Justina percorse velocemente i tunnel sotteranei fino alla falsa porta di pietra che nascondeva il seminterrato dove viveva Luz, ed entrò molto preoccupata. Che Luz l'avesse chiamata a quell'ora della notte non era un buon segno.
- Mi sento molto male, mamma... - si scusò con debolezza la piccola quando la vide.
Infatti, aveva la febbre altissimo. Justina non ebbe bisogno di un termometro per sapere che la temperatura della bambina fosse almeno di trentanove gradi.
Studiò i rudimenti dell'infermieristica per essere pronta in queste occasioni, poi le fece aprire la bocca e si rese conto che ci fossero delle enormi placche bianche.
Un'infezione da streptococco, diagnosticò angosciata; sfortunatamente, nel suo armadietto non aveva i medicinali e i rimedi necessari.
Fece coprire bene la bambina e le chiese di non muoversi, lei sarebbe andata a prendere gli antibiotici di cui aveva bisogno.
Ma quando riaprì la finta porta, si imbatté in Bartolomeo, che la guardò con un'espressione cupa. Justina non fece nulla per nascondere ciò che aveva alle spalle, lui aveva già visto tutto: quella cantina assurda ammobiliata come un caffè concert e la bambina, febbricitante, nel suo letto.
- What the hell is this?! - potè solo esclamare, e Justina chinò la testa.
Justina bloccò l'entrata che si nascondeva dietro il finto muro di pietra, e si allontanò verso l'altra estremità del corridoio, aspettando che Bartolomeo la seguisse.
Lui non riusciva a uscire dal suo stupore e la sua mente confusa cercava di anticipare una spiegazione logica a ciò che stava accadendo.
Vedendo che stava vicino alla porta, lo supplicò in silenzio.
- Venga, signore, la prego, le chiedo... -
Lui la guardò con disprezzo, e si avvicinò lentamente, a pochi centimetri da lei, che non riusciva a guardarlo in faccia.
- Mi dispiace, signore. - disse lei con molto dolore.
- Mi dispiace, signore?! - rispose lui, indignato.
- Parli piano, per favore, non si faccia sentire! -
- Cos'è questo posto? Un teatro? Da quanto tempo hai questo buco? Dove hai preso quella ragazza? - e si fermò alla vista delle lacrime che cominciavano a scorrere sulle guance della governante.
Un'idea improvvisa e inconcepibile gli si impose.
- È tua figlia? Hai una figlia rinchiusa lì? Sei più malata di quanto pensassi... -
E la guardò, aspettando una risposta. Qualcosa di molto grave stava nascondendo, in quanto Justina non piangeva mai, eppure era lì di fronte a lui, piangendo disperata.
- Parla, Justina! È tua figlia? Perché la nascondi? Non capisco! -
Justina provò a parlare, ma non ci riuscì, le lacrime uscirono dai suoi occhi, e con angoscia e paura contenute per anni, scoppiò in un singhiozzo.
Di fronte a tale dolore, Bartolomeo cominciò a capire che il suo mutismo non era solo per quello che nascondeva, ma a chi lo nascondeva: lui! Piangeva perché aveva scoperto un segreto che nascondeva a lui.
L'idea, folle, impensabile, prese forma:
- Non dirmi che è... - e tacque.
- Ci lasci andare, don Barto. - pregò Justina, capendo che quella fosse l'unica soluzione.
- È?! - urlò furiosamente. - Rispondimi! È lei? È la sorella di Ángeles? -
E infine, Justina ratificò quell'informazione inconcepibile con il suo pianto, il suo tremore e il suo silenzio forzato.
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Casi Angeles - L'Isola di Eudamon
FantasyTraduzione (mia) italiana del libro "Casi Angeles - La Isla de Eudamon" primo capito della serie. Tratta gli avvenimenti della prima stagione, andata in onda in Italia con molto tagli. Spero che questo mio lavoro possa rendere felici gli appassionat...