Nicolás aveva portato Cristóbal alla clinica per fargli gli ultimi controlli, non era ancora escluso che non avesse ereditato la malattia di Carla.
Finora tutti i test erano andati bene, ma questo era il più importante. Cristóbal era un po' infastidito dal dover andare ogni settimana allo studio medico, ma accettava di andare senza lamentele in cambio di alcune concessioni, in generale, permessi per indagare da solo sulle piste di Eudamón.
La notte in cui la totecona e la villa Inchausti vibrarono, Cristóbal elaborò una teoria che suo padre scartò per assurdità.
L'idea che la totecona avesse indicato la villa Inchausti per Nico non aveva senso, ma non trovò nulla di male nel fatto che Cristóbal andasse a indagare nella villa, con l'aiuto dei suoi amici; era meglio che giocasse lì che fuori casa.
Così al ritorno dalla clinica, Nico lo portò alla Fondazione e Cristóbal uscì in cerca dei bambini, mentre lui andò in cerca di Malvina, che trovò sfogliando campioni di biglietti d'invito per il matrimonio.
Nico le chiese solo di fissare la data una volta terminati i controlli di Cristóbal e Malvina accettò senza esitazione.
Cristóbal aveva un piano d'azione molto elaborato.
Riunì Lleca, Monito e Alelì in cucina. Cielo preparò loro la merenda e andò a prendere i vestiti puliti dalla lavatrice.
Mentre bevevano il latte, Cristóbal interrogò i ragazzi sul tremore avvenuto qualche giorno prima. Cielo li sentiva parlare con un sorriso dalla lavanderia vicino alla cucina.
- Chi ha sentito la vibrazione l'altra notte? -
- Tutti, bello! - disse Lleca.
- Bene... e dov'è stato l'epicentro? -
- Eh? - tutti lo guardarono con sconcerto.
- L'epicentro. - spiegò Cristóbal. - Il luogo dove la vibrazione è stata più sentita. -
- Non lo so, tutta la casa si mosse. -
- Per me, dove si deve essere sentito molto forte è nel seminterrato. - disse Monito mentre rubava una fetta di torta ad Alelì.
- Quale seminterrato? - chiese Cristóbal interessato.
- Sciocchezze! - disse Lleca. - Dice solo sciocchezze, qui non c'è nessun seminterrato. -
- Sì che c'è! - esclamò Monito. - La gazza scende ogni giorno. -
Lleca e Alelí lo guardarono incuriositi, in tutti quegli anni vivendo lì non avevano mai visto uno scantinato.
- Dove scende? Non mentire, Monito! - lo rimproverò Alelí.
- Da questa parte! - disse Monito, arrabbiato e per provarlo, andò fino al focolare a legna e aprì la botola come aveva visto fare più volte a Justina, mentre lui, nascosto sotto il tavolo, rubava cibo.
Rimasero assorti quando videro la botola aprirsi e tutti, tranne Monito, lasciarono i loro cioccolatini a metà e si intrufolarono nella piccola apertura dentro il focolare a legna.
I giorni erano lunghi per Luz, soprattutto quando sua madre era assente tutto il giorno.
Per non perdere la cognizione del tempo, non potendo vedere il sole, Justina le impose un rigoroso programma di compiti e orari.
Dal lunedì al venerdì si svegliava alle otto, Justina le preparava la colazione e le lasciava compiti per tutta la mattina. A mezzogiorno, Justina scendeva con il pranzo, mangiavano insieme e poi Luz dormiva per due ore. Nel pomeriggio, tre giorni alla settimana aveva una routine di ginnastica e altri tre giorni lezioni di canto e danza che le dava Justina stessa.
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Casi Angeles - L'Isola di Eudamon
FantastikTraduzione (mia) italiana del libro "Casi Angeles - La Isla de Eudamon" primo capito della serie. Tratta gli avvenimenti della prima stagione, andata in onda in Italia con molto tagli. Spero che questo mio lavoro possa rendere felici gli appassionat...