27. FRAMMENTI

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I frammenti del passato

sono capaci di distruggerti,

ma i ricordi possono

anche salvarti.

«Tua madre ti chiamava Linda, giusto?»

«Sì, ma non ho mai capito perché...» Risposi, confusa per la sua strana domanda.

«Perché ogni suo modo di chiamarti rappresenta un suo stato d'animo. Credo che Linda fosse quello che usava quando era arrabbiata con sé stessa.» Ammise, mentre lo immaginavo guardare il cielo stellato dall'altra parte del cellulare.

Sospirai. «Mister Douglas?»

«Sono qui...»

«Secondo te cosa starà facendo, adesso?»

Capì subito che mi riferivo a mia madre. «Quello che starai facendo tu: guarda la luce della luna.»

Con una svogliatezza mai vista prima d'ora su di me, ripongo il libro di lingua norvegese nell'armadietto e sbatto l'anta, bloccandola poi con il lucchetto. Non è da me essere così, e sono consapevole di risultare come una teppista agli occhi degli altri.

Darebbe fastidio anche a me, se solo non fossero proprio loro la causa della mia stanchezza.

«Oh, il tesorino non ha fatto abbastanza sesso, ieri sera.»

«Rossa di capelli, golosa di piselli.»

«Non ti basta scopare con il più figo di questo posto, Linda?»

Le voci continuano a farsi sentire, indisturbate. Questo è solo un assaggio di quel che sta succedendo in questi giorni.

Vorrei piangere e sfogarmi;

Far capire a tutti che non sono quel tipo di persona che va a letto con chiunque;

Urlare che i miei capelli non determinano chi sono;

Far presente che avere delle amicizie non vuol dire essere "amici con benefici".

Credo sia inutile, però, perché Cody ha provato a difendermi. Mi è stato accanto in tutti questi giorni, sopportando il mio "insopportabile" silenzio, e comprendendo le mie risposte, di tanto in tanto, seccate. Avrei preferito restare anonima a tutti, come è sempre successo. Non è più possibile, però.

Accidenti, vivo sotto lo stesso tetto del ragazzo più bello e desiderato di tutto l'istituto... come posso pretendere di ritornare invisibile?

Se qualcuno avesse i superpoteri, potrei soltanto chiedere di tornare indietro nel tempo.

«Hey, Linda.» Divento una pietra, quando sento chiamarmi in quel modo.

Non so come sia possibile, ma qualcuno ha cominciato a chiamarmi con il soprannome datomi da mia madre, ed ora sono in molti che lo usano.

«Linda, sto parlando con te.» Chiudo gli occhi, preparandomi alla prossima derisione che devo subirmi, e mi volto lentamente verso un ragazzo dai capelli platino, appena freschi di taglio, poco più lunghi della barba che ha. «Allora, te lo vieni a fare un giro sulla mia giostra?»

In un primo momento non comprendo cosa voglia dire esattamente, infatti si guadagna una mia occhiata confusa.

«Andiamo, piccola. Non fare la bambinella.»

«Non so cosa vuoi da me.» Rispondo a voce bassa, facendo per andarmene. Questo ragazzo mi fa paura, quasi come Zack.

«Certo che lo sai.» Mi poggia una mano sulla guancia, avvicinandosi, ed io mi immobilizzo. «E so per certo che lo vuoi anche tu. Questo occhi di ghiaccio mi stanno implorando di saltarti addosso, ma qui non posso farlo. Allora, andiamo a casa mia?»

Luna nei tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora