Capitolo 27.

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La sera stessa, prima di riuscire ad addormentarmi, ripenso più volte alla proposta di Miles.

Un appuntamento... io e lui?
Mi sembra assurdo anche solo pensarci.

Eppure l'idea mi fa quasi sorridere.

La mattina successiva, al lavoro, non perde occasione per stuzzicarmi.

«Ti sei divertita ieri sera?»

La sua domanda mi arriva alle orecchie mentre sono occupata a pulire un tavolo.

«Molto.»

«Era buona la pizza surgelata?»

Faccio una smorfia. «Ero con le mie amiche, Miles. E non ho mangiato al pizza, se proprio ti interessa. Abbiamo mangiato sushi.»

«Però alle nove eri già a casa. Le luci della tua stanza erano accese.»

«Sei diventato uno stalker?! Ti ricordo che ho una figlia, magari era lei in camera, no?»

«Non devi trovare scuse se non vuoi cenare con me, fatina. Di solito sei schietta, cosa è cambiato?»

Lo so che lo fa solo per provocarmi.
E il problema è che riesce benissimo.

«Non sei il centro del mondo, Miles.»

«Stasera sei impegnata o...»

«Non lo so.»

Lui non dice niente.

Il locale è particolarmente deserto oggi.
Athena è a casa con la febbre e per ora ci siamo solo noi due.

Raccolgo un tovagliolo stropicciato da terra e nell'alzarmi mi scontro con un petto ampio.
Il profumo di Miles mi inebria i sensi e mi rilassa all'istante.

«Stai attenta a dove metti i piedi.» sussurra.

«Sei tu che sei in mezzo alle...»

«Sei sporca di cacao.» mi osserva le labbra.

«E me lo dici solo adesso?!»

Ho bevuto un cappuccino un'ora fa, durante la pausa, e devo essermi sporcata, ma ovviamente lo stronzo mi ha fatto lavorare a contatto con i clienti senza dirmi prima che ero sporca.

Faccio per pulirmi la bocca con la mano libera, ma lui mi precede. Passa il polpastrello sul mio labbro inferiore, provocandomi numerosi brividi lungo la schiena.

«Fatto.»

Si porta il pollice alla bocca, sotto il mio sguardo ipnotizzato.

Perché non arriva nessuno?
Questa tensione mi sta uccidendo.

«Devo... andare in bagno.»

Non dice niente.
Mi fissa negli occhi.

Gli dò le spalle e faccio per lasciarlo da solo, quando sento una presa calda circondarmi il polso per farmi voltare nuovamente verso di sé.
I suoi occhi luminosi mi inchiodano sul posto e la sua bocca gonfia mi chiama, pur rimanendo in silenzio.

Ci fissiamo per secondi, minuti interi.

Il cuore mi batte fin troppo energicamente e io non sto capendo più niente.

Il suo odore è così buono da stordirmi e il suo sguardo così intenso da togliermi la solita spensieratezza che uso di solito nel stuzzicarlo.

Non riesco ad aprire bocca.

«Non ho ancora smesso di pensare a quel bacio.»

Quella confessione di turba e mi emoziona al tempo stesso.

«E al modo in cui mi sono sentito quando mi sono svegliato e tu non c'eri.»

«Non potevo rimanere, Miles. Lo sappiamo entrambi.»

«Da cosa cerchi di scappare, Stella? Da me o da te stessa?»

«Forse da entrambi.»

«Ne vale la pena?»

Non lo so.

«Vale la pena fingere di odiarmi, quando vorresti solo assaporare ancora le mie labbra?» esclama.

«Non dirmi queste cose...»

«Altrimenti? Ti ecciti, fata?»

«Siamo al lavoro. Qualcuno potrebbe...»

«Ci siamo solo noi due. Nessuno può vederci. E anche se dovessero farlo, non mi importerebbe.»

«Non sono più una vecchia acida, Miles?»

«Sei una rompipalle senza eguali. Ma sei anche fottutamente testarda e mi fai andare fuori di testa. Sai essere davvero stronza, ma guarda caso sei l'unica donna che ho in testa non appena apro gli occhi al mattino e non appena li chiudo la sera, Stella.»

«Io ti odio, Mallard.»

«Però vuoi baciarmi.»

Siamo troppo vicini.
Ci fissiamo a vicenda come se volessimo mangiarci. Ma questa volta non per ferirci a vicenda.

Le sue labbra sono gonfie e invitanti.

E io vorrei toccarle.

Vorrei sporgermi verso di lui e ...

«Salve! È possibile avere un caffè macchiato e una brioche ai mirtilli?»

Un cliente attira la nostra attenzione, cosa che invece non era riuscita a fare la campanella sopra la porta, che suona ogni qualvolta qualcuno la varca.

Eravamo così presi da noi da non aver udito il minimo rumore intorno.

«Certo! Arrivo subito!»

Ho il fiato corto.

Miles mi ferma ancora una volta prima che possa andare dietro la cassa.

«Un appuntamento. Io e te. Stasera.»

𝐕𝐢𝐜𝐢𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐜𝐮𝐨𝐫𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora