25. DOLORE

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Una persona comprende

il dolore dell'altro

solo se lo ha provato

sulla sua pelle.

Pensavo che i colori caldi potessero rallegrarmi, donarmi vitalità, e farmi sprizzare gioia da tutti i pori. Non potevo sbagliarmi di più. Le immense tonalità di luce di Abu-Dhabi mi facevano tornare a mente che non avevo la mia vera speranza, la mia vera fonte di luce, perché questa era scappata via da me senza darmi un motivo. Ero un corpicino che diveniva sempre più magro e cupo in mezzo a tutta quella vita, e se ne accorse perfino l'ometto perfetto. Neanche lui riusciva più a farmi ridere. Non facevo altro che pensare alle ultime cattive parole che mi aveva rivolto mia madre, e mi incolpavo giorno e notte per la sua fuga. Le sue parole erano troppo dure, è per dirle ci doveva essere un fondo di verità. Ero io la causa del suo addio non detto.

Zack continua a squadrarmi da lontano, con lo sguardo martoriato dalle botte. Anche il resto dell'aula mi fissa, ma tutti evitano ogni commento detto a voce alta. Non vogliono subire le punizioni dal professor Bilail, probabilmente.

Dopo la volta in cui proprio Zack mi ha rivolto tanti commenti poco gradevoli, hanno tutti un po' di paura. Ciò, però, non vieta agli altri di inventare film e teorie su chi sono, e quale sia il mio lavoro.

Entrando nell'assurdo delle cose ancora più assurde, Cody mi ha riferito di aver sentito qualcuno dire, con convinzione, che sono la fidanzata segreta del professore, e quindi sto con lui, con Cody, e con Koray.

Davvero, stanno creando dei film comici da Oscar.

In tutto ciò, io evito ogni persona che tenta di parlarmi, e soprattutto non riesco ad incrociare gli sguardi, neanche mentre mi tocca spiegare la lezione del giorno.

Sta girando voce che sono una "poco di buono", e in realtà io non ho neanche mai dato un bacio.

Sì, c'è quello con Ser, ma non posso considerarlo. Non ho ricambiato il gesto perché non era quel che volevo da lui.

Allora perché devo essere scambiata per quella che non sono? È imbarazzante, ma soprattutto umiliante, e posso risolvere questa cosa soltanto a testa alta. Non posso lasciarmi scalfire dalle parole fasulle, e le risse non fanno al caso mio, affatto.

Al termine della lezione, raduno i miei libri e mi alzo dalla sedia.

«Stronza di merda.» Sento sibilare. «Gli altri sì, ed io sono stato menato da uno dei tuoi coglioni. Giusto trattamento.» La voce furiosa di Zack, seppur bassa e attenta a non farsi sentire dal professore, si riconosce subito per quello che dice. Evito anche lui, perché è la cosa più giusta da fare, ed esco dalla classe.

Il mio passo è abbastanza svelto - è una cosa un po' insolita per me - ma voglio fuggire al più presto da questo istituto. Oggi è stata una giornata disastrosa, a partire dalla reazione sconsiderata di Ray.

Non mi importa molto delle dicerie della gente, ma di lui sì. Non riesco a capire cosa lo infastidisce così tanto – cosa lo fa imbestialire esattamente - perché lui non vuole rispondermi.

Soprattutto, però, credo che anche lui pensa di avere a che fare con una ragazza in maschera.

Cavolo, suo fratello mi ha baciato, ed è ovvio che ora abbia un'idea sbagliata di me.

Raggiungo il mio armadietto in poco tempo, aprendo l'anta per lasciare i libri all'interno.

«Hey, posso?» Sento chiedermi da qualcuno dolcemente, mentre mi tocca la spalla destra.

Mi volto verso di lui. «Cody.»

«Non stai molto bene, vero?» Deduce.

Io alzo le spalle, affranta. «Non proprio. Devo assolutamente tornare a casa.»

Luna nei tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora