Capitolo 29

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Anna

Il resto del giorno fu un altro sali e scendi di emozioni. Dopo essersi assicurati che Freddy stesse davvero bene, i due si rimisero a lavoro. Nick si era diretto dal suo supervisore per aggiornarlo delle recenti scoperte, mentre lei si accingeva a fare lo stesso col direttore Scott. Prima, però, o meglio, lungo la strada, pensò di chiamare Jack e di informarlo sui fatti. C'era bisogno di un parere medico e chi meglio di lui.

«Ehi, finalmente. Ho tra le mani una cosa che scotta, anzi diciamo proprio una vera bomba.»

«Wow, sono tutt'orecchi. Dimmi.» Asserì lui. In sottofondo, Anna riusciva a sentirlo riporre gli strumenti chirurgici.

«Ah, ma ti sto disturbando? Perché se così, posso aggiornarti in un altro momento...»

«Non dirlo nemmeno. Sai che vieni prima di chiunque e poi "loro" non si offendono. Hanno un'eternità di fronte, che vuoi che sia qualche minuto in più o in meno.»

"Rieccoci con lo humor nero. Vabbè, sorvoliamo." Pensò la giornalista, con un accenno di sorriso per la macabra battuta.

«Ok, allora cercherò di essere breve. Io e Nick ci siamo casualmente incontrati in uno dei nuclei nevralgici dell'Organizzazione...» La ragazza trascorse cinque minuti buoni per riassumere i fatti e questo anche perché l'altro ripeteva a pappagallo o la interrompeva, facendole tantissime domande, del tipo di come diavolo si faccia a incontrarsi casualmente in un'operazione sotto copertura, tra l'altro non autorizzata (ma questi sono dettagli!).

«La situazione adesso mi è chiara e purtroppo è ancora peggio di quanto immaginassi. Se solo avessimo un campione di questa maledetta droga, potremmo quantomeno cercare di capire con che cosa abbiamo a che fare.» Spiegò Jack, precedendo la ragazza.

«E chi ti dice che non l'abbiamo?» Gettò l'amo la giovane con una tale baldanza da far invidia a un campione olimpionico il giorno della premiazione!

«Non mi starai davvero dicendo che sei riuscita ad avere un campione?» Domandò lui, a dir poco scioccato e allibito.

"Speriamo non sia saltato addirittura dalla sedia!" Rifletté lei tra sé e sé, nel mentre stringeva il prezioso flaconcino tra le dita. Forse stavano quasi per arrivare a un punto di svolta. Fino ad allora non avevano ancora ottenuto nulla di concreto, se non quel poveretto che erano riusciti a salvare, ma che, purtroppo, non era sopravvissuto ai tentativi di cure. Anche a voler analizzare la droga, il team di ricerca aveva detto che era necessario trovare un campione ancora non utilizzato per capirne le piene potenzialità; il che voleva dire che erano nuovamente a un punto morto.

«Ebbene sì, amico mio. Non per niente stai parlando con un astro nascente del giornalismo... beh, diciamo un astro piccolo, ma pur sempre quello... Vabbè, adesso è meglio non divagare. Comunque, sto venendo da te.»

«Adesso?» Per poco non gli cadde il cellulare di mano alla risposta di lei!

«No, per Natale dell'anno prossimo! Certo che sì, zuccone.» Proseguì l'altra, continuando a destreggiarsi tra la folla in cerca di un taxi libero che sembrava proprio non volersi palesare!

"Che palle, prima o poi dovrò decidermi a prendere un'auto, un trabiccolo o qualsiasi cosa fornita di ruote, anche se col mio attuale stipendio e tutte le spese, farei prima a pensare di costruirlo io stessa! Non posso continuare a elemosinare passaggi a destra e a manca." Realizzò "amaramente" la giovane.

«Ma io non sono un esperto di droghe. Faccio il medico legale. È la Scientifica che se ne dovrebbe occupare.» Asserì lui, contrariato all'idea della ragazza.

«Ah, balle. Cioè, teoricamente è vero, ma ai fatti non possiamo permetterci intoppi. Per quel che ne sappiamo potrebbero esserci delle spie o simili, perciò dobbiamo essere cauti e tenere la cosa per noi il più possibile. Allora, ci stai o no? Sei stato un medico da campo, no? Allora avrai dovuto rischiare ben più di così, giusto? È una questione troppo delicata e io non so davvero a chi altro rivolgermi.» Confessò lei, sperando con tutte le sue forze che dicesse sì; anche perché erano a corto di medici, scienziati o chi per loro!

"Forse, l'ultima parte potrebbe non essere stata la scelta più felice per convincerlo, però, al momento, sono davvero a corto di idee." Pensò.

«Non so, è molto rischioso. Se succede qualcosa e rovino l'unico campione disponibile, ci siamo giocati l'unica traccia e finiremo tutti e tre nei casini.»

«Io sono disposta a correre il rischio; Nick, beh, lui sarebbe meglio stesse il più possibile fuori dai guai, o la gattabuia sarà l'unica "casa" che vedrà in vita sua, ma so che neanche questo potrebbe fermarlo, ahimè. L'incognita sei tu. Guarda, ti assicuro che faremo in modo che tu non sia coinvolto, mi assumerò tutti i rischi e non farò mai il tuo nome.»

«D'accordo, fermati. Non potrei mai lasciarti affrontare un tale ostacolo da sola. Qualunque cosa ci aspetti, ce ne occuperemo a tempo debito. Intanto, portami questo campione e poi vediamo che si può fare. Comunque, te lo dico subito a scanso di equivoci. Dopo andrà nelle mani dell'FBI e di lì in poi se ne occuperanno loro, capito?»

«Tutto chiarissimo. Vai, grazie mille. Allora ci vediamo appena riesco a farmi strada tra tutta questa gente.» Dopo di ciò chiuse la telefonata, gioiosa della vittoria appena ottenuta.

"Sono certa che Fabio Grosso si sentiva come me adesso quando segnò quell'agognato gol nel lontano 2006! Oppure Attila quando credeva di avere praticamente la vittoria in mano, anzi no, questo non mi sembra un esempio adeguato." Meditò.

"Comunque, bando alle ciance. Devo sbrigarmi. Forse, a questo punto, mi converrebbe prendere la metro..." Continuava a pensare lei, avviandosi intanto in quella direzione.

Nel frattanto, però, un losco figuro aveva tutta l'intenzione di rovinarle i piani. Quest'ultimo la stava seguendo già da un po', ma era in attesa del momento più propizio per entrare in azione. Ebbene, questo momento era finalmente giunto, all'entrata di lei in un bar.

Una volta in fila per il bagno, le si avvicinò, chiedendole indicazioni, non limitandosi, però, solo a quelle.

"Ma questo ragazzo è il musicista di strada di qualche sera fa. Mi sa che non mi ha riconosciuto." Dopo aver formulato questo pensiero, però, la ragazza sentì un brivido di terrore, perché le pareva, anzi era piuttosto sicura che il simpaticone in questione le stesse puntando una pistola ad altezza vita!

«Entra e non provare a fare una mossa sbagliata o ti manderò a indagare in Paradiso.»

Letteralmente, con le spalle al muro, la giovane, non poté far altro che obbedire, pensando, nel frattempo, a un modo per evitare un prematuro incontro col Padre Eterno!



Un crimine in agguato per un cuore innamoratoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora