Se non conosci le
ragioni di un vincolo,
non puoi evitare di
pensarci e temerlo.
Dico quello che penso, e poi me ne pento.
Se c'è una cosa che ho sempre ammirato di mia madre, si tratta della sua spigliatezza. Gli ultimi anni che siamo state insieme - quando avevo cinque e sei anni - sono stati una catastrofe, ma hanno portato alla riscossa questo suo aspetto del carattere. Mi ripeteva spesso: «Dico quello che penso, e poi me ne pento», ma non gli ho mai visto nessuna forma di dispiacere. Perché doveva pentirsi delle sue parole? Era semplicemente onesta per sé stessa, ed esprimeva i suoi pensieri senza peli sulla lingua.
Era questo che onoravo di lei: il suo coraggio. Diamine, ci vuole fegato per dire la propria su qualcosa. Detesto le bugie perché si riconoscono immediatamente e ti mettono in brutte situazioni, ma in questo caso non credo che si tratti di mentire. Ho la costante paura di ferire l'altro dando un parere personale, o ancora ho paura di mettermi in ridicolo, nel caso si tratta di emozioni o sentimenti... anche se questo non l'avevo mai provato prima d'ora.
Insomma, ho sempre stimato mia madre per il suo essere impavida, ma non sono mai riuscita ad essere totalmente inespressiva di fronte alle mie stesse ammissioni. Infatti, con me, la frase "dico cosa penso, e poi me ne pento" era sempre alle porte.
Tutto questo ragionamento è giusto per descrivere una parte di me, ma in questo momento non riesco a fare nient'altro che starmene zitta. La mia mente girovaga in tantissime cose che vorrei chiedere, ammettere o rispondere, ma resto con la bocca cucita durante tutto il viaggio.
La Cross di Koray è piccolina, nera con i lati bassi bianchi, ma è ugualmente spaziosa e profumata.
Stranamente, il profumatore per la macchina non è al gusto cioccolato, ma semplice lavanda. Buono, abbastanza rilassante.
Koray guida, e non riesco a percepire imbarazzo nel suo modo di guardare la strada... è semplicemente concentrato a guidare.
Dal canto mio, invece, mi sto uccidendo le mani ghiacciate, a furia di tirare e graffiare la pelle. Ho tante domande e tanti dubbi nella testa inerenti a ciò che è accaduto stamattina, ma ho paura che, se do aria alla mia bocca, darò anche inizio ad una sfuriata.
Riesco a comprendere quando non è il caso di parlare di qualcosa, e credo che questo momento faccia proprio al caso.
Lo lascio guidare tranquillo, allora, perché la strada è piena di ghiaccio e deve fare attenzione. Gli osservo il profilo, e penso immediatamente a quanto sia carino il suo naso all'insù, con le labbra rosee piene, e la fronte corrugata... e il suo occhio destro, quello celeste ghiaccio?
Oddio, sembra la perfezione fatta persona, ma questo è un pensiero che non caccerò mai dalla mia testa.
«So di essere bello, ma non c'è bisogno di restare incantata.» Mi fa notare, e le mie guance vanno immediatamente a fuoco. Ho evitato di parlare e mi sono fatta sgamare con i fatti... idiota. Anzi, ingenua spassosa, mi correggo mentalmente.
«Scusa...» Torno a guardare la strada davanti a me.
«Lo sento sbuffare, infastidito. «Non ricominciamo con le scuse.»
Resto in silenzio perché so che, se parlassi di nuovo, mi scuserei ancora.
Il resto del percorso procede silenziosamente, mentre io evito Mister Rabbia guardando l'esterno dei finestrini.
«Qual è il tuo programma di oggi, come primo giorno all'università?» Domanda lui, sorprendendomi. Non credevo che volesse fare conversazione.
«Ho una prima lezione di tirocinio affiancata ad un professore di lingua inglese, e poi farò la prima lezione di Erasmus studio di norvegese.» Cavolo, non vedo l'ora di imparare gli inizi basilari della lingua del posto.

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Luna nei tuoi occhi
RomanceFin da piccola, Aylin è stata accompagnata da una strana abitudine: guardare la luna. Qualsiasi cosa succedesse durante la giornata, la luna sarebbe stata la risposta, la causa, o la spalla. Lei sa tutto, ed Aylin non ha bisogno di motivi per fidars...