5. OSCURO

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Le tenebre non durano
per sempre.
Anche nell'oscurità
si può trovare un po' di luce.

"Non so più niente. Ho perso ogni certezza che una bambina di cinque anni può avere. Mi chiedo di continuo cosa sta succedendo a mia madre, colei che mi ha deciso di adottarmi quando sono nata. Non potevo restare con la mia vera madre? Vorrei aver avuto un fratello o una sorella, in queste occasioni. Lei se la prende sempre con me, e non so cosa sto facendo di sbagliato. Dov'è, adesso? E mio padre?"

Non mi sono soffermata ad ascoltare i discorsi tra l'agente immobiliare, e il ragazzo dai capelli scuri, perché è un successo essere riuscita ad entrare in casa con il consenso, ed è meglio non sprecare questa opportunità infiltrandomi in affari degli altri.

Il ricordo di uno sfogo che dissi al mio amico immaginario si fa largo nella mia mente, ma cerco subito di ritornare con la testa a terra.

Sembra essere stato un evento premeditato - quello di assegnarmi una casa già abitata - e non uno sbaglio. In questo momento, però, sono troppo congelata e frastornata per avere pensieri lucidi... cinque minuti di pausa, e tornerò pimpante come sempre.

Mi guardo intorno in quella che dovrà essere la mia stanza per almeno 6 mesi - periodo temporaneo del soggiorno linguistico - ed un senso di malinconia non fa che accrescere dentro di me. È completamente vuota, ed io ho perso tutto quello che avevo, sia simbolicamente che fisicamente. Sembra di essere sul punto di dover rinascere dalle tenebre, ricominciare da capo.

Il ricordo di poco fa si ripresenta, facendomi liberare un piccolo singhiozzo, ma ritorno a pensare alla casa.

In fin dei conti preciso che, almeno finché non sistemerò la faccenda della casa, resterò qui, quindi non avrò il vantaggio di dire di essermi stabilita in modo definitivo.

Mi butto sul letto, esausta, ma gli occhi si riempiono di lacrime, quelle che ho represso finora, senza che io possa reprimerle, quindi arrivano a bagnarmi le tempie. Mi copro con il braccio, anche se nessuno può vedermi in questo stato, e cerco di comprendere cosa non sta andando nel verso giusto.

Semplice, è la Norvegia. Per quanto mostri la sua bellezza, riporta a galla troppe ferite ancora aperte attraverso flashback sia belli che brutti.

L'Aurora Boreale è uno dei fenomeni più belli e speciali del mondo. Sta aspettando solo noi.

Oltre alle reminiscenze, c'è il problema che riguarda unicamente me. Io, che sono sempre stata una bambina amante della compagnia e del divertimento semplice, sono rimasta sola. Questo paese mi fa sentire terribilmente sola. Non è da me che, il primo giorno in un nuovo posto, non riesco a fare amicizia con qualcuno... temo che qui sarà così, è una distruzione.

No, basta così. Devo fermare ogni pensiero deprimente. Io non sono così.

Alzo la schiena con tutte le forze che ho ancora in corpo, e resto seduta. Nell'esatto momento in cui tiro un sospiro di autoconvinzione, la porta cigola piano, e dei riccioli biondi fanno capolino da dietro di essa. Serkan, con un sorrido a bocca chiusa, si avvicina a me, sedendosi al mio fianco senza chiedere.

«Avevo creduto che non fossi la Aylin che pensavo, perché non hai citato del proprietario di casa che ti ha cacciata fuori.» Ridacchia, per smorzare la tensione. Sembra quasi che mi stia prendendo in giro.

«Lo conosci?» Gli domando, flebile.

«È mio fratello. Koray è un coglione ma non può stare solo.» Ora capisco perché si somigliano così tanto loro due. «Quando ho avuto la richiesta della tua amica, l'ho vista come un'occasione giusta. Tu non conosci lui, e lui non conosce te. È perfetto.»

Luna nei tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora