2. SPIRITO

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Spazio autrice: alcune parti dovrebbero essere scritte in corsivo, ma a quanto pare wattpad non me lo fa fare quindi, intanto che capisco come fare per vincere, vi lascio il capitolo sperando ci capiate qualcosa. Buona lettura e grazie, come sempre, a chi decide di sostenermi❤️

Non bisogna mai vendere la terra.
È l'unica cosa che rimane
quando il resto si esaurisce.

«Devi smetterla, mi hai capito? Ora dove te ne vai? Devi stare qui.»

Tornando in Norvegia, avrei dovuto prevedere una maggiore insistenza dei pensieri, ma in verità non si sono mai bloccati, ma solo alleviati. Forse, ora che sono qui, si faranno solo sentire di più. Porteranno a galla ricordi che non so di avere, attraverso frasi sconnesse o momenti reali...

Non mi farò prendere dal panico, però, perché non sono più una bambina. Sono forte.

Ho saltato la colazione dell'hotel, a causa della lunga notte travagliata che ho passato, ma credo di saltare anche il pranzo. Non ho tempo da perdere, devo trovare la mia casa.

Esattamente alle 12, esco dall'hotel, con il bagaglio a portata di mano, e apro il navigatore del mio vecchio smartphone. Non sono sicura di riuscire a farci qualcosa - considerando l'antichità di questo aggeggio e il suo schermo mal ridotto - ma devo tentare. Sicuramente è meglio che seguire i ricordi che non ho.

Tra preghiere e ringraziamenti, la batteria del cellulare mi abbandona. Wow, almeno non si è inceppato il display. Posso ancora tenerlo caro a me, allora.

Ormai da sola in mezzo ad una città che non ricordo neanche dove si trova, mi guardo attorno, nella speranza di trovare qualche insegna. Ho intravisto dal navigatore che dovrei rivolgermi verso il mare, seguendo Via Storgata e arrivare ad una che ha la parola Nord all'inizio, simile a Nordkapp. Sembra facile e difficile allo stesso tempo, ma posso farcela. Dovrebbe essere sempre il tratto di strada principale, fino ad arrivare di fronte al mare.

Seppur la mia determinazione sia alta, il freddo non mi aiuta affatto, tanto da perdere spesso il mio punto di riferimento e non capire dove mi trovo. Riacquisto lucidità solo quando mi torna in mente la luna. Lei mi porta sempre dove vuole il cuore: basta seguirla. Lancio quindi uno sguardo al cielo, fissando il piccolo corpo celeste che al momento non trasmette luce, e proseguo.

Prima di svenire per il freddo e per le scarse energie, mi prendo una pausa, ed entro in una tavola calda. Devo stare almeno mezz'ora al caldo e mangiare qualcosa, altrimenti il mio stomaco si rimpicciolisce, e le mie mani si prenderanno un bel gelone, per non parlare del mio naso, che è già diventato un pomodoro.

Nonostante la solitudine del momento, guardare gli altri gruppi di clienti e i camerieri sorridenti mentre svolgono il loro lavoro come una squadra mi strappa un sorriso. La Norvegia è il paese della socialità, senza dubbio.

Con un piatto di carne di alce nello stomaco, ritorno sui miei passi, questa volta più determinata di prima. Sono vicina alla destinazione, me lo sento.

Dopo vari momenti di confusione, finalmente sono giunta a destinazione, all'angolo finale di Honningsväg, sulla strada di Nordvägveien. Il mare non è vicinissimo, ma è più che visibile, quindi sono nel posto giusto. È proprio il panorama che avevo visto su internet.

Recupero la chiave della casa nella cassetta della posta, come mi è stato comunicato dall'agenzia, ed entro. È decisamente più calda di quello che mi aspettavo, ma almeno posso finalmente recuperare la libera mobilità delle mie mani, quasi bloccate per il freddo polare.

Vengo accolta successivamente dal silenzio, che si fa avvertire dopo qualche minuto passato a dare un'occhiata intorno. È piccolina come casa, ma per me va più che bene: pulita, tranquilla e... profuma di cioccolato fondente? Okay, forse ho di nuovo fame, considerando la lunga camminata fatta per arrivare fin qui.

Lancio giusto un'occhiata fugace a quello che dovrebbe essere il salone, dove si trova anche l'ingresso, e poi proseguo e trascino il bagaglio fino alle stanze dietro la cucina, lungo uno stretto corridoio.

Non capisco cosa ci sia in questa casetta, ma ho l'impressione di non essere sola, ed io credo negli spiriti dei vecchi proprietari. Insomma, c'è qualche cappotto appeso, qualche foto quadro che non mi sono soffermata a vedere... è ovvio che, prima di me, ci abitava qualcuno e, considerando il mio poco preavviso, l'agenzia non avrà neanche avuto il tempo di sgomberare la roba rimasta. È plausibile, quindi non importa. Sono fortunata ad aver trovato questo posto, quindi accetto anche le condizioni. Posso sempre dare una ripulita a tempo mio, senza fretta, perché non ne ho.

Entro nella prima stanza sulla destra, e la prima cosa che salta al mio occhio è la vetrata della finestra, dove dall'esterno colpiscono i timidi raggi del sole. Anche se è pomeriggio, e al momento non sta nevicando, la luce solare è quasi nascosta.

Il letto è disfatto, con una felpa grigia buttata sul cuscino. Credo che l'ex padrone di casa sia morto di recente. Tutto sembra essere stato lasciato così com'era.

Tolgo tranquillamente la maglia dal letto, con l'obbiettivo di metterla sulla scrivania, ma una fotografia strappata attira la mia attenzione. Si tratta di una foto di coppia, dove il volto di una ragazza con i capelli rossi è diviso a metà, lasciando intravedere soltanto le punte e il ragazzo al quale è appoggiata la sua testa.

Il ragazzo ha un pigro sorriso sul volto, gli occhi chiusi per il flash, e dei sobri ricci che gli contornano la nuca. Non sono la classica capigliatura da uomo, con i lati rasati o più corti dei capelli della parte alta... gli formano quasi una faccia da clown, perché sono leggermente lunghi. Ha un aspetto più naturale, poco curato.

Lascio cadere di nuovo la foto sullo scrittoio, triste. Sto immaginando cosa possa essere successo attraverso questa foto: posso alludere ad un tradimento da parte di lei, che ha portato il ragazzo a strappare la sua faccia, per poi suicidarsi.

Una strana malinconia si impossessa del mio cuore. Non riesco ad evitarlo, mi dispiace troppo per le ingiustizie della vita. Come può, questo bel ragazzo, aver subito una cosa del genere? Non lo concepisco.

Per sviare i pensieri, rivolgo la mia attenzione al letto, quindi lo sistemo, e apro poi la valigia, cominciando a valutare dove poter mettere le poche cose che ho.

Uno strano rumore di serratura, nel mentre, cattura la mia attenzione. Credo che questo non l'ho immaginato, ma non credo neanche che l'agenzia si presenti in una casa senza avvertimento.

Mi avvio verso l'ingresso, ma ora odo anche dei versi di un cane che abbaia. Okay, cosa sta succedendo? Si sono presentati i poliziotti con il cane da guardia per qualche movimento sospetto?

Affretto il passo, e la porta d'ingresso viene sbattuta. Resto impietrita quando, davanti a me, un Husky Siberiano giovane, dal pelo bianco e perfettamente pulito, fa per saltarmi addosso e mordermi.

«Scappa, prima che io chiami la polizia e denunci una rapina.»

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