Justina ricondusse Marianella nella sua stanza, imprecandole contro minacce di ogni genere, velate e dirette, nel caso tentasse di nuovo la fuga; però si ammutolì quando vide nella stanza Rama che dava un bicchiere d'acqua a Jazmín.
- Jazmín Romero! - disse Justina in un tono che sembrava la gioia della riunione, ma piuttosto era la soddisfazione di avere di nuovo lì una mocciosa con cui aveva degli affari in sospeso.
Diversi anni prima, Jasmine era arrivata alla Fondazione, da bambina, devastata dalla tragedia, ma con il suo orgoglio intatto. Dal giorno in cui arrivò fino al giorno in cui se ne andò, Jasmine era stata una gitana ribelle e battagliera. Se Justina gridava, lei gridava più forte. Se Justina picchiava, lei picchiava più forte, e se non subito, a un certo punto gliele restituiva sempre. Justina aveva ancora il segno dell'ago da maglia che Jasmine le piantò nella gamba dopo che le diede uno schiaffo.
- Cosa ci fa Jazmín Romero qui? -
la domanda era rivolta a Rama, ma lui nemmeno se ne accorse, poiché intento a guardare Marianella, che si era affacciata alle spalle di Justina. Justina insistette, e Rama reagì.
- L'ho incontrata per strada. Era con il gitano che la portò via da qua. La stava picchiando. L'ho aiutata e l'ho portata qua. -
- Ramiro, vai con Lleca, Alelí e Tacho, dovete occuparvi di questo. -
- Alelí è tornata? - domandò Rama.
- Come se è tornata? Non era con voi? -
- Si, però abbiamo avuto un problema al circo e pensavo fosse venuta qua. -
- Vai immediatamente a cercare tua sorella! - disse preoccupata Justina.
Per un momento, Marianella pensò che la sua preoccupazione fosse sincera, ma l'unica cosa che allarmava Justina era che la piccola fosse stata trovata da un poliziotto di una sezione non amica della casa, e che alcune delle questioni che si stavano svolgendo lì potessero trapelare.
- Si, ora vado. - disse Ramiro.
- Tu, con me, ora! - ordinò Justina a Jazmín, che guardò Rama supplicando aiuto.
Rama le prese la mano e le disse, per tranquillizzarla:
- Vai, andrà tutto bene. -
Jazmín uscì con Justina. Passando accanto a Marianella le sorrise, ma l'altra la guardò solo, senza ricambiare il sorriso.
- Tu sei la nuova, no? Io sono Ramiro, ma mi chiamano Rama. -
- Sono Marianella. E questa è la stanza delle ragazze, non puoi stare qua. - rispose cupa.
- È vero - disse lui. - Vado a cercare la mia sorellina -
Però la cercò invano, poiché Alelí non era alla Fondazione, ma era ancora nascosta in un carro del circo, dal quale non poteva uscire, poiché a pochi metri c'era l'uomo che aveva derubato. Da lì vedeva come l'odioso imprenditore discuteva e insultava la ballerina per aver aiutato una ladra a fuggire e, inoltre, per avergli causato delle escoriazioni. E come se non bastasse, l'uomo aveva parte del parrucchino bruciato dallo sputa fiamme. Voleva una spiegazione.
- La storia lunga o la storia breve? - chiese Cielo.
- La breve! - gridò l'imprenditore, che già conosceva quell'odiosa domanda che faceva ogni volta che non voleva rispondere a qualcosa.
- La corta è che me ne vado, mi licenzio. -
- Tu non ti licenzi, sono io a farlo! Hai sentito? Ti licenzio! -
- Come vuoi. - risposte Cielo, e si incamminò verso un carro.
Ma l'imprenditore non era disposto a lasciarla andare così, e la informò che sia quel carro che tutto ciò che era del circo gli apparteneva.
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Casi Angeles - L'Isola di Eudamon
FantasyTraduzione (mia) italiana del libro "Casi Angeles - La Isla de Eudamon" primo capito della serie. Tratta gli avvenimenti della prima stagione, andata in onda in Italia con molto tagli. Spero che questo mio lavoro possa rendere felici gli appassionat...