Anna
La giornata stava procedendo in maniera alquanto piatta e, con tutto ciò che era successo nell'ultimo periodo, la giovane giornalista ne era ben lieta, solo che i brutti pensieri non la lasciavano tranquilla comunque.
«Insomma, l'arrivo di questa donna in città non può presagire nulla di buono. Non convieni con me?» Chiese lei, confidando i suoi dubbi all'amico, al momento, alle prese con un succosissimo scoop su un personaggio dello spettacolo di cui non aveva ben capito il nome che è stato ripreso mentre cercava di fuggire dalla furia del marito di una delle sue ultime conquiste, completamente svestito.
"Devo dire che almeno mi è servito a farmi una risata. I ricchi se ne inventano davvero di tutti i colori per passare il tempo." Pensò Anna, tirando una pallina di carta all'interlocutore.
«Ehi scusami, ma la scena meritava una descrizione a epica. Questi sono momenti da immortalare.» Ok, la ragazza non gli credette molto, ma cercò di non darlo a vedere.
«Dunque cosa ne pensi?»
«Che dovresti avere più fiducia nella tua "dolce" metà.» Rispose lui con nonchalance, mentre il contenuto del bicchiere dell'amica per poco non finì sulla tastiera del pc. Il signor Scott non ne sarebbe stato molto felice e probabilmente avrebbe dato in escandescenza se il computer fosse andato in corto per le loro chiacchiere!
«Quanto la fai lunga. Vuoi metterti in testa che quel ragazzo ha rivoluzionato completamente la sua vita solo per te? Grazie a te è riuscito a uscire dall'oscurità che lo teneva prigioniero e da quell'assassino psicopatico che meriterebbe la pena capitale.»
«Non voglio prendermi meriti non miei. Aveva già deciso di staccarsi da quel bastardo impenitente.»
«Sì, ma adesso collabora con la giustizia, sta dalla parte dei buoni. Anna, io sono convinto lui sia davvero cambiato, ora sta a te permettergli di dimostrartelo.»
«La fai troppo semplice.» Disse lei stancamente, lanciandosi con la schiena contro la poltroncina reclinabile della sua postazione.
«Spesso le persone tendono a complicare situazioni semplici in partenza non si sa per quale astruso motivo. Ebbene mia cara, questo è uno di quei casi. Un'ultima perla di saggezza dal tuo fidato amico, alle volte, pensare è dannoso, meglio affidarsi a ciò che provi e vedere come va.»
La ragazza non pareva molto convinta neppure dopo questa filippica moralistica, però forse Charles non aveva tutti i torti, magari era davvero giunto il loro momento per essere felici. Questi dubbi attanagliavano il cuore di Anna come una morsa.
«Se vuoi scusarmi, devo andare un attimo a parlare con Donna della revisione di un paio di articoli.»
«Ah certo, ora si dice così.» Ribatté lei con un sorrisetto malizioso dipinto in viso che il giornalista ,però, pensò bene di ignorare bellamente, lasciandola sola con i suoi pensieri e il ticchettio incessante, ma rassicurante delle tastiere nella redazione.
Un'ora e tanti tentativi di scrivere un testo decente e di imporsi su una stampante "ribelle", il cellulare squillò.
«Che è successo?» Domandò lei. Era strano che chiamasse a quest'ora dato che lo immaginava già alla ricerca di qualche pista per rintracciare la sua vecchia nemesi con ex fiamma annessa.
«Deve sempre succedere qualcosa se ti chiamo?»
La giovane rimase un attimo interdetta, prima di rispondergli per le rime.
«Sì, diciamo che non sei proprio un tipo da chiamata senza motivo specifico, perciò dimmi, sono tutt'orecchie.»
«Tu hai davvero una pessima opinione di me, lascia che te lo dica. In ogni caso, volevo dirti che sto andando a prendermi una birra col simpatico agente Ryan, perciò se non mi vedi tornare saprai chi incolpare.» Confessò lui.
«Ma non mi dire, finalmente qualcuno si è offerto di prenderti in casa? Bene, sono proprio contenta. Questa sarà un'ottima occasione per rafforzare il vostro legame padre figlio.» Rispose lei.
«Davvero spiritosa, ma il sottoscritto non ha la minima intenzione di lasciare il tuo allegro condominio. In più, la sera mi sentirei davvero solo. Cosa farei se un mostro mi attaccasse nel cuore della notte senza la mia eroina pronta a sfoderare la spada in mia difesa?»
«Ah, ah, dovrei infilzartici. Comunque, sono contenta che vi stiate avvicinando, è un passo davvero importante e sono molto fiera di te.» Replicò lei, guardandolo con degli occhioni da cerbiatta.
«Calma chérie, stiamo parlando di una semplice birra. Ho voluto chiamarti perché stasera potrei fare un po' più tardi. Quel dottore da strapazzo sarà a casa per cena?»
«Il dottore da strapazzo avrebbe anche un nome come ben sai, comunque non ti preoccupare, per stasera non starò da sola, Molly e gli altri hanno organizzato una serata tombola, perciò chiederò anche a Jack se voglia unirsi a noi. Tu pensa a passare un po' di tempo con tuo padre.»
Anna lo sentì bofonchiare qualcosa riguardante al termine, però, lei non avrebbe smesso di farglielo presente. Era certa che col tempo anche lui avrebbe potuto imparare a considerarlo tale, doveva solo abbassare un po' le difese.
Salutato il compagno, si rimise all'opera. Prima di andare via era intenzionata a discutere con Donna su come regolarsi per la settimana successiva, dato che il signor Scott sarebbe tornato al comando soltanto quella dopo. Ha ragione chi dice "pesante il capo che regge la corona." Rifletté.
Approfittando del momento di pausa, colse l'occasione di chiamare a casa e per sentire le voci dei familiari senza Jack o Nick presenti. La versione che aveva raccontato a casa era un po' alterata, ma, infondo, almeno per il momento, era meglio continuare ad usare quella versione. Sarebbe stato troppo complicato spiegare la situazione a casa senza scatenare un colpo apoplettico collettivo! Dopo il decimo squillo a casa, la giovane iniziò un po' a preoccuparsi, pensando di essersi confusa col fuso orario, ma non era così. Dato che nessuno sembrava risponderle, decise di chiamare la madre al cellulare.
«Ma siete usciti tutti? Ho provato a chiamare a casa, ma non risponde nessuno.»
«Tesoro, mi spiace, nella fretta abbiamo dimenticato di avvisarti.»
«Di cosa? Oddio, è forse successo qualcosa? State tutti bene?» Domandò la figlia, abbastanza agitata dalla risposta della madre.
«Oh no, no, è tutto a posto. Volevo dire che visto che siamo stati invitati al matrimonio della figlia della mia miglior amica, Clelia. Te la ricordi, giusto?»
Soltanto vagamente, ma non le sembrava il momento giusto per dirglielo.
«E?»
«E allora abbiamo deciso di prenderci qualche giorno e di venire in trasferta a New York, volevamo vedere con i nostri occhi il posto che ti ha accolto.»
Se fosse stata il personaggio di un cartone animato, probabilmente gli occhi di Anna le sarebbe balzati fuori dalle orbite, ma essendo un normale essere umano, si limitò a spalancare occhi e bocca ai limiti del possibile! I suoi piani stavano per andare a farsi friggere e lei aveva già fin troppi problemi per occuparsi anche di spiegare la situazione alla famiglia, doveva assolutamente inventarsi qualcosa!
«Adesso dove siete?» Domandò, percependo un rivolo di sudore freddo colarle lungo il collo.
«Sul pianerottolo di casa tua.»
«Non sono a casa al momento. Scendete giù e andate a prendervi un ottimo croissant alla cornetteria all'angolo, io arriverò in men che non si dica, va bene?»
«D'accordo amore, fa con calma. Avverto gli altri di fare inversione di rotta. A dopo.»
"Bene, posso dire addio alla calma piatta appena pregustata!"
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Un crimine in agguato per un cuore innamorato
Literatura FemininaL'avventura di Anna e Nick prosegue. Nuovi crimini e intrighi sono in agguato per i due protagonisti, nel frattanto alle prese con la loro turbolenta relazione e con un terzo incomodo piuttosto invadente. Riusciranno stavolta a unire cuore e giusti...