Ares guardò confuso l'ingresso del negozio di antichità. Erano le dieci e un quarto e lui era già arrivato li e non si capacitava del fatto che non ci fosse nessun altro in quel posto. Possibile dovesse fare quel maledetto test d'ingresso completamente da solo? O probabilmente era realmente tutta una truffa e lui ci era cascato in pieno. Ma ormai era li e non poteva non provarci no? Prese un profondo respiro e aprì la porta facendo tintinnare i campanelli sopra la stessa e quindi avvisando tutti del suo ingresso.
-buongiorno- salutò guardandosi intorno e osservando tutti gli oggetti li presenti.
-buongiorno, posso fare qualcosa per te?- gli chiese l'uomo con la barba bianchissima come i suoi capelli che aveva appena raggiunto il bancone all'ingresso.
-no, sto semplicemente dando un'occhiata- inventò Ares che si sentiva davvero preso in giro ma per non sembrare irrispettoso nei confronti del proprietario del negozio si mise realmente a fare un giro nello stesso osservando incuriosito tutti gli oggetti li presenti e senza accorgersene iniziò a giocare con la collana che portava al collo fin da quando era nato, a quanto dicevano Sonja e Robert, che era composta da una placchetta con un'enorme A incisa sopra e se girata si poteva trovare i suo nome "Ares" inciso a sua volta. Era stata grazie a quella collana che i suoi genitori adottivi avevano saputo il suo nome.
Tanto era immerso nei suoi pensieri che non si accorse minimamente del vociare sottile che aveva preso a risuonare nel negozio, se ne accorse solo quando divenne molto più forte e si guardò intorno chiedendosi se qualcuno fosse entrato ma sembrava che ci fossero solo lui e l'uomo barbuto nel negozio. Quel vociare però era davvero troppo insistente e Ares lo seguì fino a raggiungere quello che pareva un normalissimo scaffale pieno di libri vecchissimi. Lo guardò stranito: perché venivano da li le voci? Fece per toccarlo ma la sua mano scomparve oltre i libri e perse l'equilibrio finendo poi per caderci all'interno di quello scaffare, se solo due braccia non l'avessero tenuto si sarebbe spiaccicato di faccia a terra.
-stai bene?- gli chiese la voce del suo salvatore e Ares cercò di rimettersi dritto per poi sgranare gli occhi nel notare quello che sembrava un corridoio della sala d'aspetto di un'università.
-si...ma dove siamo?- chiese voltandosi e trovandosi difronte un ragazzo rosso di capelli e poco più basso di lui con gli occhi verdi che erano completamente contornati da lentiggini.
-credo nella sala d'aspetto-
-ma non...non c'era il negozio d'antichità qui?-
-sono stranito quanto te e io ci sono finito a terra- rise il rosso facendo sospirare di sollievo Ares: almeno non era impazzito -sono Felix comunque- si presentò il rosso porgendogli la mano.
-Ares- e il castano gliela strinse -per un momento ho pensato di essere caduto in una truffa invece sembra tutto vero-
-già- sussurrò Felix -chissà quanta gente ha pensato lo stesso e se ne è andata una volta davanti al negozio o addirittura che non si è proprio presentata ignorando la lettera. Posso chiederti perché sei qui?-
-non lo so sinceramente- rispose Ares andandosi a sedere su una delle panche del corridoio seguito poco dopo anche da Felix -forse per scappare dalla monotonia della mia famiglia con me che finisco nei guai se uno dei miei fratelli fa qualcosa di sbagliato perché ovviamente si deve punire Ares e non loro- si sfogò il castano prendendo l'elastico che aveva al polso per legarsi i lunghi capelli castani in una coda bassa visto che avevano iniziato a dargli fastidio -tu invece?-
-scappo dai miei che vogliono costringermi a fare il test d'ingresso per medicina. Mi hanno iscritto a quello di oggi e credono che io sia li e non qui a fare il test per un'accademia privata della quale non so letteralmente niente- ridacchiò Felix -mi stai simpatico Ares-
-bene- i due ragazzi si voltarono, come tutti gli altri presenti, in direzione della donna bionda in tailleur nero che era appena arrivata nel corridoio con un orologio da taschino seguita a ruota da un omone robusto e calvo anche lui in completo elegante -sono le dieci e mezza e abbiamo la metà dei candidati, direi che la prima scrematura è stata fatta Peter-
-ottimo. Bene ragazzi seguiteci, a breve avrà luogo la seconda prova- sorrise l'uomo e Ares e Felix si scambiarono uno sguardo interrogativo: in che senso seconda prova? Quale era stata la prima?
-trovare questo posto- sussurrò poi Ares in modo che solo Felix che era al suo fianco lo sentisse mentre si dirigevano nell'enorme aula dove erano disposti banchi singoli in file sopra i quali erano presenti un foglio voltato, una matita e una gomma.
-la prima prova?- chiese Felix per sicurezza e Ares annuì. Se non avesse sentito quelle voci provenire oltre la libreria forse non si sarebbe nemmeno imbattuto in quel posto.
-prego sedetevi, avete solo un'ora per completare tutte le domande- continuò la donna e Felix prese il banco dietro a quello di Ares visto che era l'unico libero vicino al castano -potete girare il foglio- e Ares lo fece osservando attentamente le domande mentre faceva rotolare la matita tra le dita. Quelle domande gli sembravano tutte senza senso e non ne capiva davvero il senso. Sospirando fece per iniziare a segnare le risposte a caso ma il tempo di toccare il foglio con la matita che vide le parole muoversi e andare a formare un'altra domanda sotto il suo sguardo sbigottito. Quelle si che sembravano essere domande più chiare. Prese la gomma per cancellare il segno che aveva fatto in precedenza e poi si mise a rispondere velocemente.
-lo hai visto?- domandò Peter con gli occhi che gli brillavano ad Angelina -è un fisico!-
-smettila di esaltarti! Anche se ha chiaramente mostrato poteri da fisico deve ancora superare la seconda prova Peter, potrebbe anche non riuscire a superare le altre e quindi non finire per essere il tuo studente-
-Angelina ha preso la gomma con la magia! Nessun altro lo aveva mai fatto ad un esame per quelli della seconda dimensione! Sono certo che sarà un mio studente!-

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Lost memories
FantastikAres vive la sua vita normalmente fino a quando non gli arriva una lettera misteriosa che gli chiede di partecipare al test d'ingresso per una prestigiosa accademia privata della quale non ha mai sentito parlare. Si presenterà a quel test non sapend...