Capitolo 4 - Gli orfani e i ragazzi per bene (Parte 2)

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Malvina sentiva, e non si sbagliava, che il suo rapporto con Nicolás si stava raffreddando. Non solo lui non parlò più del fidanzamento fallito, ma quando lei cercò di parlarne, lui divenne sfuggente. Nicolás andava quasi ogni giorno a casa sua, ma non per vederla, andava per dare le malette lezioni agli orfani.

Però il suo intuito femminile le diceva che il vero movente fosse Cielo. Era consapevole del modo in cui Nico e Cielo si guardavano, di come si trasformavano quando si incontravano, di come i loro occhi brillavano e i loro sorrisi si congelavano in una smorfia a metà strada tra gentilezza e fascino. Nicolás non aveva mai guardato Malvina in quel modo, e lei lo sapeva.

Cercò di chiedere aiuto a suo fratello, ma questo, infastidito dal matrimonio rimandato e stanco di dover sopportare che Bauer facesse lezione ai ragazzi, le consigliava di rompere la relazione e di cercarsi un altro candidato.

Per Barto il suo matrimonio significava solo la possibilità di accedere a una parte dell'eredità, ma lei era davvero innamorata di Nicolás. Sapeva di essere sola in questa impresa e decise di agire.

Una delle sue armi migliori era la passione, ma non aveva avuto la possibilità di farne uso poiché Nico viveva in un hotel con suo figlio e il suo amico sporco. Malvina non trovava mai un'occasione per stare da soli, in intimità. Decise di iniziare da lì e assillò Nicolás offrendosi di trovargli un posto dove stare. Per Nicolás affittare una casa significava accettare di aver abbandonato il suo stile di vita nomade e iniziare a mettere radici.

All'inizio la questione si allungò fino a quando un giorno Malvina lo mise all'angolo: gli aveva procurato un bellissimo appartamento, tipo loft, proprio all'ingresso del Rockland, di fronte alla villa. Erano pochi metri di distanza e Nicolás non potè desistere nel vederlo. Al piano terra c'era un locale non occupato e, accanto a questo, una porta che affacciava su una scala che portava al primo piano dove attraverso una piccola sala si accedeva all'appartamento.

Appena entrò, Nicolás, venne di nuovo assalito dall'ansia: affittare un appartamento significava impegnarsi, vivere per un po' in un solo posto. Inoltre, troppo vicino alla casa della sua ragazza, che era venuta cercando attenzioni e impegno, proprio quello di cui lui aveva paura.

Preso dall'ansia, cominciò a criticare ogni aspetto dell'appartamento: poca privacy, pavimenti in ceramica invece che di legno, molto vicino a una scuola quindi probabilmente molto rumoroso, con pochissima luce.

- Ha molta luce. - replicò Malvina, già di cattivo umore.

E aprì la finestra che dava su un piccolo balcone. Nicolás uscì sul balcone dietro di lei, e continuò con le critiche:

- Il rumore al momento dell'uscita da scuola deve essere insopportabile, e l'orientamento è il peggiore, e inoltre... - rimase muto.

Di fronte, alla finestra accanto al grande orologio che coronava la villa, c'era Cielo, che passava uno straccio bagnato ai vetri della finestra. Lei lo vide e il suo viso si illuminò all'istante. Entrambi si salutarono, sorridenti.

Senza pudore, Nicolás, guardò Malvina e le disse:

- Anche se, in realtà, l'appartamento è bellissimo. -

Malvina sorrise appena, guardando Cielo. Capì che la sua idea era stata più un problema che una soluzione: ora potevano vedersi tutti i giorni.

Cristóbal era andato alla Fondazione per invitare Lleca e Alelí a fare merenda. Nicolás, euforico, volle andare a dargli la notizia. Malvina lo accompagnò, ricordando che Cristóbal era l'altra arma per conquistare Nicolás.

Sapeva che niente nella vita era più importante per lui di suo figlio.

- Conquistarrrre il figlio è conquistarrrre il padre... - le consigliò una volta Justina.

Il problema era che Malvina aveva pochissima affinità con i bambini in generale e con Cristóbal in particolare. Ma era qualcosa che doveva raggiungere.

Attraversarono la villa, dove incontrarono Cristóbal, che era piuttosto frustrato, poiché i ragazzi non erano lì.

- Dove sono i ragazzi? - chiese Nico stupito.

- Sono dal cendista. - disse Mogli, e nemmeno Nicola lo comprese.

- Sono dal dentista. - tradusse Justina.

- Beh, quando tornano li inviti a fare merenda, campione... - lo rassicurò Nico.

- Ma ora ho una sorpresa per te. -

- Abbiamo! - disse Malvina sfoggiando quello che considerava un tenero sorriso materno. Cristóbal la ignorò e chiese ansiosamente a suo padre:

- Qual è la sorpresa? -

- Vi trasferite in un appartamento divino di fronte alla villa! - anticipò Malvina, esultante, credendo che essendo la portavoce della notizia, si sarebbe guadagnata l'affetto del bambino.

- Davvero? - Cristóbal chiese conferma a suo padre.

- Sì, davvero. - confermò Nicolás.

Malvina sorrise e per un istante fantasticò di un forte, affettuoso abbraccio, come tra madre e figlio, che avrebbe addolcito Nico.

Invece, Cristóbal corse verso le scale dalle quali, in quel momento, scese Cielo.

 - Cielo, ci trasferiremo in un appartamento qui. -

- Davvero? Che bello, bombonino! - esclamò con sincera gioia l'acrobata, e lo abbracciò.

- Potremo vederci ogni giorno, Cielo! -

- Questa è una grande notizia! - disse Cielo guardando Nico e riabbracciò Cristóbal.

Malvina non aveva speranze, non solo Cristóbal non la considerava, inoltre, adorava la domestica. E non solo si adoravano, si abbracciavano e si baciavano, ma Nicolás li guardava imbambolato.

- C'è un grosso problema! - pensò Malvina.

E non si sbagliava. Era arrivato il momento di giocare carte più forti.

Casi Angeles - L'Isola di EudamonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora