Capitolo 5.

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Quando Miles ha detto che ci sarebbe stato un bel po' di lavoro da fare, non scherzava affatto.

È ora di pranzo e il bar brulica di clienti che ordinano un piatto di insalata con il solo scopo di avere il dessert o una bibita gratis.

Non penso che questa scelta giovi veramente al locale. Certo, stiamo vendendo molti piatti di verdura diversi; dall'insalata semplice, a quella greca, e così via... ma dare in omaggio un dessert ad ogni cliente che la ordina non è vantaggioso. Non dico niente solo perché so che Alfred è d'accordo con la scelta di suo nipote, e io mi fido di lui, diversamente da quanto poco invece mi fido del biondino.

Sono sudata e stanca, ma Miles continua a guardarmi con aria di sfida e non gli darò mai la soddisfazione di avere un motivo per rimproverarmi.

Il mio turno finisce tra un'ora e potrò finalmente stare con la mia piccola peste.

«Mi scusi, qual è la differenza tra la torta di mele e quella alle fragole?» mi chiede una signora vestita di tutto punto, con degli occhiali da sole di marca che le coprono gli occhi e un vistoso rossetto rosso.

Per un momento mi viene naturale fare una smorfia per quella domanda, ma ovviamente Miles mi sta ancora guardando e non posso rispondere come vorrei.

La domanda può risultare banale; ma guardando bene la cliente, capisco che vuole una risposta esaustiva pur non avendomi rivolto una domanda totalmente sensata.

«La torta di mele è stata preparata senza burro, in modo da poter soddisfare le richieste dei nostri clienti vegani, mentre la torta alle fragole-»

«Contiene molte fragole e molto, molto zucchero. Ma è così buona da leccarsi i baffi.» interviene Miles.

La signora gli sorride in maniera ambigua e si allontana dal bancone per avvicinarsi a lui.

Iniziano a chiacchierare tra loro e io ne approfitto per stiracchiarmi un po'.

Noto la signora di prima toccare un po' troppo il braccio di Miles, ma a lui non sembra dispiacere, anzi. Lei sorride maliziosa, lui le propone altri prodotti a basso prezzo.
Fa davvero così effetto sulle persone?
A me viene voglia di sbattergli una pentola in testa ogni volta che apre bocca.

Sento lo stomaco brontolare e vorrei tanto mangiare quel muffin dall'aspetto delizioso esposto in vetrina, ma un certo gufo – nientemeno che Miles Mallard – sta venendo in questa direzione e cerco di sembrare impegnata passando lo straccio sulla superficie già ben pulita.

«Stella»

Alzo lo sguardo con calma.

«Dimmi, Miles.»

«Direi che per oggi hai fatto abbastanza, vai pure a cambiarti.»

Sorrido all'istante. «Davvero?»

«Certo. Prima però volevo domandarti una cosa. Cosa ne pensi della nostra offerta di oggi sull'insalata?»

Rifletto.

Miles è stranamente gentile e non vorrei farlo irritare in qualche modo, anche perché non vedo l'ora di andarmene da qui ed essendo in anticipo, sono anche in tempo per andare a prendere a scuola Mackenzie.

«È stata un'ottima idea. Complimenti. Ora vado a cambiarmi!» dico velocemente, prima di sfilarmi il grembiule.

«Mills» mi chiama a gran voce, usando il mio cognome. «Aspetta!»

«Sì?» cerco di non sbuffare.

«Devi essere sincera. Non sbrigativa. Cosa ne pensi? Davvero. Ti faccio questa domanda per un motivo preciso, non perché mi interessa veramente la tua opinione.»

𝐕𝐢𝐜𝐢𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐜𝐮𝐨𝐫𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora