28. FILMATO

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La mente è una

cassaforte di ricordi.

Un filmato è un

promemoria delle emozioni.

«Ti chiami Koray, giusto?» Chiesi al bambino che avevo visto il giorno prima sulla neve.

«Come sai qual è il mio nome?» Era particolarmente burbero, forse come la madre che non smetteva di sgridarlo, ma la sua voce era buffa. Alzai le spalle, cambiando argomento. Anche se non mi aveva detto personalmente il suo nome, non volevo dirgli che lo avevo sentito, prima di parlargli... il giorno prima ci eravamo soltanto guardati e sorrisi.

«Ti va di giocare con me con la neve? Mamma non vuole farlo.»

«La mia non vuole neanche che mi allontani.» Rivolse uno sguardo dietro di lui. «Lei è cattiva con me.»

«Restiamo qui, allora. Insieme. Così, se ci sono io, non può continuare a farlo.»

Attendo che quei capelli scuri riccioluti facciano di nuovo capolino in cucina, e come passatempo tolgo un po' di polvere qua e là. Avrei voluto leggere qualcosa, ma non ho ancora avuto l'occasione di prendere un libro, e non so se Koray sia un tipo che legge.

A breve dovrebbe anche venire Cody per portarmi gli appunti delle lezioni spiegate, perché sono tre giorni che non vado all'università. Ho comunicato al professor Bilail di aver avuto un problema fisico che mi richiede riposo, e tutto sommato è vero perché, per garantire una buona guarigione del volto, devo evitare di avere troppi sbalzi di temperatura e fare movimenti labiali troppo bruschi.

Fa ancora male, ma molto meno rispetto all'inizio. È anche meno gonfio, e sono contenta. Questo significa che, prima guarirà, e prima potrò rivedere Mister Douglas, o meglio dire Dottor Douglas. Ho bisogno di avere notizie sulle mie due madri: quella biologica, e quella adottiva.

«Kurt, vieni qui.» Chiamo il cane. Ho appena trovato un pezzo di salsiccia secca da potergli dare, quindi la nascondo in una mano e mi chino verso il cucciolo che scodinzola ai miei piedi.

Allungo i due pugni davanti a lui. «Quale scegli?»

Fa per odorare l'una e poi l'altra e immediatamente lecca la mano destra. Scelta giusta. Gli lascio mangiare la sua piccola ricompensa, e torno all'opera.

Cavolo, il frigo è pieno di cibo non terminato.

Vengo distratta dal campanello di casa quindi, seguita dall'abbaiare di Kurt, vado ad aprire. So che non si tratta di quegli occhi opposti, ma mi fa piacere vedere Cody. Mi accorgo abbastanza subito, però, che oggi non è solo.

Dei capelli biondi e ricci spuntano da dietro la spalla del mio migliore amico, e avanzano verso di me. «Ciao, bella rossa.»

Oh, chi si rivede... Serkan.

Dal putiferio scoppiato per il bacio, non ci siamo più visti. A quanto mi ha detto Nes, si era preso una pausa dal lavoro ed ha passato una settimana ad Oslo, nella capitale norvegese. Rivederlo, dopo una settimana dall'accaduto, mi agita un sacco, e sinceramente mi spaventa anche un po'. Non è lui che mi preoccupa, ma la reazione di Ray quando lo rivedrà. Neanche loro due si sono più parlati, e questa cosa mi dispiace molto. Io e Ray non abbiamo neanche più parlato di lui e di sua sorella, anche se con Nes stiamo abbastanza spesso insieme.

«Hey, ciao...»

Si sta avvicinando molto... non vuole uno di quei baci che si danno sulla guancia, vero?

Come se avesse sentito quel che ho pensato, con l'obbiettivo di farmi una ripicca, si china proprio per baciarmi sulle guance, prendendo anche la mia mano. Oddio.

Luna nei tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora