Capitolo 2 - Due impegni (Parte 4)

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Tacho, Lleca e Rama si incontrarono al cancello posteriore della villa. Tutti e tre osservarono il movimento causato dalla festa di fidanzamento. Erano già abituati all'ostentazione e al lusso in cui vivevano i Bedoya Agüero, sostenuti in gran parte dai lavori che ogni giorno erano costretti a fare i ragazzi. 

Uno di questi consisteva nel fingersi bambini rumeni, suonare la fisarmonica e il pandero, simulare l'accento rumeno e chiedere l'elemosina.

Rama era ancora preoccupato per Alelí, che non era ancora tornata, ma lo spettacolo dei rumeni aveva un'ora precisa: l'uscita dalla scuola che stava di fronte alla villa. I tre finirono di indossare i loro costumi speciali per lo spettacolo, completi estivi grigi e logori, calcolatamente progettati per commuovere gli animi nei giorni di bassa temperatura. 

Andarono nella piazzetta che era davanti alla scuola e iniziarono lo spettacolo: Rama suonava la fisarmonica, Lleca il tamburello, Tacho passava tra la folla con un berretto ed essendo l'attore della Fondazione, fingeva l'accento rumeno quando chiedeva l'elemosina.

- Aiutate i bambini orfani, per favore. Padre morto, madre senza lavoro, molti bambini, un bebè, aiuta porrr faporrr! - implorò in tono piatto e pietoso.

A pochi metri di distanza si fermò un taxi, dal quale scesero Nicolás, Mogli e Cristóbal. Padre e figlio indossavano un abito veneziano bianco, Mogli, invece, la cosa più simile ad abiti da festa che avesse. Mentre Nicolás pagava il tassista, continuava a discutere con il suo amico e suo figlio, che non erano d'accordo sul passo che stava per fare.

- Micola non estar sicuro - affermò Mogli, con aria di saggezza tribale.

- Sono sicuro, e non dire queste cose davanti a Crisluna! -

- Ha ragione. Non sei sicuro. Perché non torniamo in Indonesia piuttosto che stare qui? - rispose Cristóbal, che aveva sette anni e parlava Hito come se ne avesse compiuti ventisette. 

- Per favore, te lo chiedo! - si anticipò Nicolás. 

Sapeva che il malcontento di suo figlio non si sarebbe fermato lì.

- Non voglio problemi. Incontrerai Malvina, la amerai, e avremo una famiglia. Va bene? -

- Micola è un maschio duro. - ironizzò Mogli.

- Nella vita devi essere un uomo di parola. - sostenne Nicolás davanti a suo figlio. 

- Padre dovrebbe insegnare con l'esempio, non con la parola. - rimproverò Mogli.

- Per questo sto dando un grande esempio a mio figlio, Mogli. Ho dato la mia parola che mi sarei fidanzato oggi con Malvina, ed eccoci qui. - 

Iniziò a camminare verso la villa, ma Cristóbal era molto più interessato allo spettacolo che i ragazzi stavano facendo. Era sempre circondato da adulti, e anche se gli piaceva e si sentiva adulto, ogni volta che vedeva dei ragazzi era affascinato come davanti a un oggetto archeologico. Nicolás lo sapeva, quindi lo incoraggiò ad andare a guardare lo spettacolo. 

Sentì una grande felicità quando Cristóbal gli chiese de soldi per darli a loro, amava vedere la solidarietà in suo figlio. Tuttavia gli disse:

- Cristóbal, figliolo... Mi piacerebbe aiutare questi ragazzi, però li aiutiamo sicuramente di più se non gli diamo soldi. - 

- Perché? - chiese Cristóbal stranito.

- Perché sicuramente dietro questi ragazzi c'è un adulto che li manda a chiedere, quando in realtà dovrebbero essere a scuola in questo momento. Se diamo loro l'elemosina, quell'adulto continuerà a sfruttarli. -

- Però sono poveri, papà. Vedi che non hanno da mangiare? - 

Nicolás annuì. Suo figlio gli poneva un grosso dilemma. Alle loro spalle, Alelí, che stava tornando alla villa, vide i ragazzi fare i rumeni, e più lontano Justina, che mentre innaffiava i fiori delle aiuole, gestiva l'operazione. Quando vide Alelí, con un semplice movimento degli occhi, le ordinò di unirsi all'attività. I rumeni non solo chiedevano l'elemosina, ma i più piccoli, Lleca e Alelí, approfittavano dell'affollamento di persone per rubare portafogli. E questo è quello che la bambina fece.

Casi Angeles - L'Isola di EudamonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora