Capitolo 8 - Lo spirito della verità (Parte 3)

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Il lunedì successivo, dopo aver servito la colazione ai ragazzi, Cielo lasciò la villa per andare alla clinica specializzata in amnesia.

Come promise a Malatesta, non spiegò la vera ragione a Bartolomeo, gli disse semplicemente che doveva fare una commisione personale.

La menzione di «commissione personale» lo preoccupò un po', ma era così occupato a organizzare i tavoli per la festa di matrimonio che non gli diede peso.

Cielo uscì dalla porta principale e guardò verso il loft di Nico, la finestra era chiusa. Vide che c'era qualcuno che lavorava al piano terra e che le vetrate, coperte fino al giorno prima, lasciavano vedere alcuni oggetti d'antiquariato. «Sicuramente hanno affittato il locale», pensò.

Fece alcuni passi per guardare più da vicino la merce. «Che belle cianfrusaglie», disse tra se vedendo i vari oggetti d'antiquariato.

Notò che all'interno del locale c'era Malvina che chiacchierava con un giovane uomo, con i capelli corti, bello e molto elegante.

Quando vide Cielo, Malvina le fece cenno di avvicinarsi e le disse:

- Ah, Sky... ti presento James Jones. È il proprietario di questo negozio, non è divino? -

- Il locale o James Jonses? - chiese Cielo scherzando.

Il proprietario sorrise e la salutò con un bacio quando si presentò.

- Ha aperto oggi? - chiese Cielo.

- Me ne sto occupando. -

- James mi stava giusto dicendo che è single, Sky... che dici, visto che sei tutta sola... Possiamo fare un'uscita a quattro in qualsiasi momento, no? -

Cielo sgattaiolò fuori dalla situazione imbarazzante con eleganza, augurò buona fortuna al signor Jones per la sua attività e continuò il suo viaggio verso la clinica.

All'arrivo vide un uomo di circa trent'anni, dai capelli lisci e un po' lunghi, castano chiaro, che camminava verso di lei, concentrato in alcuni foglietti colorati che leggeva con la testa inclinata.

Cielo si accorse che fosse così assorto che non l'aveva vista e si spostò affinché non la urtasse; lui, vedendo il movimento, alzò il viso e la guardò. E Cielo a lui.

Aveva bellissimi occhi leggermente a mandorla e un sorriso malizioso, come se stesse ridendo di qualcosa che aveva ricordato. Lui la guardò come se la riconoscesse.

- Ciao. - le disse, ancora colpito dalla bellezza di Cielo.

- Salve. - rispose lei, un po' sorpresa dall'approccio.

- Ci conosciamo? - chiese lui.

- No. - disse lei.

- Io sono Alex. - si presentò mentre allungava la mano.

- Cielo. - disse lei e la strinse.

Guardò la porta della clinica, di fronte alla quale si trovavano e chiese:

- Vieni in clinica? O te ne vai? Lavori qui? -

- Vengo. - disse lei sorridendo.

- Ah, anch'io. - disse lui. - Prego... - e le aprì la porta per lasciarla passare. Andarono alla reception dove a Cielo fu indicato un ufficio in fondo al corridoio, sulla destra.

- Beh, è stato un piacere, Alex. - disse lei congedandosi.

- Un piacere, Cielo. - rispose lui guardandola con intensità.

Cielo camminò fino alla fine del corridoio e aspettò alcuni minuti davanti allo studio, fino a quando un giovane medico molto gentile la fece passare. Lo studio del dottor Ambrosio era molto luminoso e accogliente.

Casi Angeles - L'Isola di EudamonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora