Frustrato, Nicolás tornò in cucina, e alla sua frustrazione si aggiunse la colpa per aver mentito in quel modo a Malvina. Poi andò a prendere suo figlio e tornarono all'hotel. C'era Mogli, che dormiva sdraiato sul pavimento e si svegliò; poi guardò Nicolás mettere a letto suo figlio.
Cristóbal mormorò mezzo addormentato:
- Papà, dobbiamo mandare a mamma l'indirizzo della nuova casa per farmi scrivere... -
- Sì, figliolo, domani glielo mandiamo. -
E subito, come istintivamente, guardò Mogli, che negava, in aperto disaccordo con la menzogna che Nicolás sosteneva davanti a suo figlio.
I primi anni di vita di Cristóbal, Nicolás non ebbe molto tempo per pensare. Carla era scomparsa pochi giorni dopo la nascita del figlio e non l'avevano più rivista. Nicolás non esitò un istante a prendersi cura di quel bebè a cui, pur non essendo suo figlio, gli aveva dato il suo cognome. Non appena ci fu l'abbandono, Nicolás cercò invano di trovare il vero padre, Marcos Ibarlucía. Non lo conosceva personalmente, ma aveva notizie sulla sua reputazione: era un trafficante di reliquie archeologiche. Senza bisogno di averlo mai in faccia, gli era chiaro che erano antagonisti: Ibarlucía cercava di saccheggiare proprio ciò che Nicolás voleva preservare.
La nascita di Cristóbal coincise con gli anni migliori di Nicolás: viaggi, conferenze, successi professionali; ma non aveva intenzione di lasciare quel bambino che già amava profondamente. E così Cristóbal cominciò a vagare avanti e indietro con suo padre e suo zio Mogli, l'amico di Nico.
Il primo anno di vita fu complicato, ma non si arresero. Quasi non dormivano, perché come ogni novello padre esagerava con le cure. Il secondo anno si rivelò più semplice. Ma Cristóbal aveva cominciato a caminare e a sviluppare la sua vocazione esploratrice. Cominciò anche a parlare, e un giorno gli disse «papà». Nicolás non ricordava di essere stato così emozionato nella sua vita.
Ma all'età di tre anni, Cristóbal cominciò a fare domande. Stupiva tutti la chiarezza concettuale con cui le formulava. E la domanda così temuta cominciò ad apparire: dov'è mia madre?
"Nicolás aveva avuto il tempo di pensare a come rispondergli, ma lo angosciava tanto che lasciava sempre per il dopo l'elaborazione del discorso che avrebbe tenuto davanti al piccolo.
A quattro anni, quando cominciò ad andare nel Giardino, la domanda ritornò con insistenza. Tutti i suoi compagni, o quasi tutti, avevano una mamma. Dov'era la sua?
Nicolás si consultò con una psicologa, capì che si trattava di un argomento delicato e aveva bisogno di aiuto per poterlo gestire. La specialista gli fece alcune osservazioni che non convinsero Nicolás. Cercò uno psicologo, ma chenque questo non lo convinse, e ne cercò un terzo. Tutti gli dicevano, in sostanza, che il bambino non avrebbe avuto problemi a elaborare i fatti, purché lui stesso potesse elaborare il trauma che gli aveva causato l'abbandono di Carla.
Nicolás era indignato; non aveva alcun trauma, aveva superato perfettamente il fatto che quella orribile e sinistra volpe mummificata li avesse abbandonati per andare di nuovo con l'innominabile malato di Marcos Ibarlucía. Aveva superato perfettamente l'abbandono di quella cagna puzzolente, la sua unica preoccupazione era suo figlio.
L'ultimo psicologo che consultò gli diede una guida più operativa per gestire la questione con Cristóbal:
- Non dargli informazioni che lui stesso non richiede. Rispondi solo a ciò che ti chiede. Questa è la misura di ciò che è pronto a sapere. -
Nicolás lo ringraziò e rifiutò l'invito dello psicologo di iniziare un trattamento e riaffermare se stesso come padre; non aveva bisogno di uno psicologo per superare alcun trauma per l'abbandono di una mummia puzzolente.
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Casi Angeles - L'Isola di Eudamon
Viễn tưởngTraduzione (mia) italiana del libro "Casi Angeles - La Isla de Eudamon" primo capito della serie. Tratta gli avvenimenti della prima stagione, andata in onda in Italia con molto tagli. Spero che questo mio lavoro possa rendere felici gli appassionat...