Capitolo 9 - Voglia di volare (Ultima parte)

14 3 0
                                    

Il cellulare di Marianella squillò.

Si alzò e andò in bagno per rispondere, la voce morbida e rauca di Thiago fu un balsamo per quella triste notte.

- Ti ho chiamato solo per dirti che ti amo che mi è piaciuto molto cantare con voi oggi. -

- Anch'io ti amo. - disse lei dolcemente, cercando di trattenere le lacrime.

- Cosa ne pensi? Potremmo formare una band noi cinque, un giorno? -

- Mi piacerebbe. - disse lei.

Lui notò la sua laconicità e la trovò strana, perché in generale lei non smetteva mai di parlare.

- Qualcosa non va, amore mio? -

- Stavo già dormendo. - mentì lei.

-Allora ti lascio dormire. Dormi bene, bella. -

- Anche tu. -

Mar staccò e pianse a lungo in bagno. Pianse per il silenzio, per la vergogna e per la menzogna in cui viveva. Oltre ai suoi amici, in quella casa c'erano due persone che amava: Thiago e Cielo.

Si vergognava di aver mentito loro, si vergognava di quello che Cielo pensava di loro ingiustamente, si vergognava di quello che Thiago avrebbe potuto pensare se avesse saputo della sua doppia vita. Tuttavia, in mezzo all'alienazione, un nuovo sentimento vinse sulla paura e sulla vergogna: l'ingiustizia.

Esto que yo siento acá, que no me deja pensar... Que nació de golpe, el deseo de cambiar...

Tornò nella stanza e svegliò Jazmín.

Andò nella stanza dei ragazzi e prese Tacho e Rama, che non dormivano.

Li radunò tutti nel cortile e piangendo disse loro:

- A lo Cielo dobbiamo dire, ragazzi. -

- Cielo impazzirà, racconterà tutto, la cacceranno e ci distruggeranno. - disse Rama.

- Dobbiamo dire a Cielo la verità. - insistette Mar, piangendo con crescente angoscia. - Deve sapere... Non può pensare questo di noi. Deve sapere. -

- Non ci crederà. - disse Tacho. - Come sempre, penseranno che siamo dei delinquenti, ci accusano sempre. -

- Abbiamo la registrazione. - disse Jazmín, e tutti la guardarono.

Un paio di mesi prima, in un giorno in cui erano stati severamente puniti da Bartolomeo, Jazmín aveva registrato le sue minacce con un piccolo registratore da giornalista, e poi avevano nascosto il nastro nella speranza di poterlo usare un giorno come prova quando avrebbero osato denunciare Bartolomeo.

- Forse è arrivato il momento. - disse Jazmín.

Si guardarono tutti in faccia.

Eso que dicen tus ojos, que yo sólo puedo ver.

E pensarono.

A dire il vero, si parlò poco, ognuno disse quello che aveva da dire, non molto; tuttavia quella notte fu presa una grande decisione nel cortile coperto.

Como un ángel en el cielo quiero creer, quiero creer...

Mentre i quattro salivano le scale dell'ala di servizio, dirigendosi verso la stanza di Cielo, le minacce sempre presenti pesavano su di loro. Anche per l'angoscia di deludere Cielo quando le avrebbero detto la verità, dovettero fare un grande sforzo per ricordare a se stessi che erano loro le vittime.

Non era quello che Cielo avrebbe potuto dire a far battere i loro cuori; era quello che loro stessi avrebbero detto, erano quelle parole che per la prima volta nella loro vita avrebbero pronunciato ad alta voce.

Casi Angeles - L'Isola di EudamonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora