Capitolo 36

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Anna

«È stata una giornata infinita, nonché infernale. Voglio solo mangiare e buttarmi sul divano.» Disse la reporter alla madre, sulla via del ritorno.

«Che è successo?» Chiese l'altra.

«Un casino dopo l'altro. E poi, ci sono quegli infami del Days che cercano di accaparrarsi gli scoop attraverso subdoli stratagemmi.» Spiegò la figlia, spremendo il suo milk shake fino all'ultima goccia (con quello che costano!)

«Ma tanto non l'avranno vinta contro di voi. Anche papà e gli altri sono della stessa opinione.» Affermò sicura la mamma, quasi facendole saltare un timpano!

«E, invece, sotto l'altro fronte?» La buttò lì quell'infida investigatrice che si trovava come genitore.

«Non saprei a cosa tu ti riferisca.»

«Al Papa, ci ha scritto per informarci che sarebbe venuto a farci visita. Ma, insomma, figlia mia, di chi posso mai parlare? Ma di Nick, ovviamente.»

Non ho detto nulla, perché non c'è niente da dire. È una cosa nuova per entrambi e stiamo cercando di capire dove possa condurci. Tutto qua.

Ah certo. Tu ti ricordi la storia mia e di tuo padre?

"Ecco, quando attacca a rimembrare i bei tempi andati, vorrei prendere e andare diretta contro un muro. Avrò sentito la stessa solfa una marea di volte e senza esclusione di dettagli." Pensava tra sé e sé la giovane donna.

«Ma mi stai ascoltando, sì o no?»

«Certo mamma, siamo rimaste a quando tu e papà volevate farlo sulla spiaggia, la notte di Capodanno, salvo poi ricredervi perché faceva un freddo cane e siete dovuti venire via.» Asserì scocciata lei.

«Eh no, cara. Non è andata precisamente così. Come rovinare un magico momento come quello. Ogni volta che ci penso, mi si illuminano gli occhi.» Mentre la madre continuava il suo appassionante monologo interiore, la ragazza proseguiva imperterrita nell'infischiarsene. Anzi, stanca di dover campare di taxi, metro e delle buone e vecchie gambe, stava meditando se comprare un qualche catorcio adatto alle sue tasche.

«Sai mamma, credo che prenderò un'auto.»

Dal cellulare, riuscì a sentire perfettamente le risate dei genitori.

«Potrei sapere il motivo di tanta ilarità?» Ribatté lei, offesa.

«Devi scusarci tesoro, ma col tuo stipendio attuale, penso che al massimo tu possa ambire a un'ottima bicicletta, magari una elettrica, con tutti i comfort, si intende! Se vuoi possiamo aiutarti noi (Ma la ragazza non volle sentire ragioni).» Si giustificò la mamma, peggiorando solo la situazione dato che non sembravano affatto intenzionati ad interrompere le risate.

Tanto per dare quel tocco in più alla situazione, pensò bene di intervenire anche il padre, snocciolando una saggia opinione decisamente non richiesta: «Scusa piccola mia, ma perché non ti fai scarrozzare a destra e sinistra come una regina da uno dei tuoi due spasimanti? Credo che sarebbero entrambi ben felici di farlo e tu potresti mettere da parte un gruzzoletto per comprare qualcosa che non risalga esattamente al Paleolitico.»

«È vero. Papà, una volta tanto ha avuto una saggia intuizione. Segui il suo consiglio e vedrai che non te ne pentirai.» Sembrava stesse prendendo parte ad uno spot pubblicitario per detersivi smacchianti!

«Ah, è inutile parlare con voi due. Ho deciso che mi prenderò una macchina e così sarà, anche se dovessi costruirmela io stessa. E, comunque, io sto con Nick, mentre Jack è un mio caro amico. Vedo che ancora non avete ben chiara la distinzione dei ruoli.»

«Beh, tesoro, ma non puoi darci tutta la colpa. Del resto, fin da piccola, hai avuto, come posso dire, una vita molto movimentata e non è molto facile tenere il passo.» Continuavano a burlarsi bonariamente di lei.

Ad ogni modo, Anna era finalmente riuscita ad acciuffare un taxi al volo, perciò, decise di proseguire la chiacchierata a casa, invece che in quel cruscotto, che doveva condividere con un'anziana con un chihuahua più simile a un topo che a un cane!

Come sempre, i suoi piani andarono in maniera differente dal previsto! Dopo l'entusiasmante viaggio in compagnia dell'anziana signora, con quelle che le sembrarono infinite telefonate di lei a parenti e affini, voleva solo tornare a casa e riposarsi un po'. Beh, non fu così. Aperta la porta, vide una cosa di cui avrebbe fatto volentieri a meno.

«Oddio, ma si può sapere che cavolo è successo?» Chiese la ragazza, sollevata del fatto che fosse ancora vivo e "incolume", eccezion fatta per un livido appena accennato sullo zigomo e i vestiti tutti sporchi e stropicciati.

«Ma niente, una rimpatriata con dei vecchi amici. Sai com'è? Era tanto che non ci vedevamo e ci siamo scatenati un po', ma davvero, è tutto a posto.»

«Certo, uno torna conciato così dopo un incontro con degli "amici". Che poi, immagino i tipi. Ma dico, pensi forse che sia scema o cosa?!» Gli inveiva contro mentre si dirigeva in cucina a prendere due immancabili pacchi di piselli per lo zigomo e le mani. Glieli avrebbe volentieri tirati addosso con tutta la sua forza, ma si frenò. Voleva prima capire se potesse giustificarsi dell'accaduto.

«Allora? Sto ancora aspettando le mie meritate spiegazioni. Ti avverto che o parli o te ne puoi benissimo tornare a dormire nel tuo meraviglioso e confortevole appartamento, evidentemente libero di scocciatori come me.» Lo minacciò, offesa.

«Beh, la parte degli amici non è proprio una bugia, anche se direi più conoscenti.»

Anna lo guardava ancora in cagnesco, perciò forse, avrebbe dovuto metterci un po' più impegno.

«Non pensare subito al peggio. Sono andato in avanscoperta in un pub di mia conoscenza; beh, non sarà il Grand Hotel, ma si fa di necessità virtù». Spiegò lui, trovando un po' di refrigerio nel freddo.

«Ah, e a cosa è dovuto questo ritorno al passato? Cos'è? Ti era venuta un po' di nostalgia e hai ben pensato di scaricarti un po' con una scazzottata in una bettola.» Sbottò lei.

«Posso parlare o mi è interdetto anche questo?»

Anna continuava a guardarlo ancora in cagnesco; evidentemente, si sarebbe dovuto impegnare molto di più per rimediare.

«Ci sono andato in incognito, per scoprire qualcosa in più sul legame tra la droga e i quadri.»

«E non avresti potuto dirmelo? Almeno, avrei saputo cosa aspettarmi. Perlomeno, avresti potuto confidare il tuo piano all'agente Ryan o al tuo supervisore.»

«Loro mi hanno già dato carta bianca, a patto che non viola la legge, eccezion fatta per qualche caso. Sono abituato a lavorare da solo, mi è più facile muovermi in certi ambienti. Inoltre, come vedi, sto bene.»

«Sì, certo, questo è stare bene. La verità è che tu non ti fidi mai abbastanza di me, nonostante ti abbia dato prova della mia fiducia in innumerevoli occasioni. Allora sentiamo, a cosa ha portato questo tuo colpo di genio?»

Al sentire queste parole, Nick non poté restare fermo ad ascoltare un secondo di più. Poteva mettere in dubbio tutto di lui, ma non la fiducia e l'amore che prova nei suoi confronti e, nonostante non gli riuscisse sempre bene dimostrarglieli, ci provava, seppur a modo suo.

L'abbracciò senza pensarci un secondo di più.

«Non mettere mai in dubbio l'amore e la fiducia che provo nei tuoi confronti, ti prego.»

Il suo sguardo così profondo e sincero, le fece capire che avrebbero potuto lasciare il lavoro al giorno seguente, adesso voleva solo abbandonarsi ai suoi baci appassionati e un amore illuminato dal candore della Luna.


Un crimine in agguato per un cuore innamoratoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora