Non ho voglia di
starmene a dormire,
se ci sei tu, e il cuore
mi batte forte.
«Sono rimasta sola. Stamattina mamma è andata via e ancora non è tornata. Mi manca, anche se ultimamente era strana, e cattiva, e mi sgridava sempre. Cosa devo fare? Non ho nessuno, Bear. Tu mi farai compagnia, vero? Oppure sai dove sia andata? Ti prego, non lasciarmi anche tu. Ho paura.» Strinsi il mio unico pupazzino al petto.
Non riuscii a trattenere il mio urlo strozzato: «Mamma!»
Con una determinazione immane dentro di me, spalanco lo sportello e mi fiondo giù dalla macchina. Ho paura... non può andare a finire come è successo in passato. Non deve sparire. Non so cosa sia scattato nella mente di Koray, cosa lo abbia fatto sconnettere da sé stesso e reagire in malo modo. Non posso permettermi di perdere un'altra persona che scappa da me. Cosa ho di così tremendo?
«Koray.» Urlo, cercando di non affondare troppo i piedi nella neve, mentre cammino a passo svelto.
Guardo a destra e a sinistra, tra gli alberi: nessuna traccia di lui.
Cado la prima volta a terra, ma non demordo.
Mi rialzo e continuo ad urlare il suo nome. Non sento nient'altro che il suono del vento forte, e i miei passi che scricchiolano nella neve più fredda.
Il terrore non frena la sua salita, e le forze calano, ma non posso fermarmi. Io non... non me lo perdonerei mai.
Aylin, rifletti. Cosa puoi fare?
Il suo Husky non è con noi per seguire la scia dell'odore;
Io non ho un cellulare per poter chiamare qualcuno;
Non so dove siamo, né quanto ci manca per tornare a casa;
Non so dove lui potrebbe andare a rifugiarsi in momenti come questi;
Non so cosa fa esattamente quando ha queste reazioni o se è la prima volta che gli capita una cosa simile...
Cosa potrei mai fare? Sono nei guai. Se suo fratello e sua sorella sapessero, mi spedirebbero di nuovo a Parigi, e non potrei neanche chiedere obiezioni. La colpa è tutta mia, perché si è infuriato per la mia troppa vicinanza.
Andiamo, Linny, ma davvero pensi queste cose? Apri gli occhi e pedala. Non perdere altro tempo, se vuoi trovarlo.
Come se la mia coscienza fosse davvero in grado di espellere i miei pensieri negativi, le do ascolto. È colpa mia? Devo fare in modo di rimediare ai danni.
«Kore!» Ricomincio a chiamarlo a voce alta, talmente forte da farmi male le corde vocali, che rischiano di bloccarmi la gola. «Andiamo, dove sei? Si sta facendo tardi.»
In un altro contesto sarei scoppiata a ridere per questa scena, perché parlare da soli è al confine tra la normalità e la pazzia. Ora, però, non mi passa neanche il pensiero di farlo.
«Fammi un cenno, dimmi qualcosa... dammi una direzione da seguire.» Alzo gli occhi alla luna, cercando di recuperare un po' di fiato. Siamo sempre sotto lo stesso cielo, non può essere andato tanto lontano.
Mi stringo nei miei indumenti invernali, e annuso quelli datomi da lui. Hanno il suo profumo di cioccolato, come se li avesse intinti all'interno.
Continuo a camminare, ora più lentamente, guardandomi sempre attorno, ed anche se pian piano il cielo si fa più buio, la neve fa luce da sé, e comincia a riflettere anche quella della luna.
Dove potrebbe mai nascondersi in un bosco? Senza dubbio conosce ogni angolo a memoria, a differenza mia che non so neanche dove mettere i piedi. Chi mi assicura che non ci sia un dirupo sotto alla neve?
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Luna nei tuoi occhi
Lãng mạnFin da piccola, Aylin è stata accompagnata da una strana abitudine: guardare la luna. Qualsiasi cosa succedesse durante la giornata, la luna sarebbe stata la risposta, la causa, o la spalla. Lei sa tutto, ed Aylin non ha bisogno di motivi per fidars...