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Minho si tirò su a sedere, seguito subito dopo da jisung.

Posò lo sguardo sui loro indumenti accasciati a terra per poi grattarsi la nuca.

"Penso di doverti dare altri vestiti a sto punto" disse voltandosi verso il minore ridendo leggermente.

"No davvero non c'è problema, mi posso rimettere tranquillamente quelli!"

"E io ti dico di no invece. Questa mattina ho pulito per terra, ma comunque non mi sembra una cosa molto igienica"

"Aish, come vuoi tu" si arrese jisung.

Così, minho andò verso il suo armadio infilandosi velocemente un paio di boxer e un pigiama pulito.

Prese un altro paio di boxer più piccoli e un altro pigiama, dirigendosi poi verso jisung e porgendoglieli.

"E questi? Li conservi da un po'?" chiese ridacchiando, notando i boxer decisamente piccoli per minho.

"Nah. Un giorno, quando sono andato a far compere, ero sovrappensiero e senza nemmeno accorgermene ho preso questi più piccoli. Poi me ne sono accorto solo una volta tornato a casa, ma ormai era tardi" rispose lui mettendosi a ridere a sua volta.

"Che idiota" disse jisung ironicamente scuotendo la testa.

Quindi si vestì anche lui, questa volta senza chiedere a minho di uscire dalla stanza. Ormai, dopo averlo fatto, non si vergognava più. Del resto, perché avrebbe dovuto?

"Vuoi qualcosa da mangiare? Ormai sono quasi le otto di sera, hai fame?" chiese minho notando l'orario.

"Hai del ramen istantaneo? Non ho molta fame, mi accontento di quello" rispose jisung facendo spallucce.

"Sì, certo. Allora vado di là a prepararlo!" detto ciò minho tornò in cucina.

Jisung diede un'occhiata veloce in giro per la stanza, facendosi scappare una leggera risata per poi scuotere la testa.

Tolse le lenzuola, ormai sporche, dal letto del maggiore e, insieme ai vesti posati a terra, li portò in bagno e li mise in una cesta dove trovò anche altri capi decisamente sporchi. Probabilmente minho avrebbe fatto la lavatrice prima o poi.

Tornò poi nella stanza del moro, iniziando ad aprire cassetti a caso, nell'intento di trovare delle lenzuola pulite. Pochi minuti dopo, non appena le trovò, sistemò il letto di minho.

Non appena finì andò in cucina dal maggiore, trovandolo intento a digitare qualcosa al telefono, sorprendendolo abbracciandolo da dietro.

"Con chi scrivi?" chiese jisung, non azzardandosi però a posare lo sguardo sul telefono di minho. Non voleva invadere la sua privacy.

"Oh, stavo cercando un film da guardarci" mentì lui. 

In realtà, erano hyunjin e changbin che continuavano a tartassarlo di domande chiedendogli cosa fosse successo quel giorno con jisung. Non che gli interessasse davvero, volevano semplicemente sapere in che modo il loro amico continuava ad illudere il biondo.

Ma loro non sapevano la verità. E jisung non sapeva quella che invece hyunjin e changbin pensavano fosse la verità. 

E onestamente, minho non sapeva per quanto ancora questa cosa sarebbe potuta andare avanti. Prima o poi un giorno, se fosse passato troppo tempo, i suoi amici avrebbero sicuramente iniziato a sospettare qualcosa. E se avessero scoperto tutto, probabilmente avrebbero iniziato a deridere anche lui. Ma lui non voleva perdere i suoi amici.

Ma aveva anche paura che invece fosse jisung a scoprire la verità. Sapeva che se sarebbe saltata fuori prima o poi, il minore ci sarebbe rimasto malissimo e avrebbe sicuramente iniziato a coltivare sentimenti di odio nei suoi confronti. Ma lui non voleva nemmeno perdere jisung. Non voleva perdere la sua fiducia.

Non aveva nessuno con cui parlare di questa situazione. Ai suoi genitori non sarebbe importato un accidenti e gli avrebbero detto che se la sarebbe dovuta cavare da solo, che come era entrato in quella situazione ora doveva anche uscirne. Gli ripetevano sempre la stessa cosa da anni e anni ormai.

Hyunjin e changbin erano i suoi unici amici. Con i suoi compagni di classe, sia quelli nuovi che quelli degli anni passati, non aveva stretto alcun tipo di rapporto. O, se in rari casi, lo aveva fatto, non avevano comunque quel rapporto così stretto come quello che aveva con hyunjin e changbin; ogni volta che cambiava classe tagliava i ponti con i suoi compagni di classe, sinceramente non gliene poteva importar di meno.

Jisung invece era l'ultima persona che avrebbe dovuto saperlo. In caso quest'ultimo avesse pensato poi che per tutto quel tempo minho aveva giocato con lui e con il suo cuore, con i suoi sentimenti... non se lo sarebbe mai potuto perdonare.

Cercava sempre di godersi i momenti con i suoi amici o con il minore in tutta allegria, ma lo stress non lo lasciava in pace un attimo. Quella vocina fastidiosa nella sua testa non lo lasciava in pace un attimo.

"Ho un'idea!" lo risvegliò dai suoi pensieri la voce squillante di jisung.

"Potremmo metterci a letto e continuare la serie di oggi mentre mangiamo il ramen" continuò poi.

"Mmh, sai che dopotutto non sembra una cattiva idea?" rispose minho sorridendogli, per poi avvicinarsi al volto di jisung e lasciargli un dolce bacio sulle labbra.

"Avanti, va a sistemare il letto e prendi pure il mio computer che ora arrivo con il ramen" gli disse poi.

Jisung scattò quindi nella camera del maggiore, facendo quanto gli era stato detto.

Così un paio di minuti dopo, quando arrivò anche minho, iniziarono a mangiare mentre guardavano "my name", seduti al caldo sotto alle coperte.

Non appena finirono il loro cibo, una decina di minuti dopo, entrambi ne posarono i recipienti sul comodino lì da parte.

Jisung si sistemò quindi comodo comodo contro il corpo di minho.

Quest'ultimo, appoggiato alla testiera del letto, con jisung mezzo coricato tra le sue gambe, la sua testa contro il proprio petto; il computer poggiato sulle gambe del minore.

Cinse le braccia attorno al suo busto, abbracciandolo. Il biondo, invece, iniziò a strofinare con il pollice sulle mani dell'altro.

Passarono a mala pena una ventina di minuti che jisung cominciava già a sentirsi gli occhi pesanti. Era stanco morto.

Un po' per il fatto di essere stato fuori tutta la mattina e parte del pomeriggio, ma più che altro per ciò che era successo un'oretta prima tra i due.

I loro corpi caldi uniti l'uno con l'altro, il tocco delicato di minho sul corpo di jisung e le loro labbra poggiate le une alle altre, provocandogli le farfalle nello stomaco ogni volta; le parole rassicuranti del maggiore. Non si sarebbe mai dimenticato quel momento.

Uno sbadiglio uscì dalle sue labbra, portandosi una mano davanti ad esse.

"Hey, hai sonno? Vuoi andare a dormire?" gli chiese minho dandogli un bacio sulla sua folta e soffice chioma bionda.

"No, non preoccuparti min" mentì jisung.

Minho perciò non insistette, ma si rese conto solo appena finito l'episodio che il minore si era addormentato tra le sue braccia.

"Guardiamo anche l'altro episodio?" gli aveva chiesto. Non sentendo alcuna risposta da parte sua, spostò lo sguardo sul suo volto, notando gli occhi chiusi e le labbra leggermente aperte. 

Sorrise teneramente a quella vista per poi spegnere il computer e poggiare anch'esso sul comodino, cercando di fare spazio. 

Anche se non voleva muoversi per non svegliare jisung, quella posizione era davvero scomoda. Così, iniziò a coricarsi lentamente, facendo seguire al corpo del minore i suoi stessi movimenti, stando attento a non svegliarlo.

Finì quindi con il corpo di jisung sopra al suo, dormendo tranquillamente.

"Buonanotte sungie" disse minho a bassa voce, spostandogli poi una ciocca di capelli che gli copriva il volto, dandogli un bacio sulla testa.

Allungò poi il braccio, spegnendo la luce dall'interruttore posto di fianco alla testiera del letto.

Avvolse poi le sue braccia attorno al corpo del minore, facendosi entrambi cullare da un sonno profondo.

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