🔸21. Sta zitto e non fermarti

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Le sue parole mi fanno rabbrividire da capo a piedi rendendomi ancora più audace. Faccio un mezzo sorriso
«Ne sei sicuro, marchese? Io non ci scommetterei.»
«È una sfida, Ambra? Lo sai che sono disposto a tutto pur di vincere.»
Annuisco guardandolo da sotto le ciglia abbassate.
«Ed è proprio per questo che perderai.»
«Mh, ma davvero?»

Le sue dita scivolano fino alla mia pancia da lì scendono ad accarezzare l'orlo delle mutandine, delineandone il contorno. Lente, senza alcuna fretta strappano brividi e sospiri che a stento riesco a trattenere.
Ama giocare con me forse più di quanto io ami giocare con lui.

Onestamente il sesso è un ambito in cui mi addentro in punta di piedi. Ho avuto due ragazzi, sì, so come si fa e l'ho fatto ma non gli ho mai dato davvero importanza.
Ho sempre egoisticamente preso tutto ciò che avevano da offrire senza mai davvero dare nulla in cambio.
In campo sentimentale soprattutto.
Ma qui è diverso.
Dovrei fare io la prima mossa per farlo cedere.
Essere spavalda non solo con le parole bensì con i fatti.
Un'altra al mio posto gli avrebbe già infilato una mano dentro alle mutande.
Fargli una sega, magari un pompino.
Ma io sono come bloccata.
Non riesco a fare la prima mossa eppure so che non è così difficile.

«Ambra?»
La voce perplessa di Leonardo mi riscuote dai miei sciocchi pensieri.
«Sì?»
Lo vedo accigliarsi.
«Ti stai annoiando?»
Il suo respiro caldo solletica le mie labbra.
«Vuoi scherzare? No.»
«Stai fissando il vuoto da un paio di minuti. Ti sei tipo... eclissata.»
«Stavo riflettendo.»
«Adesso?»
Alza un sopracciglio, ma non sembra seccato piuttosto si radrizza e porta entrambe le mani sulla mia vita per avvicinarmi ancora di più a lui.
Annuisco.
«Dev'essere davvero qualcosa di molto importante.»
«Non sono molto brava in queste cose. Insomma Romina ha cercato di darmi qualche dritta, ma io non sono mai stata un'allieva troppo attenta.»
Sto straparlando come tutte le volte che mi trovo in difficoltà.
Soffia un sorriso.
«Neanche io credo di essere stato molto attento con lei.»
«In realtà sì ecco... a lei è piaciuto... e...»
«Ambra, non mi interessa. Non sono con lei, in questo momento sono con te. E vorrei cercare di capire cosa ti piace.»

Ha il potere di farmi sciogliere come neve al sole.
Dannato marchese.
«Tu, mi piaci tu, Leonardo. Non importa quello che fai.»
Forse sono ancora ubriaca dato che sto facendo un'ammissione del genere.
Non importa.

La sua mano sinistra risale fino alla mia guancia incastrandosi tra i miei capelli, i suoi occhi sono limpidi come due ruscelli, tuttavia si riversano in me come lava bollente. Sono piena d'aspettativa quando le dita della mano destra accarezzano l'orlo della camicia all'altezza della coscia, facendosi strada attraverso di essa e afferrando con decisione l'orlo nelle mutandine.
Trattengo il respiro in attesa della prossima mossa che non tarda ad arrivare, di fatto, senza mai staccare i suoi occhi dai miei, afferra il pezzo di stoffa e lo tira via con uno strattone deciso.

Sobbalzo per la potenza di quel gesto e per il fiume di sensazioni che hanno inondato il mio corpo.
Senza dire nulla -non ci sono bisogno di parole- le sue dita percorrono a ritroso la mia gamba fino alla coscia e poi più su dove adesso la carne è nuda e calda. Appoggio entrambe le mani al tavolo, lasciando andare un profondo sospiro non appena le sue dita ruvide entrano in contatto con la mia femminilità.

È solo un tocco leggero,ma è come se fossi appena stata colpita da un fulmine, come se avesse toccato un detonatore pronto a farmi esplodere.
Fa scivolare il medio e l'anulare su e giù delicatamente attento a ogni mia più minima espressione, cosa che mi fa genere senza ritegno tra le sue labbra dischiuse.

«Non ti piace toccare. Ma farti toccare ti piace parecchio» sussurra soffiando un mezzo sorriso.
«Sta zitto e non fermarti» biascico coprendo il suo polso con la mia mano.
«Forse sei abituata a dare ordini con gli altri...»
La mano scivola dalla nuca al collo salendo fino alla mascella, tenendola ferma avvicina l'indice il medio alle mie labbra socchiuse.
«...Ma Io non sono mai stato propenso a farmi comandare.»

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