma di che diavolo parli? Figurati se perdo tempo in queste cose. Anzi, ora che ci penso, l'hai rapita, avendo su un piatto d'argento l'occasione di disfarti di lei, allora perché lei si trova ancora qua?» Intervenne l'altra, ancora piuttosto nervosa. Sembrava capace di poterlo strozzare a mani nude e, nonostante non si trattasse di una bella persona, la giornalista non poteva permettere un omicidio a sangue freddo sotto al suo naso, specie su uno che già è più di là che di qua. Perciò, senza ulteriori indugi, si mise davanti all'uomo che aveva più volte preso in considerazione l'idea di toglierla di torno!

«Insomma basta. E, comunque, potresti almeno non parlare così apertamente del tuo desiderio di vedermi dentro una cassa di ciliegio o di qualsiasi altro legno. Che diavolo, sono proprio davanti a te e la situazione attuale non mi sembra prometta bene nemmeno per te!» Sibilò lei a denti stretti, usando tutto il suo autocontrollo per non strillare come una mucca pronta al macello e non attirare l'attenzione dei loro aguzzini.

«Ad ogni modo, come potrai vedere persino tu, adesso non è in condizione di rispondere né a me né a te. La prima cosa da fare ora è controllare che non abbia niente di rotto e farlo riposare, mentre noi due pensiamo a un modo per filarcela tutti quanti da qua, prima di finire chissà dove.»

«E chi ha deciso che comandi tu?»

«Io e, dato che sembro essere l'unica con un po' di raziocinio, spero ti vorrai adeguare, altrimenti, ognuno per sé.» Replicò la reporter alterata, prima di togliersi la sciarpa per usarla a mo' di cuscino per il ferito doppiogiochista.

«Ti ringrazio.» Erano le prime parole che dicesse senza essere interrotto da una delle due.

«Non l'ho fatto per te. Semplicemente, non voglio essere testimone di un ulteriore crimine. Onestamente, ne ho già visti troppi in troppo poco tempo, incluso questo rapimento. Inizio ad essere davvero stufa di essere rapita.» Spiegò la ragazza, mentre usava una salvietta per pulirgli e rinfrescargli un po' il viso.

«E quelle da dove le hai tirate fuori?» Chiese l'altra, incuriosita.

«Ne porto sempre un pacchettino in tasca. Come vedi, possono sempre tornare utili.» Esordì soddisfatta.

«Tornando a te, non mi sembra che tu abbia il naso rotto, anche se non sono un medico.» Quello che la preoccupava erano le costole.

«Posso dare un'occhiata?» Domandò lei, prima di sollevargli la camicia.

«Sta tranquilla. Ne ho viste di peggio. Non sono rotte. Ho solo giocato un po' con loro per farmi portare qui.»

«E perché?» Esordirono all'unisono le altre due.

«Era da un po' che seguivo questa pista e, come sempre, il mio fiuto non mi ha ingannato.»

«Ma che pista? Sai chi è il mandante del nostro rapimento?» Chiese Anna, sempre più confusa.

«Sì, come lo sa anche il "mio capo" dietro di te.» Rispose lui, riferendosi a Jacqueline.

«Dunque, sembra che io sia l'unica all'oscuro. Vi spiacerebbe mettere al corrente anche me o è forse chiedere troppo?»

«Daniel O' Connell, ecco chi.» Spiegò lui come se la cosa dovesse farle subito accendere tutte le lampadine in testa.

«Ne so quanto prima. Chi è questo?»

«Il suo amante.»

«Il suo cosa?!» Chiese scioccata la ragazza.

"Dunque è questo il tipo per cui ha dato il ben servito a Nick. E ti pareva che non ci finivo nel mezzo io!"

«Passi che abbia rapito lei, passi che abbia rapito te, cioè che tu ti sia lasciato prendere anche se non ho ben capito la ragione, ma io, in tutto ciò, che diavolo c'entro? Manco lo conosco. Il mio obiettivo è Friederich, non l'ex rivale di Nick. Ah, ma aspetta che lo sappia e vedrai come lo aggiungerà ai "favori" che ti deve, carina. Non potrò salvarti neppure io. Se usciamo vive da qui, ti suggerisco di rifugiarti sul Kilimangiaro o da quelle parti!»

«Menomale che garantivano sulla privacy. Con tutto quello che ti pago, grandissimo bastardo.» Disse l'altra, pronta ad usarlo come esca per un bel pesce cane.

«La paga non è tutto questo granché, però, ci è stata molto utile.»

"Pure spilorcia."

«In che senso "ci"?» Domandò Anna.

«Lo saprete a tempo debito. Adesso dobbiamo pensare a come andarcene.

«Sì, grazie Capitan Suspence. L'ho spiegato proprio poco fa. Il piano è che tu te ne resti seduto, mentre io e la simpatica signora combinaguai troviamo un giusto impiego per quelle armi.» Spiegò molto tranquillamente la ragazza.

«Ma per piacere, come se tu sapessi imbracciare un mitra o simili. Togliti di torno. Propongo di fare così, tu andrai avanti e aprirai la strada, mentre io, essendo più esperta, "ti guarderò le spalle".»

«Guarda che dovrebbe essere il contrario e poi, chi me lo dice che non mi sparerai alle spalle.

«Se è per questo, potrei farlo anche da davanti.» Rispose "candidamente" l'altra. Le due non sembravano avere la minima intenzione di interrompere la conversazione, perciò l'unico gallo del pollaio decise di prendere in mano la situazione.

«Zitte un momento, ci sono delle armi?» Disse sottovoce lui, cercando di evitare di essere sentito.

Le due, ad un passo dal saltarsi al collo l'una all'altra, fecero cenno con la testa.

«Ottimo. Davvero fantastico. Sarà facile come bere un bicchier d'acqua allora.» Dichiarò quasi entusiasta il giovane, alzandosi in piedi, seppur un po' a fatica.

«Beh, insomma. Dobbiamo scappare in tre e voi due vendereste vostra madre, anzi tutta la vostra famiglia pur di salvarvi la pellaccia. Insomma, non ci pensereste mezzo secondo a tradire, invece, in questo caso, serve gioco di squadra.» Opinò ad alta voce la giornalista. I due non si curarono minimamente di lei, dirigendosi come due avvoltoi sul bottino.

«Ascolta Anna, l'unica cosa che devi fare è prendere l'unico manganello disponibile e seguirci. Miss Chic, invece, viene avanti con me. Anzitutto, però, dobbiamo uscire da qui e io ho già in mente un'idea, ma, anche in questo caso, avrò bisogno del vostro aiuto. Dovrete improvvisarvi attrici ed essere anche estremamente convincenti.» Disse lui, articolando molto lentamente le ultime due parole.

"Non mi piace per niente la piega che sta prendendo la situazione, ma, seriamente, quanto peggio può andare?"


Un crimine in agguato per un cuore innamoratoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora