Capitolo 32

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Anna

Erano giorni che Nick si comportava in modo strano e sinceramente Anna stentava a capirne la ragione. Per vie abbastanza tortuose, era riuscita a far avere il flacone originale a Jack. Almeno a lui era stata costretta a raccontare la verità, ovvero tutto quanto riguardo le minacce del finto musicista.

«Ma sei impazzita? Avresti dovuto informarci subito e non andare da sola ad incontrare quel mascalzone. Cristo santo, avrebbe potuto ucciderci. Ma non hai pensato alla tua famiglia o a noi?» Esordì Jack, quasi fuori di sé.

«Sì, sì, ma il gioco valeva la candela e adesso abbiamo il campione, quindi possiamo preparare un antidoto, giusto?» Replicò la ragazza, provando a cambiare argomento.

«Guarda che la partaccia non te la toglie nessuno. Sei stata un'irresponsabile, però devo dire che hai coraggio da vendere, davvero.» Concluse l'amico, non volendo mortificarla ulteriormente.

«Non so se sia coraggio o follia o un mix di entrambi, so, però, che non voglio darla vinta a quel bastardo e finché non sarà dietro le sbarre o sotto terra, Nick non riuscirà mai a dormire sonni sereni.» Rispose la giovane, giocherellando con una delle molle che Jack tiene sulla scrivania.

«Ti capisco. Speriamo di riuscire nell'impresa, anche se non la vedo una cosa molto semplice. In ogni caso, devi dirlo a Nick, perché quando lo scoprirà, perché lo farà, sarà peggio. Dicendoglielo adesso, puoi ancora arginare il danno. Inoltre chi ci dice che questo tizio non tornerà alla carica con te? Infondo, non sappiamo niente su di lui.»

«Non è vero. Considera che avrebbe potuto uccidermi, eppure non l'ha fatto.» Rispose lei.

«Magari ti vuole usare come asso nella manica e tenerti in vita fino al momento in cui potrai essergli più utile. Non c'avevi pensato?» Continuava imperterrito il medico.

«Sei troppo disfattista. Comunque, prenderò le mie contromisure. Magari ci reincontreremo. Anche lui potrebbe esserci utile. Vedila in questo modo.» Disse lei, tentando senza successo di farla sembrare un'affermazione normale.

«Guarda che non siamo in un romanzo di Agatha Christie e i proiettili feriscono e uccidono.»

«Lo so bene.» Rispose seria lei.

«Allora sappilo ancora meglio ed evita di correre rischi inutili.»

«Va bene, terrò in considerazione questa tua preziosa perla di saggezza. Piuttosto, posso chiederti un altro favorino, piccolo, piccolo?» Chiese Anna, mettendosi in modalità gatta suadente. Pochi eletti possono resistere a quest'abilità femminile e Jack non era tra loro!

«Che vuoi?»

«Ho bisogno che mantenga il riserbo con Nick ancora per un po'. Voglio raccontarglielo io, magari così si agiterà meno.»

Non ci fu bisogno che l'amico esprimesse il suo pensiero a riguardo a parole, dato che bastò il suo sguardo a comunicarlo alla ragazza.

«Lasciando da parte i tuoi evidenti dubbi, mi aiuterai?» Lo implorò la bella giornalista.

«Va bene, ma sei poi verrà diretto qui con tanto di pistola alla mano, mi avrai sulla coscienza, sappilo.»

«Tranquillo, non ci sarà bisogno di arrivare a tanto. Grazie Jack, sei un vero...»

«Ti prego, non dirlo.» La interruppe lui prima che potesse finire la frase. Gli faceva ancora male accettare di poter far parte della sua vita solo in veste di amico, ma sopportava perché avrebbe fatto molto più male non farne proprio parte.

«Va bene. Allora io me ne torno in redazione. Oggi ho una giornata bella fitta. Sto indagando anche su dei furti d'arte.» Spiegò al medico mentre rimetteva in ordine le cose nella sua tracolla.

Un crimine in agguato per un cuore innamoratoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora