Capitolo 22

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-mamma davvero non posso prendermi niente?- domandò Ermes sospirando e giocando con la sua collana per il nervosismo.

-tesoro è solo dovuto al fatto che ci sono nuovi studenti se stai così male, non ti conviene prenderti medicine- rispose Isolde all'altro capo del telefono e Ermes si morse il labbro inferiore.

-ma è passato più di un mese! Dovrei già stare meglio e invece sento come se sta peggiorando-

-è solo una tua fissa adesso perché vuoi prendere quelle maledette medicine per questo ti sembra di stare male. Smettila di pensarci e vedi di farti venire queste fisse- concluse Isolde chiudendo poi la chiamata in faccia al figlio che sospirò. Ermes fece per alarsi dal divanetto della saletta del suo dormitorio e tornare nella sua camera dove aveva lasciato Annabelle a dormire placidamente ma si bloccò di colpo notando Caidan che scendeva di corsa le scale.

-tu che ci fai qui?- sbottò e vide il suo migliore amico sbiancare.

-non è come sembra- si affrettò a dire mettendo le mani avanti.

-ah no? Da chi eri?-

-Lavinia ma ho dormito a terra e non nel suo letto se ti può tranquillizzate. Alla festa abbiamo iniziato a parlare e abbiamo chiarito quello che era successo e poi siamo rimasti a parlare fino a tardi. Lavinia era stanca ma voleva continuare a parlare quindi ci siamo sposti qui e ci siamo addormentati ma ti giuro che non ho fatto niente-

-come no- borbottò Ermes che in realtà credeva al suo amico ma era rimasto comunque sconvolto nel vederselo davanti agli occhi quella mattina.

-oh andiamo non mi credi? Davvero?- sbottò Caidan -puoi chiedere anche a Lavinia se vuoi. Ora scusa ma oggi ho lezione e sono già le dieci- sbottò il mutaforma maledicendo chiunque avesse deciso di fare quella maledettissima festa durante la settimana con le lezione il giorno dopo-.

-cos...- Ermes sgranò gli occhi controllando l'orario sul suo telefono. Nonostante avesse parlato con la madre non si era minimamente accorto dell'orario e fino a prova contraria anche lui aveva lezione con Angelina. -cazzo- sbottò salendo velocemente le scale per prendere la sua roba mentre Caidan ne approfittava per andarsene da quel dormitorio indisturbato.

Ermes prese la sua roba e mentre andava nello studio di Angelina, era inutile usare un'aula solo per loro due, scrisse un messaggio ad Annabelle avvisandola che stava andando a lezione e per quel motivo non l'avrebbe trovato al suo risveglio. Tanto era intento a correre e scrivere il messaggio che non si accorse di essere andato a sbattere contro qualcuno.

-ahi-

-scusa- disse Ermes guardando preoccupato quello che riconobbe come Ares e che era caduto a terra per colpa del loro scontro -ti aiuto- e gli porse la mano e Ares l'accettò alandosi da terra. Ermes avvertì una forte fitta alle tempie che gli fece stringere gli occhi per il dolore per un bel po' e vide che anche Ares sembrava non stare bene.

-io...- Ares prese un profondo respiro cercando di capire perché gli facesse così male la testa, eppure prima di scontrarsi con Ermes stava bene -devo andare a lezione scusami- sussurrò salutandolo con la mano e andandosene da li velocemente cercando di non pensare a quanto gli facesse male la testa.

Ermes sospirò e fece per fare un passo ma non ci riuscì visto che le gambe gli cedettero e cadde a peso morto a terra chiudendo gli occhi.

Anche Ares non era riuscito a fare molta strada prima che le gambe gli cedessero ma per sua fortuna era quasi arrivato vicino alla sua aula e quindi Felix lo vide e riuscì a prenderlo prima di fargli sbattere la testa a terra.

-ma cosa?- domandò confuso il rosso che di certo non si era aspettato il crollo del suo migliore amico in quel modo.

-cos'è successo qui?- domandò Peter arrivando e notando il suo miglior studente del primo anno riverso a terra.

-non lo so, mi è svenuto davanti- rispose sinceramene Felix preoccupato per Ares anche perché era certo di non avere abbastanza forza per poter portare in braccio il castano fino al loro dormitorio.

-se stava male poteva anche non venire a lezione- disse Peter -e ora come...oh Domenic- sorrise l'uomo vedendo il moro che era appena uscito con fin troppa calma l'aula dove prima aveva fatto lezione a quelli del terzo anno -poi portare Ares al dormitorio?- Domenic guardò confuso il castano svenuto.

-non sono io il responsabile del dormitorio- sussurrò Domenic ma comunque si avvicinò al rosso e prese in braccio Ares preoccupato a morte per lui -per questo dovresti promuovermi- continuò in direzione di Peter andando verso il dormitorio anche se iniziava a sentire le braccia pesanti e ringraziò di essersi attardato altrimenti era certo che Felix sarebbe stato costretto a riportare l'amico al dormitorio e nulla togliere al ragazzo del suo migliore amico ma non gli sembrava minimamente in grado di sostenere il peso di Ares, ci si metteva soprattutto l'altezza del ragazzo.

Arrivato al dormitorio ringraziò che qualche cretino avesse lasciato la porta aperta e salì senza troppe difficoltà le scale per arrivare a quella che si ricordava essere la camera del ragazzo. Una volta aperta la porta, senza poche difficoltà, posizionò velocemente il castano sul suo letto e poi sospirò.

-si può sapere perché sei svenuto maledizione? Che hai combinato ieri sera?- sapeva che l'altro non poteva rispondergli visto che aveva gli occhi chiusi ma continuava comunque ad essere preoccupato per lui e sperava non avesse mangiato o bevuto qualcosa che gli aveva fatto male.

-non puoi farmi preoccupare così- continuò Domenic sedendosi sul letto accanto al ragazzo e prendendogli con una mano il polso destro fu facendo quel movimento che si accorse di quanto in realtà stesse battendo furiosamente e la cosa lo destabilizzò molto. -cazzo ti è successo?- corrucciò la fronte prima di lasciargli un bacio sui capelli cercando di tranquillizzare anche il suo di cuore che aveva preso a battere allo stesso ritmo di quello del castano per la preoccupazione.


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