Anna
"Seriamente, potrei davvero trovarmi in una situazione peggiore?! Sono rinchiusa in un buco con l'ex amante del mio fidanzato, nonché originatrice di parte dei nostri guai. E in tutto ciò, potrei anche lasciarci le penne!" Pensava lei tra sé e sé.
«Scusa... di grazia, perché sei anche tu qui?» Esordì esitante la giornalista.
L'altra sollevò appena lo sguardo, forse non ritenendola degna di una risposta.
«Non vedo per quale motivo dovrei risponderti.» Replicò lei, massaggiandosi una guancia. La cosa non fece che far imbestialire ancora di più l'altra, che lanciò un grido che sarebbe stato capace di spaccare persino i vetri, se ce ne fossero stati.
«A meno che tu non voglia far saltare i timpani ad entrambe, ti consiglio di smettere di urlare, tanto è tutto inutile.»
«Inutile sarai tu. E poi, posso urlare quanto mi pare e piace, anzi lo farò fino a che qualcuno non verrà a prenderci.» Le inveì contro la mora, prima di essere quasi sfiorata dalla scia di una pallottola che andò a conficcarsi direttamente sulla parete opposta alla porta.
«Se non vuoi che riempia quella tua bella testolina di piombo, ti consiglio di startene buona e in silenzio, chiaro?» La minacciò uno dei membri della banda che le aveva in custodia, prima di far seguire un ulteriore colpo.
La giovane era allibita. Non sapeva davvero cosa fare. Le ore passavano, beh, a dirla tutta non sapeva neppure quante, dato che era in un posto buio e sprovvista del suo orologio. Poteva solo sperare che Nick si insospettisse al non vederla rientrare e che allertasse l'FBI.
"E poi, c'è da considerare che anche se ci intercettassero, per quell'ora potremmo essere già a tenere compagnia ai pesci o ai vermi, dipende dal luogo." Pensava tristemente, nel mentre si accasciava stanca contro la fredda porta.
«Stai sperando che il tuo eroe venga a salvarti, vero? Mi stupisco che una come te non si sia ancora messa a frignare. Chissà come urlerai quando cercheranno di ucciderti.»
«Magari proveranno prima a fare la pelle a te, ma sta' pur certa che non muoverò un solo dito per aiutarti.» Chiarì subito Anna, nel mentre cercava di trovare una posizione decente, per quanto possibile su un duro pavimento in pietra.
«Allora, non vuoi proprio dirmi come mai anche tu ti trovi qui? Sai chi ci abbia rapito?» Chiedeva insistentemente la giovane, forse in attesa di un miracolo.
«Sì, lo so benissimo.» Rispose l'altra, completamente disinteressata. Questo suo atteggiamento stava decisamente dando sui nervi alla sua "rivale", ma la cosa pareva elettrizzarla.
«E ti spiacerebbe condividere l'informazione con la sottoscritta?! È stato Friederich, vero? Che vuole fare? Minacciare Nick con noi due? Ma allora, perché rapire anche te? Nick è innamorato di me, non di una che l'ha tradito alla prima occasione possibile per svignarsela col suo nemico.» Sentenziò la ragazza.
«Tu non sai nulla.
«No, quella che non sa nulla sei tu. Finita questa storia, troveremo il modo di buttarti in galera con i tuoi degni compari. Ma non ti preoccupare, perché provvederò io stessa a farti avere una bella cartolina di me e Nick in viaggio in un qualche bel posto soleggiato.» Continuava a punzecchiarla Anna, nel mentre cercava un modo di liberarsi delle catene.
«Le tue parole mi scorrono addosso. Sappiamo entrambe che Nick non mi dimenticherà mai, tu sei solo un passatempo, di cui si stuferà presto e poi tornerà da me, la vera donna per lui.»
«Sai, ti consiglio di bere meno. Non so i quantitativi che butti giù, ma devono essere un bel po', perché deliri. Ad ogni modo, proporrei di seppellire l'ascia di guerra, almeno per il momento, e di unire le forze per cercare di uscire da qui.» Propose la ragazza, sperando, in cuor suo, in una risposta affermativa da parte della sua compagna di cella.
«Per piacere, che cosa potresti mai fare tu per tirarci fuori da una situazione di questo tipo?»
«Di certo, più di quello che stai facendo tu, ovvero niente.» Rispose la mora, alzandosi per ispezionare la stanza in cui si trovavano. C'era pochissima luce, però, accatastate in un angolo vedeva delle scatole. Riuscì ad arrivarci appena, prima che le catene iniziassero a tirare troppo.
«Certo, osservare il contenuto di quelle scatole ci sarà molto utile per scappare.» La schernì Jaqueline dalla sua postazione. Non si era presa neppure il disturbo di alzarsi per darle una mano.
"Dio, se esco viva da qui, andrò ad accendere un cero al patrono della Temperanza, perché sono certa che ne esista uno!"
«Ehi, ho un'idea.»
«Per farlo, serve essere in possesso di intelletto. Non mi sembra sia il tuo caso.»
«Sta zitta e ascoltami. Tu sai scassinare?»
«Ovviamente, ma che razza di domanda è? Ma non posso certo aprire queste manette a mani nude, idiota!»
«Non ti azzardare a darmi dell'idiota.» Disse l'altra prima di sedersi a terra e di dire alla criminale di prendere una delle sue forcine.
«E con una di queste ci riusciresti?»
«Bisogna provare. Mettiti davanti a me e sta zitta.
«Capisco lo stare ferma, ma zitta, no. Dai, muoviti, dobbiamo assolutamente scoprire cosa si cela in quelle scatole.»
«Spero ci sia un serpente, così appena lo apre ti tira un bel morso e io sarò libera dalle tue chiacchiere.»
«Trovo equo farlo insieme.»
Venti minuti dopo, le due erano "libere" e si diressero in avanscoperta, o meglio, Anna si trascinò dietro la malcapitata.
«Dannazione, è così buio che non riesco a vedere nulla. Quello sputo di lampadina, non riesce ad illuminare fino a qui.» Dichiarò la mora, prima di zittirsi al tocco del contenuto.
«Beh, e ora perché stai zitta? Cos'è? Hai perso tutta la tua verve?»
«Sono... armi.»
L'altra rimase per un attimo sorpresa, prima che un sorriso malefico le si dipingesse in viso. Forse se l'era immaginato, però, non aveva dubbi sulle sue intenzioni e non le piacevano affatto. Qui rischiava di diventare tutta un'immensa carneficina e l'impavida giornalista voleva evitarlo ad ogni costo.
Nel frattanto, i secondini stavano tornando, perciò, richiusero le scatole e si rifiondarono a sedere con le loro manette all'ultima moda. Gli uomini non entrarono, ma rimasero per un po' fuori dalla porta a parlare.
«Il capo dice che partiremo stasera.»
«E di loro che ne facciamo?»
«Una volta che avremo raggiunto il nostro scopo, le daremo in pasto ai pesci.»
Fu allora che fu tutto chiaro, erano finite nel bel mezzo di un traffico di armi e di chissà cos'altro e se non avessero trovato un modo di liberarsi entro le prossime ore, sarebbe stata la loro fine.
"Nick, ti prego amore mio, non ho mai avuto così tanto bisogno di te. Ti prego, vieni a salvarmi. Non ho neppure avuto modo di salutare bene la mia famiglia e i miei amici. Non posso morire così, annegata o mangiata un pesce!"
Poi, la porta si spalancò e un altro ospite fu gettata con "grazia" a tenere loro compagnia nel loro viaggio verso la morte.
«Tu?!» Esordirono stranamente in coro le due al vedere una faccia conosciuta... il mercenario che aveva rubato il campione di droga ad Anna!
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Un crimine in agguato per un cuore innamorato
ChickLitL'avventura di Anna e Nick prosegue. Nuovi crimini e intrighi sono in agguato per i due protagonisti, nel frattanto alle prese con la loro turbolenta relazione e con un terzo incomodo piuttosto invadente. Riusciranno stavolta a unire cuore e giusti...