15. PRANZO

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Sono in iper mega ritardo, ma tra impegni e casini mentali non sono riuscita a pubblicare prima. Intanto, ecco qui il nuovo capitolo. Buona lettura ❤️

E se a pranzo

non riesci a dialogare,

è solo il dolce

che ti può salvare.

«Vuoi assaggiare i pistacchi, Keen? Dannazione, Linda Keenan, devi ascoltarmi quando parlo.» Urlò, mentre io stavo già mangiando un pezzetto di cioccolato dell'uovo di pasqua. A sei anni, ero una bambina molto golosa.

«La ringrazio, professore. A domani.» Saluto il docente di norvegese con un sorriso sul volto, sperando di riuscire a mascherare l'ansia che ho dentro.

«A lei, signorina Keen.»

Dovevo pensarci due volte, prima di fare richiesta di Erasmus con questo cognome. Qui tutti gli adulti mi chiamano Keen, e mi fa male. Riporta a galla troppe cose, troppi ricordi relativi alla persona che mi ha distrutta.

Il mio nome di nascita è Aylin Keenan, ma la mia madre adottiva amava usare anche le varianti, ed era l'unica ad utilizzare i nomi Linda e Keen.

Ho pensato di dichiararmi con il cognome abbreviato per non ricordare quello acquisito dalla donna che non mi ha mai conosciuto, ma a quanto pare questo fa più male.

«Aylin, aspetta.» Mi volto verso la voce che mi chiama, e ci metto un po' a capire chi è. È tutta la mattina che si avvicina e mi parla, e ammetto che mi lusinga che ricerchi la mia presenza.

Non capisco, però, perché - ogni volta che realizzo che si tratta di Cody - avverto un fastidioso senso di dolore nel petto.

È come se provassi astio nei confronti di una nuova conoscenza, e questa cosa non è da me. Sono sempre stata propensa a crearmi tanti nuovi amici, a causa della mia paura di restare di nuovo da sola.

Ora, però, mi fa strano... quando vedo Cody avvicinarsi o parlarmi, io immagino Koray fare lo stesso.

«Sono quasi in ritardo, Cody.» Dove posso trovare Günes? Non voglio cercare Koray. Sta inondando i miei pensieri senza permettermi di controllarli. È costantemente lì, fisso nella mia mente, a sbucare di soppiatto, rendendomi improvvisamente triste. È la prima volta nella mia vita che una persona occupa i miei pensieri con così tanta insistenza, e credo che tutto ciò sia dovuto alle sue minacce, e alla sua indifferenza. Devo fingere di non conoscerlo, di non viverci insieme...

Perché non vuole che gli altri sappiano di me, o semplicemente che qualcuno qui dentro mi conosca?

«Sì, tranquilla. Ti rubo solo mezzo minuto. Ti va di scambiarci i numeri per tenerci in contatto? Magari possiamo aiutarci con i riassunti degli argomenti.»

Spera in una risposta positiva, e mi sento una cattiva persona a non potergliela dare.

«Mi piacerebbe un sacco, ma ho buttato il mio cellulare una settimana fa.»

Dovevo farlo... quel piccolo catorcio era completamente morto, e non mi dispiace essermene sbarazzata. La natura ha un aspetto completamente appagante, e non ho bisogno di un'altra vita all'interno dei social, per quanto la mia non sia affatto perfetta.

«In che senso lo hai buttato? Sei seria?» Mi domanda lui, scioccato. Sto per spiegargli, ma vengo interrotta da una terza persona che attira la mia attenzione con la sua voce cupa.

Oddio, adesso sono più che certa che sia Koray.

Aspetta, Koray?

«Ti sta cercando Nes.»

Luna nei tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora