Capitolo 9 - Voglia di volare (Parte 2)

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Appena due metri sotto di loro, il proprietario del negozio di antiquariato ascoltava ciò che veniva detto al piano superiore, attraverso il condotto di ventilazione che collegava il locale al loft.

Jásper non disse altro quella notte, ma li lasciò in uno stato di euforia ed eccitazione che durò per diverse ore. Non si erano mai sentiti più vicini all'isola di Eudamón.

Esaminarono il cubo fino all'alba, ma non trovarono nulla di significativo, se non alcune parole incise in antico prunio sulle facce del cubo. Avevano potuto identificare e tradurre una frase che significava: «Il palazzo dei tre re».

Verso le quattro del mattino, il sonno li vinse, misero il cubo in una cassaforte e andarono a dormire.

Nico accompagnò Cristóbal nel mezzanino, dove di solito dormiva, e gli rimboccò le coperte, congratulandosi con lui per aver seguito la sua intuizione.

Venti minuti dopo, quando tutti dormivano, si sentì un improvviso e forte rumore, un fruscio e dei passi.

Mogli balzò in piedi, all'erta, come un animale selvatico, svegliando Nicolás, che accese rapidamente una luce.

All'interno del loft c'erano tre uomini vestiti tutti di nero, incappucciati e armati.

Nico era paralizzato e Mogli ebbe l'istinto di correre a proteggere Cristóbal, ma gli ordinarono di non muoversi, mentre uno dei malviventi portò Cristóbal giù dal soppalco, e un altro portò un telefono cellulare a Nicolás.

- Ti parleranno. -, disse il delinquente.

- Va bene, ma metti giù la pistola. Mettete giù le pistole. -

Il delinquente lo ignorò e digitò qualcosa sul cellulare. Immediatamente si udì una voce molto profonda, evidentemente elaborata con un modificatore vocale.

- Bauer, ti parla Marcos Ibarlucía. -

- Cosa vuoi, feccia? - disse Nico, iniziando a capire cosa stava succedendo.

- Con Cristóbal presente, non credo sia nel tuo interesse provocarmi, a meno che tu non voglia che qualche segreto venga fuori. -

Nico guardò Cristobal, che lo fissava in modo vacuo, spaventato e con il respiro già affannoso.

- Che cosa vuoi? - disse Nico, trattenendosi.

- So che hai trovato un oggetto di cristallo solido, a forma di cubo. Voglio che lo consegni ai miei uomini. -

Nicolás capì di non avere scelta e consegnò il cubo ai delinquenti.

- L'abbiamo preso, signore. - riferirono al telefono cellulare.

- Perfetto. Portatemelo. - rispose il proprietario del negozio di antiquariato, il cui vero nome non era James Jones ma Marcos Ibarlucía.

I malviventi uscirono dal loft e si diressero verso un'auto nera con i vetri oscurati, dove Marcos Ibarlucía li stava già aspettando.

Uno dei due guidò l'auto, mentre Marcos esaminava il pezzo di cristallo che aveva rubato.

In realtà, non lo stava esaminando per le informazioni che conteneva ma, conoscendo Bauer, supponeva che quest'ultimo potesse aver messo un localizzatore sull'oggetto prima di consegnarlo. E non si sbagliava: su uno dei lati trovò un piccolo chip che Nico aveva incollato per poter tracciare l'oggetto. Marcos lo rimosse e lo gettò fuori dalla finestra. Per infastidirlo, prese il telefono e lo chiamò, attivando il modificatore vocale.

- Bauer... sei così elementare. -, disse Ibarlucía.

- E tu sei un vigliacco. - rispose Nico. - Non solo non ti fai vedere, ma mandi anche dei delinquenti armati a derubarmi? Perché non vieni tu?

Casi Angeles - L'Isola di EudamonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora