Capitolo 24 Special

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Anna

L'indomani la ragazza era già pronta a una nuova avventura e a mettersi sulle tracce di questa nuova e papabile pista.

Alla fine, si era svegliata nel suo morbido letto, piuttosto che su quel malandato divano.

Il suo "ladro azzurro" preferito ce l'aveva portata una volta che si era addormentata, mentre lui era rimasto a dormire sullo strumento di tortura.

"Non è ancora il momento per godersi appieno quest'amore, prima devo capire come procedere con le indagini. Spero, comunque, che succeda una di queste sere. Ah, dovrei accantonare questi pensieri, ma penso che la mia espressione da ebete tradisca le mie emozioni." Pensò, coprendosi il viso con le mani e scalciando via le lenzuola. Un nuovo giorno era appena sorto e c'erano già fin troppe cose da fare!

Salutato il bell'addormentato, si diresse in redazione.

"Devo muovermi a terminare quei due articoli, così poi potrò andare sul campo, la vera essenza dello spirito giornalistico." La passione per il lavoro le infervorò lo sguardo.

Una volta arrivata di fronte all'imponente edificio, si fermò un attimo. Aveva come l'impressione di essere seguita. Non che fosse un'esperta come Jack o Nick, ma sentiva una sgradevole sensazione correrle lungo la schiena.

"Anche volendo, sarebbe difficile capire se qualcuno mi stia seguendo o meno, vista la quantità di gente in giro, in questo momento. Cercherò di tenere gli occhi aperti. Inoltre, ho sempre con me il mio mitico spray al peperoncino militare. L'agente Ryan sostiene che sia come bere un'intera bottiglia di salsa piccante, solo versata sugli occhi. Sì, il discorso non è molto chiaro, comunque, il punto è che fa molto male." Disse tronfia la ragazza tra sé, con la mano sull'arma e con un sorriso mefistofelico dipinto in volto.

"Oppure, altra opzione ugualmente valida, può essere che mi stia leggermente facendo suggestionare da tutta quest'incasinata situazione. Spero vivamente sia questa. Comunque, a scanso di equivoci, posso sempre usare l'uscita sul retro per uscire. Non è il massimo perché non la usa praticamente mai nessuno, ma, a meno che il mio potenziale inseguitore non si sia preparato una piantina del posto, la vedo difficile che ne sia a conoscenza. Sì, farò così, del resto, non posso chiamare nessuno dei due Maciste, altrimenti posso tranquillamente tornarmene a casa e legarmi personalmente al letto, onde evitare che lo facciano loro!" Meditò la ragazza, tergiversando ancora un po' nei pressi dell'edificio, facendo finta di ritoccarsi il lucidalabbra.

"Bene, è ora di entrare in azione." Dopodiché entrò. C'era il solito marasma ad accoglierla, fogli svolazzanti da ogni parte, l'irresistibile odore di carta e cancelleria e le persone che correvano su e giù per essere i primi ad accaparrarsi uno scoop. Insomma, la cara e vecchia normalità. Salendo su aveva anche scorto il direttore con la sua insostituibile pipa seduto sulla sua amatissima poltrona. Era davvero contenta di questo, perché se lui era tornato al posto di "comando", vuol dire che sua moglie stava meglio. Non volendo rischiare di disturbarlo, percorse in fretta il corridoio, dirigendosi a fare qualche ricerca in archivio.

Lungo la strada, incrociò Charles tutto agghindato, sembrava fosse pronto per andare a fare follie a Las Vegas o simili! Era talmente sovrappensiero da non accorgersi nemmeno di essere a pochissimi centimetri da lei.

«Hey Chérie perdonami, non ti avevo proprio vista. Sono super di fretta...»

«E anche super in tiro, dove stai andando così figo? Di quanti infarti vuoi renderti responsabile, eh?» Chiese lei, stupendosi ogni volta di più dello stile dell'amico.

«Sono riuscito a ottenere un'intervista da una famosissima dj spagnola e se riesco a pubblicarla, sarà un grande passo avanti per la mia carriera e per il giornale, ovviamente.» Le spiegò l'amico, passandosi una mano tra i biondi e setosi capelli alla Di Caprio prima maniera.

Senza bisogno di sentire un'altra parola, la ragazza gli passò seduta stante la borsa con il materiale che aveva momentaneamente poggiato a terra, poi gli sistemò la cravatta.

«Non perdere neanche mezzo secondo in più e corri. Faccio il tifo. Poi fammi sapere.» Il ragazzo seguì il suo consiglio, mentre lei spese le successive tre ore ad occuparsi di tutto quello che doveva fare, prima di poter essere libera di mettere in atto il suo piano. In un attimo di tranquillità, era riuscita a farsi dare un messaggio dalla sua fonte, non senza, però, sorbirsi l'ennesimo predicozzo.

"Persino un pesce piccolo della malavita si permette di dispensarmi consigli. Roba da matti." Borbottò lei, riflettendo sull'assurdità della situazione.

Comunque, fregandosene altamente dell'opinione comune, lei si era già organizzata. Doveva assolutamente riuscire a entrare in quella che pensava essere la nuova sede dei disgustosi e disumani esperimenti di quel maledetto di Friederich. Ripensando alla volta in cui si era infiltrata con Nick, decise di tentare nuovamente la sorte con lo stesso trucco e parrucco dell'altra volta, sperando in bene.

"La volta scorsa mi sono salvata per il rotto della cuffia, grazie all'intervento di Nick, ma questa volta sono davvero sola e senza aiuti esterni. Ah, avanti, non è questo il momento dei ripensamenti, ma dell'azione. Farò emergere la verità, mi servono solo le prove di quanto stia accadendo in quell'edificio." Pensò lei all'entrata.

Fortunatamente, aveva ancora i documenti falsi che le avevano fornito la volta scorsa, badge incluso! Adesso, doveva solo sperare che quella "autentica" non si palesasse improvvisamente,

"Devo assolutamente mantenere la calma e cercare di non farmi scoprire. Sarà bene che eviti ogni contatto con chiunque, per quanto possibile. Dannazione, avrei dovuto farmi dare qualche lezione da Nick, lui sì che è un asso in questo genere di cose!" Pensava, mentre avanzava con un passo fintamente spavaldo!

Era quasi arrivata al primo piano sotterraneo, quando ecco arrivare il primo ostacolo. Il suo badge non poteva aprire la porta che aveva dinanzi a sé.

"E adesso come diavolo faccio?!" Pensò lei, cercando di mantenere una parvenza di calma di fronte alle telecamere!

Alle sue spalle, si palesò un uomo alto e ben vestito, con un camice indosso. Costui rimase lì fermo imbambolato per qualche secondo prima di farle cenno di seguirlo. Beh, non poteva riferirsi a molti altri tranne che a lei, dato che c'erano solo loro due.

"Non è possibile che mi abbiano scoperta, sono stata attentissima e ho seguito tutte le indicazioni che mi avevano fornito. Inoltre, dato che sono praticamente al centro di un edificio che pullula di malavitosi o complici di essi, non penso si farebbero troppi problemi ad accopparmi nel bel mezzo del corridoio, ma forse hanno paura di sporcare queste meravigliose piastrelle luccicanti." Lei era ancora preda del fiume dei suoi pensieri, però, optò per seguire il tipo dall'aria fin troppo familiare. Appena gli vide le mani, tutto le fu chiaro.

«Si può sapere che cavolo ci fai tu qui?» Disse lei, quasi mandando in fumo la missione in incognito.

«A evitare che tu ti faccia ammazzare, mia cara. Se devo salvarti quell'adorabile culetto, dovresti farmi il piacere di avvisarmi con un po' d'anticipo, perlomeno mi organizzo.» Replicò Nic, con un enorme naso posticcio.

"Viene da chiedersi quando abbia trovato il tempo di farne uno!"

«Beh... ma... ecco... Ma si può sapere come hai fatto a scoprirmi?»

«Perché menti da schifo, i tuoi piani "diabolici" fanno acqua da tutte le parti e, non ultimo, io non sono scemo. Comunque, una volta fuori, avremo tempo di chiarire un paio di questioncine, ma adesso, dato che sei qui, cerchiamo di scoprire qualcosa di utile.» Disse lui con un sorrisetto a dir poco inquietante in viso.

"Forse erano meglio i gorilla della security!"

Un crimine in agguato per un cuore innamoratoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora