🔸22. Mi devi un org*smo

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«È una follia, non ho neanche l'abito adatto» replico evitando di soffermarmi su come il mio cuore stia battendo forte in questo momento, non tanto per le parole ma per la serietà con cui mi sta guardando. Sono pericolosamente vicina a credergli sul serio.

«Pensi che questo sia un problema per il marchese Leonardo La Torre?»
Alza un sopracciglio facendo un mezzo sorriso.
Prendo le sue mani tra le mie e le scosto delicatamente dal mio viso.
«Non voglio avere debiti con te, signor marchese.»
Non voglio che paghi un vestito di chissà quale cifra. Sarebbe pura follia.
Lui per tutta risposta si fa una grossa risata.
«E chi ha parlato di debiti, piccola diffidente. La mia sartoria di fiducia sarà felice di vestire la mia dama.»
Incrocio le braccia al petto.
«Sarai pure un uomo importante ma non credo che la faranno gratis» dico contrariata da come per lui sia tutto così facile mentre io mi faccio mille problemi per tutto.
«Per un invito al compleanno della famiglia più importante di Monforte mi regalerebbero l'intero negozio, lascia fare. Chiamo la signora Maria e la faccio venire qui con tutto l'occorrente. Nel frattempo tu rilassati fai come se fossi a casa tua.»
Non mi dai il tempo di replicare che è già sparito dalla mia vista. Sbuffo dirigendomi verso la camera i cui mi sono svegliata. Ho bisogno di una doccia, possibilmente gelata.

È così assurdo, mi ritrovo a pensare intanto che la signora Maria e la sua assistente tirano fuori un paio di abiti da sera e diverse stole da abbinare.
Sono una di quelle persone strambe che detesta fare shopping o se proprio sono costretta prendo la prima cosa che penso faccia al caso mio, senza stare ore dentro a un camerino a girarmi e rigirarmi indecisa.
Perciò si può benissimo immaginare il mio stato d'animo in questo momento.
Tra il loro ciarlare di armocromia e poggiare i tessuti su di me usandomi come un manichino, sono davvero a tanto così dall'esplodere.

«Io opterei per la seta blu notte, con il tuo meraviglioso incarnato brillerai come la luna in mezzo ad un cielo stellato.»
Ma che...
Davvero?
Ma chi è questa gente fuori dalle righe.
«Mi va bene tutto purché si faccia in fretta» borbotto togliendomi tutte queste robe di dosso.
In lontananza sento qualcuno che ridacchia, mi giro verso la porta così come fanno le due donne.
«Lo trovi divertente?»
Alzo le sopracciglia guardando gli occhi chiari di Leonardo che brillano di l'ilarità.
«Giuro che non ho mai visto una donna annoiarsi così tanto per scegliere un abito.»
«Che vuoi farci, sarò una donna atipica.»
«La sua fidanzata è così esilarante, signor La Torre. E poi ha un corpo così bello che qualsiasi cosa le starebbe d'incanto.»
La sua cosa?
«Veramente non...»

«Oh, lo so bene, signora Maria.»
Leonardo mi interrompe prima che io possa chiarire che non siamo fidanzati.
Ma per gli Dèi, che cosa significa quel modo in cui mi sta guardando?
Un misto tra orgoglio e desiderio che mi fa contorcere le budella.
Deglutisco a fatica, non riuscendo a staccare i miei occhi dai suoi.
«Mi raccomando dopo aver scelto l'abito, pettinatela e truccatela di tutto punto. Deve essere una dea. Intesi?»
La sua voce è così rauca e profonda, quale donna riuscirebbe a dirgli di no?
Di certo non la signora Maria che annuisce come un pupazzetto a molla, con un sorriso enorme sul viso perfettamente truccato.
«Non ha nulla da temere, mio caro. La base è già meravigliosa non potrà che venir fuori un capolavoro.»
Però, penso sorridendo a mia volta, è così carina e gentile da mettermi completamente a mio agio.

Una volta che le due donne hanno finito di prepararmi sono pronta a specchiarmi e...
«Sono io?»
Domando perplessa.
«Sei proprio tu, cara. Puoi crederci.»
Non mi sono mai vista in questo modo. Sembro davvero una... dea.
Sì. Fanculo la modestia.
Sono bella.
Lo chignon alto pieno di boccoli che ricadono come una corona sul mio capo, i ciuffi davanti più corti sono stati accorpati a ciocche più lunghe ai lati così da creare dei boccoli che sfiorano il mio collo pallido. Il trucco, dello stesso colore del vestito, risalta i miei occhi scuri e le ciglia sono infinitamente lunghe.
Potrei prendere in considerazione l'idea di truccarmi così tutti i giorni, se solo ne fossi capace.
«Signore mie, voi avete le mani magiche non c'è altra spiegazione.»
«C'è invece, tesoro.»
La signora Maria accarezza le mie spalle con le sue dita piene di anelli.
«Tu sei bellissima. Noi abbiamo solo tirato fuori dal guscio un po' impolverato la vera te.»
Vi prego, vorrei registrare le sue parole e risentirle tutte le volte che mi sento una vera merda, così per farmi forza.
«Ora scendiamo. Il tuo fidanzato ti aspetta impaziente.»
«Appena ti vedrà gli prenderà un colpo!» Commenta l'altra donna un po' più giovane della prima, ridacchiando di gusto.

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