⚠️Uso di droghe in questo capitolo ️️⚠️
Leonardo
«Non lo farebbe, vero? Perché dovrebbe dirglielo, giusto?»
È da più di mezz'ora che mi chiede la stessa fottuta cosa ad intervalli più o meno regolari.
Prima in camera, poi in macchina e adesso al parcheggio dell'ospedale.
Sembra una pazza scappata da un manicomio.
E io provo un piacere subdolo nel vederla così in ansia. Ho imparato, mentre la osservavo dormire sul mio petto, che ciò che provo si chiama gelosia e non so se sono in grado di convivere con un sentimento del genere.
Sicuramente non so gestirlo, perché non ho mai provato nulla di simile prima d'ora.«Puoi darmela una cazzo di risposta, anziché guardarmi e basta?»
Sbotta sbarrando quegli occhioni tondi da bambola.
Mi gratto la nuca.
È normale che si preoccupi, è meno normale che mi dia tutto questo fastidio.
Non lo so, sarà che l'ho vista dormire tra le mie braccia, così serena, come se fosse una cosa del tutto naturale.
Non ho mai dormito con una donna in tutta la mia vita, non per la paura di potermi affezionare, ma perché non ho mai sentito davvero il bisogno di farlo.
Che cazzo è cambiato adesso?
Che cos'ha di speciale questa figlia di puttana?«Certo è che se non ti dai una calmata non ci sarà bisogno di dirgli proprio un cazzo. Ti si legge in faccia la colpa.»
Sì, devo essere scontroso, serve a mettere un limite tra di noi.
«Tu invece mi sembri bello tranquillo, con quella faccia da poker.»
Con le mani suoi fianchi e l'espressione arrabbiata sul visetto, mi pare uno di quegli elfi dei cartoni animati.
Mi viene da ridere.«Che diamine ridi?»
Si incazza ancora di più la gnometta.«Guarda che il problema non è mio, eh? A me non mi frega proprio un cazzo. Per me può anche dirglielo, sai quanto me ne sbatte? Niente.»
Capisco di essere stato troppo duro dal modo in cui i suoi occhi si assottigliano, come se mi osservassero con disprezzo e quelle belle labbra rosa si imbronciano in una smorfia che non lascia nessun dubbio.
«Ho capito. Per te sarebbe quasi un sollievo, non è vero? Però scusami tanto, ma il tuo pensiero è terribilmente da egoista. Non ci pensi a me? Non ti importa del mio bene? Allora dovrei pensare che tutto quello che fai è solo per fare un torto a Edoardo? Ti prego, Leonardo» scuote la testa. «Non farmi pensare questo.»
Il tono è duro, ma la voce trema. Per rabbia, delusione, non lo so. So solo che mi colpisce come un pugno in pieno petto.
Sto diventando un cazzo di rammollito, non mi è mai interessato un bel cazzo di niente della gente che mi circonda, delle donne e dei loro dannati sentimenti, ed ora, invece, mi trovo a voler correre da lei e abbracciarla fino a farle capire che non è vero che non mi importa di lei.Ma qualcosa me lo impedisce.
Qualcosa che mi porto dentro da una vita.
Non è orgoglio.
È consapevolezza.
Consapevolezza che non potrei mai amarla come merita.
Non posso.
Chi non ama se stesso non può amare gli altri.
Una volta ho detto a Luz che quelli come noi non hanno amore da dare.
Lo penso ancora, ma in maniera diversa.
Assurdamente dolorosa.
Io non voglio farle del male. Non voglio farla soffrire, però devo. Non posso lasciare che si innamori di uno come me.E tutto quello che io provo quando le sto vicino mi fa girare la testa, mi fa entrare in un trip che neanche l'alcool e le droghe sono capaci di farmi provare.
È troppa roba per me.
E io non so come gestirla.
Mi fa mancare l'aria nei polmoni e la terra sotto ai piedi.
Devo starle lontano.«Ho capito. Il tuo silenzio vale più di mille parole.»
Ormai neanche mi guarda più, mi sorpassa e va verso l'ospedale. Sento l'impulso di fermarla, le dita mi prudono per il bisogno di toccarla, le chiudo a pugno, lo stesso che sbatto sul tetto dell'auto quando la sua figura scompare dentro l'ospedale.
Sono un fottuto casino, non ce la faccio proprio a fare le cose per bene.
Mi porto entrambe le mani alla faccia e sbuffo.«Sì, va da lui. Io non ho bisogno di te» sussurro alla sua figura ormai completamente scomparsa ma perfettamente indelebile dentro di me.
Come cazzo ci entro in ospedale così?
Solo l'idea di vederli insieme mi fa vomitare.
Devo andarmene.
Rientro in macchina ed esco dal parcheggio.Ho bisogno di capire che cos'è cambiato in me.
Anzi, ho bisogno di non pensare a niente.
E so bene qual è l'unico modo per farlo.
E dove andare per trovare l'oblio.°°°
«¡Hola, mi amor! A cosa devo l'onore?»Il viso perfettamente truccato di Luz fa capolino dal portone di casa sua.
«Fammi entrare.»
Mi guarda dall'alto al basso poi le sue labbra carnose fanno un sorriso di sbieco.
«¡Joder! Hai un aspetto di merda» si scansa per farmi passare, onestamente non ho voglia di sentirla parlare voglio solo…
Non lo so che cazzo voglio.
Probabilmente dimenticare tutto.
Sono disperato.
Può una donna ridurmi così?«Spero che tu abbia della roba buona, ho bisogno di rilassarmi.»
«Claro que sì. Hai saputo di Edoardo, sei a Ibiza per questo?»
Annuisco mentre vado verso il salotto in stile orientale, conosco questa casa come le mie tasche, so anche dove tiene la roba infatti mi servo da solo.
Metto tutto sul basso tavolino tondo in mezzo ai divani e inizio a preparare la mia striscia.«Sei già andata a trovarlo? Anzi non dirmelo non me ne frega un cazzo.»
«Lasciane un po' anche per me. Prendo da bere.»
Tiro una striscia e mi butto sul divano, ogni volta dimentico quanto mi faccia schifo drogarmi, perciò non lo faccio quasi mai tranne in occasioni speciali.
E questa signori miei, è l'occasione più speciale di tutte.
Quella in cui capisco di non avere più scampo.
Il mio cuore non ne ha.
E ho una paura fottuta.«Porca troia…»
Rido. La stanza gira. Lascio andare la testa sullo schienale del divano, è pesante e leggera allo stesso tempo.Due mani dalle unghie lunghe artigliano le mie spalle, il peso di una persona che si siede a cavalcioni su di me.
Guardo Luz inclinando la testa leggermente di lato.«Ma che cazzo ti sei messa?»
Rido ancora, era in tuta e adesso me la trovo addosso con un completino di pizzo nero e nient'altro.«Mi sono fatta bella per te.»
I suoi occhi arrossati mi guardano maliziosi da sotto le ciglia lunghissime. Si struscia su di me come un serpente a sonagli, o una vipera nel suo caso.
Ha una bottiglia di non so cosa in mano, comunque beve a canna e poi la accosta alla mia bocca socchiusa. La metà finisce sui vestiti, non riesco a smettere di ridere.
Eppure avrei voglia di piangere.
Rido ancora più forte.«Vuoi scopare?» la voce arriva ovattata alle mie orecchie eppure sono sicura che sia uscita dalla mia bocca.
Comunque non se lo fa ripete due volte, scende dal mio corpo e si inginocchia davanti a me.
Butto la testa all'indietro e chiudo gli occhi.
Non presto molta attenzione a quello che succede dopo, purché mi faccia dimenticare.«Io sono questo. Sono questo» biascico a un paio di occhi neri che mi fissano con disappunto.
«Vaffanculo.»
Cerco di scacciarli via dalla mia testa, mi stropiccio gli occhi ma niente.
Restano lì.
Mimetizzandosi perfettamente al buio che ho dentro.
Mi fissano.
Mi stritolano il cuore.
Mi uccidono.
Mi fanno rinascere.💜
Ragazze il marchese non è molto bravo a esternare le proprie emozioni spero che si sia capito ugualmente il motivo per cui si è comportato in questo modo🥺💜
Comunque quando Ambra lo verrà a sapere (in che modo poi...) mamma mia, che batosta...😒
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Salvezza E Condanna
ChickLit⚠️ATTENZIONE⚠️: nella storia sono presenti scene di sesso esplicito, linguaggio scurrile, violenza e uso di droghe. ••• Ambra Porteri ha solo un obiettivo quando si presenta a Villa Alba come la nuova cameriera: vendicarsi di Leonardo La Torre. L'uo...