Anna
"Dopo una sfiancante giornata solitamente è bello tornare a casa a rilassarsi un po', mentre per colpa di quell'inquilino abusivo e "traditore" mi ritrovo a dover incomodare un mio caro amico e a farlo dormire sul divano. No, assolutamente. Sono io l'ospite, perciò dormirò io sul divano."
Pensava Anna in macchina con Charles sulla strada per casa sua. Abitava a circa una mezz'oretta dalla redazione, traffico newyorkese permettendo, sennò la durata del viaggio arrivava a un'ora e mezza! Fortunatamente, quella sera gli automobilisti sembravano essere stati clementi considerato che stavano scorrendo abbastanza fluidamente.
"Almeno una gioia in questa giornata da dimenticare c'è." Disse tra sé e sé, guardando in continuazione lo schermo del cellulare, indecisa se dare o meno notizie di sé. Non andava su Whatsapp da ore per paura che, facendolo, avrebbe incentivato Nick a scriverle. Le erano arrivati una marea di messaggi e altrettante telefonate da parte sua, ma sinceramente, anche se gli avesse risposto, non avrebbe saputo cosa dire.
"Del resto, non abbiamo una relazione, siamo due persone libere di frequentare chi vogliono senza doversi delle spiegazioni reciproche, perciò con quale diritto sto reagendo in un modo tanto esagerato? Non è da me. Anzi, una persona matura tornerebbe a casa sua, facendo finta di niente, però, a quanto sembra questa maturità non mi appartiene, perlomeno sotto questo punto di vista." Nonostante il mare di pensieri che la affliggevano in quell'istante, il dolore alla caviglia non accennava a diminuire, tutt'altro.
«Non dovresti torturarti così. Vedrai che si risolverà tutto per il meglio.» Disse dal niente l'amico, probabilmente stanco del silenzio di tomba "rimbombante" nell'auto. Solitamente, Anna sarebbe del suo stesso avviso, considerato quanto odi i silenzi troppo lunghi; tuttavia, stavolta le sarebbe davvero di conforto trovarsi in uno di quei bei tempi tibetani, però poi affliggerebbe i poveri monaci con le sue disavventure sentimentali e almeno a loro vorrebbe risparmiare il supplizio!
«Ti ringrazio, anzi stavo anche pensando che forse sarebbe meglio me ne tornassi a casa mia senza tediarti ulteriormente. In fondo, forse sto davvero reagendo spropositatamente. Inoltre, non ho neanche niente dietro per la notte e quegli altri due staranno già cercando di uccidersi a vicenda. E poi ci sono i miei gatti...» Ormai era in fiume in piena e ciò costrinse Charles a intervenire.
«Anna, fai un bel respiro, anzi meglio tre e rilassati, va bene? La tua reazione non è esagerata, è solo a caldo, ma vedrai che con una notte di sonno e un po' di distanza domani sarai più lucida e magari riuscirai anche a chiarirti con lui.» Rispose l'amico, continuando a guardare la strada, ma dando un'occhiata di tanto in tanto alla ragazza con l'espressione da cane bastonato dipinta in viso.
«Comunque, la prima cosa da fare è mettere del ghiaccio su quella caviglia. Sei sicura di non voler andare al pronto soccorso?»
«Sì, così per la settimana prossima siamo ancora in coda ad aspettare il turno. Tranquillo, ghiaccio e una fascia sono miracolose. Ormai sono un'esperta in storte e distorsioni.» Rispose lei, quasi con orgoglio. Charles non poté che farsi una risata, almeno l'ottimismo era ancora là.
«Coraggio, ci siamo quasi.»
Venticinque minuti dopo, i due erano comodamente seduti sul divano del ragazzo. Anna non era ancora mai stata a casa sua, ma non si aspettava certo un appartamento così ben curato, considerato che l'amico viveva da solo e stava spesso fuori.
«Vado a vedere se è rimasto qualcosa in frigo per la cena, tu fa come fossi a casa tua, va bene?»
"Ha proprio un appartamento molto carino con un arredamento moderno, adattato agli spazi. Del resto, ci troviamo pur sempre nella Grande Mela, perciò anche l'affitto di un appartamento di modeste dimensioni in un quartiere dove possibilmente non attentino alla tua borsa o alle tue tasche appena metti un piede fuori casa, costa un salasso. Comunque, è davvero un bel posto e questo divano è super comodo, altro che il mio. Appena torna di qua, devo ricordarmi di fargli i miei complimenti per la scelta."
Neanche il tempo di stendere la gamba col ghiaccio che sentirono qualcuno bussare alla porta, anzi forse sarebbe meglio parlare di un'orda di barbari.
Anna, purtroppo già immaginava chi fosse al di là di essa, mentre Charles sembrava intento a imbracciare la mazza da football dietro la porta!
«Tu resta lì, vado io.»
La ragazza lo sentì aprire, ma impiegò un po' prima di ritornare dentro a riferirle.
«È lui. Sono riuscito a convincerlo ad attendere fuori per sapere prima se te la sentissi di vederlo. Non mi ha neppure puntato la pistola in faccia.»
La giornalista si prese qualche momento per riflettere, poi accettò di farlo entrare, anche perché, se aveva imparato un po' a conoscerlo, starà dando di matto da dopo pranzo e poi non voleva certo che Charles o gli altri condomini fossero spettatori di una scenata in piena regola.
«Se ti serve qualcosa, io sono di là. Tu, invece, stai attento, perché lascio la porta accostata, perciò al primo segnale, accorrerò subito e ti assicuro che nemmeno la tua pistola potrà fermarmi.»
Aspettato il tempo necessario per lui per uscire, Nick si avventò sul divano, più bianco di un fantasma, con la giacca sotto un braccio, la camicia stropicciata e la cravatta allentata.
«Non ti ho mai visto ridotto così...» Non fece neppure a tempo a terminare la frase che il ragazzo la abbracciò, tenendola stretta a sé quasi per paura potesse sfuggirgli tra le dita.
«Quando sono tornato a casa ero pronto a un tuo sfogo, anche a farmi tirare addosso il tavolo con sedie annesse, ma quando non ti ho vista tornare, sia io che Jack ci siamo preoccupati e abbiamo iniziato a pensare a dove potessi essere. Jack è andato a chiedere in redazione per avere notizie, poi mi ha riferito che potevi essere qui. Lui sta aspettando giù in macchina.» Le spiegò con gli occhi rossi, anche se cercava di nasconderlo.
«Siete addirittura venuti insieme? Caspita, non c'era bisogno di preoccuparsi così...»
«Ma perché il ghiaccio? Ti sei fatta male?» Domandò lui preoccupato, inginocchiandosi subito vicino a lei.
«Ho preso una storta, niente di che.»
«Niente di che? La tua caviglia è gonfissima.»
«Senti, lasciamo un attimo da parte la mia sbadataggine. Credo che dovremo parlare di quanto successo oggi.»
«Jack.»
«Cosa c'entra lui?»
«No, intendo Jacqueline, una mia ex socia e partner. La prima donna ad avermi spezzato il cuore e a farmi perdere quella poca fiducia che avevo nell'amore. È tornata in città ed è invischiata in un caso a cui sto collaborando. Voleva che litigassimo. Ne ho parlato anche col mio superiore e voglio trovare il modo di metterla dentro, ma prima devo scoprire di più. Quando mi lasciò, scelse un concorrente in affari di Friederich, ma sono passati sette anni. Ho scoperto solo da pochi giorni che era tornata in città. Io, comunque, non provo più niente per lei. L'unica donna di cui io sia innamorato è davanti a...» Prima della fatidica parola, Anna lo intimò al silenzio, non volendo che si pentisse di una frase detta sull'onda del momento.
«Ci sarà tempo per parlare di quello che c'è tra noi. Ciò non toglie, però, che a casa ti aspetti una bella lavata di capo. Adesso, andiamo. Passami le scarpe, per favore.»
Il bel tenebroso le prese le scarpe, ma non gliele passò, optando, invece, per sollevarla a mo' di sposa.
«Che fai? Mettimi giù, posso camminare.» Insistette lei, mentendo, seppur decisamente imbarazzata. Comunque, quale donna potrebbe non apprezzare un momento così intimo?!
«Non è vero. Ehi, grazie per l'ospitalità, ma la riporto a casa. Grazie anche per il supporto.» Urlò lui all'altro interlocutore.
«Non c'è di che. Adesso vedi di non farle venire altre paranoie almeno per i prossimi tre giorni, siamo d'accordo?» Replicò Charles, facendo l'occhiolino all'amica, rossa come un peperone.
«Ci proverò. Bene, adesso andiamo o quell'altro inizierà a lamentarsi con me per averlo lasciato solo troppo a lungo.»
«Non credo proprio senta la tua mancanza, comunque andiamo. Ah, spero almeno ci sia qualcosa di pronto per cena.»
«Oggi sono stato un po' impegnato, ma rimedierò.»
Dopo ciò, l'ex cattivo dal soprabito nero si affrettò a scendere le scale con la compagna tra le braccia.
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Un crimine in agguato per un cuore innamorato
ChickLitL'avventura di Anna e Nick prosegue. Nuovi crimini e intrighi sono in agguato per i due protagonisti, nel frattanto alle prese con la loro turbolenta relazione e con un terzo incomodo piuttosto invadente. Riusciranno stavolta a unire cuore e giusti...