🔸14. Posa quel giocattolo

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«Cazzo, questo yacht è da far girare la testa. Perché non sono nata ricca?»
Sbuffa Ingrid intanto che si spoglia per indossare la nuova "divisa".
Se così si può definire questo pezzo di stoffa gentilmente fornito dal festeggiato.
Siamo negli spogliatoi dello yacht insieme ad Agata, Giulia, Stephanie e un'altra ragazza di nome Eleonora.

«Non pensate che sia un po' troppo corto questo vestito?»
Chiedo non potendo celare la nota di disappunto nella mia voce.
«Sì, non sono molto a mio agio.»
Concorda Giulia tirando la gonna nera verso il basso nella speranza di allungarla, ma più tira più si scopre la parte superiore. Sembra uno di quegli abitini da porno-cameriera che si mettono per carnevale.

«Oh, ma che vi importa? Ci pagano il doppio per questo extra. Fosse per me girerei per lo yacht anche nuda.»
Non avevo dubbi vorrei replicare ad Agata che si rimira nello specchio rettangolare, completamente soddisfatta dal suo aspetto super sexy.
«Concordo.» Annuisce Eleonora esibendo un sorriso a trentadue denti.
Non ho molta confidenza con lei, perciò non replico affatto.

Mi gratto la nuca e seguito a indossare le parigine bianche, così sottili da sembrare trasparenti.
Le scarpe che ci hanno fornito hanno un tacco di almeno quindici centimetri, sarà un po' come camminare sul filo di un rasoio.
Spero di non rompermi una gamba nel bel mezzo della festa.
Comunque mi mostro disinvolta rimirandomi allo specchio, giungendo alla conclusione che onestamente nel complesso non sono così male.
Mi sono permessa di fare qualche piccolo accorgimento.
Una giarrettiera di pelle sulla coscia sinistra -che avrà una specifica utilità-e una stringa intorno al collo. È il mio segno distintivo e poi Achille ha detto che qui non è la villa e possiamo truccarci e abbellirci come più ci pare e piace.
Dopotutto questa... è una serata speciale.
Mi mordo un labbro.

«Sei soddisfatta del trucco?» Mi chiede Stephanie con la sua voce dolce e melodiosa.
Sorrido guardandola attraverso il riflesso, con le labbra tinte di bordeaux.
«Hai fatto un ottimo lavoro, grazie.»
«Sembri una di quelle bambole di porcellana un po' gotiche.»
Approva Ingrid facendomi l'occhiolino.
Sorrido anche a lei, poi incontro i miei occhi scuri nello specchio.
Quelli non sorridono affatto.

Ha ragione Ingrid sono proprio una bambola di porcellana, come essa se finissi a terra mi distruggerei in mille pezzi.

Dopo l'incubo che ho fatto su Nicolò, ho bussato all'alloggio di Brando e ho avuto la brillante idea di farmi prestare il suo portatile, sì nel pieno della notte.
Ero pronta a fare i bagagli e ad andare via il giorno dopo, ma prima avrei guardato il video.
E dopo quello che ho visto...
No, non posso andarmene senza prima avere delle spiegazioni.
E le avrò stasera con le buone o con le cattive.

Le immagini di quei corpi intrecciati, la complicità che li legava e quel tatuaggio per cui ho sempre preso in giro Edoardo, ora scopro che ne ha uno uguale anche il marchese. Non ho fatto altro che pensare a questo per tutta la settimana.
Non mi ha fatto male vedere Edo alle prese con un menage a trois.
È stato prima di conoscermi, poteva fare ciò che voleva all'epoca.
È la menzogna quella che mi fa male. L'avermi mentito su così tante cose, mi sta distruggendo un poco per volta.
Non so più chi sia Edoardo o forse, non l'ho mai saputo.

Sospiro e apro uno degli armadietti in fila sul muro, rovisto all'interno dello zainetto, prendo la chiavetta e la infilo nella tasca del grembiule, poi tiro fuori una borraccia con su scritto "water" ma che di acqua ha solo il colore trasparente.

«Allora ho pensato che serviremo tutta la sera champagne ai ricchi ospiti di questo yacht.»
Attiro l'attenzione di tutte le ragazze all'interno dello spogliatoio.
«Perciò...» agito la borraccia.

«Bisogna idratarsi con l'acqua?» Mi chiede ingenuamente Giulia.
«Ma no, sciocchina.»
Eleonora mi regala un sorrisetto avendo già capito. I suoi occhi scuri si fanno maliziosi.

Salvezza E Condanna Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora