5. Piccante

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Pazzo

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Pazzo.

Non c'era altra spiegazione: io stavo diventando pazzo.
C'era proprio qualcosa che non andava in me...

Io sentivo delle voci.

La cosa divertente è che ho sempre riso nell'immaginare qualcuno sentire voci inesistenti nella propria mente...
Schizofrenia? Probabile!

E non riuscivo a comprendere.

Ma non erano frasi complete o discorsi articolati. Versi, parole singole e sconnesse tra loro... E mi stavano mandando fuori di cervello!

Un malfunzionamento di qualche neurone?
Il mio cervello aveva smesso di funzionare?!

C'erano momenti che avevo addirittura pensato di prendere una padella e sbatterla sulla mia testa, magari avrei potuto dare un senso a quelle voci!

"... Tesoro?".

Sbattei le palpebre ripetutamente, tornando con la mente lì, nella cucina di casa di mia madre. Ero rimasto con la mano sospesa in aria, e le bacchette ormai vuote che tenevano il niente.
Girai lo sguardo, osservando il mio piatto di ramen ancora fumante sotto il mio naso, intoccato, poi gli occhi di mia madre preoccupati che mi guardavano.

"Stai... Stai bene?".

Mammoletta.

"S-sì, sto bene... - Balbettai, lasciando fare alle mie mani cose sconclusionate, senza prestarci molta attenzione - Stavo pensando a domani, che tornerò a casa mia! Finalmente la fisioterapia va bene, vero mamma? Il dottor Todoroki ha detto che ho avuto una ripresa straordinaria, ma che comunque vorrebbe potermi vedere anche domani per valutare degli accertamenti sul mio stato muscolare. E sai una cosa? Credo proprio che dopo tutto ciò, mi iscriverò in palestra! Da non credere, vero?".

Le parole uscivano dalla mia bocca come un fiume in piena, mentre riafferrai le bacchette pronto a mangiare la mia porzione.

"Tesoro, non ne avrai messo un po' troppo...?".

"Zitta, vecch-ahhhh! - Mi colpii la bocca ripetute volte, stringendo gli occhi nel sentire la forte emicrania che mi colpì subito dopo, ormai fin troppo frequente - Ma no, mamma, che vuoi che sia aggiungere delle spezie?".

Provai a ridere, nel disagio, facendo apparire un'espressione decisamente poco convincente, sotto gli occhi strabuzzati di mia madre che non riusciva a proferire parola.
Un trauma... Il mio cranio doveva aver subito per forza un trauma. Era inconcepibile una cosa del genere.

Mi fiondai nel piatto per poter tenere la bocca occupata nel mangiare, insomma, se era piena di cibo di sicuro parole insensate non sarebbero potute uscire, giusto?
Ma tutta la mia vita era fatta per andare a rotoli, perché cacciai un grido assurdo, mentre spalancai la bocca con la lingua di fuori.

"Caffo! Caffo, caffo, caffo!".

"Izuku! Ti avevo avvertito! Perché ci hai messo così tanto peperoncino?!".

"Agua!". I miei occhi iniziarono a lacrimare, mentre la mia bocca stava ospitando letteralmente le fiamme dell'inferno. Non sentivo più assolutamente niente, nemmeno la mia lingua che penzolava fuori dalle mie labbra aperte.

Ma che diavolo di problemi avevo?!
Non avevo mai retto il piccante! Perché avevo buttato direttamente il peperoncino all'interno del ramen?!

"No, fermo! Latte, ti serve il latte!". Mia madre corse a prendere il cartone in frigo, mentre io cercavo di tamponarmi la lingua ormai insensibile con il tovagliolo, sentendo le lacrime solcarmi le guance.

Spero che tutto ciò sia uno scherzo...

Questa fu la prima frase "sensata" che sentii rimbombare nella mia testa... Una voce maschile, che non era decisamente la mia... Una voce di un ragazzo, ruvida, infastidita... Una voce che mi fece pietrificare sul posto.

Nella mia testa...

Ed ecco che l'emicrania ricominciò a farsi sentire, obbligandomi quasi a singhiozzare da tutto il dolore che stavo provando. La mia bocca stava per sputare fuoco, e la mia testa gridava pietà...

Forse ero finito io all'inferno, e stavo subendo la punizione di aver avuto brutti pensieri contro il mio capo... Non avevo mai immaginato di poterlo trascinare quasi alla morte... Di sicuro non era quello che avrei voluto!

Ma se invece la mia mente, in quel momento, mi avesse giocando brutti scherzi, e quindi un pensiero così tanto brutto e fuori controllo si era impossessato della mia capacità di giudizio?!

"Izuku, tesoro, bevi...".

Con una lentezza disarmante, nella mia sofferenza, afferrai il bicchiere freddo, lasciando poi che quella bevanda così fresca e buona mi risollevasse da quella brutta sensazione che avevo nella bocca.
Ma nella mia testa... Qualcosa non funzionava.

"Dai, tesoro, è solo un po' di piccante...". La sua mano, delicata, andò ad accarezzare la mia guancia destra...
Mi ero accorto che anche lei non riusciva ad accettare quella parte sinistra che avevo. Quell'occhio, così... Cattivo.

Non aveva fatto altro che chiedere al dottore quando sarebbe tornato normale. Qualcosa di strano c'era in quell'iride.

Respirai profondamente, passandomi le dita tra i riccioli disordinati, per poi raddrizzare la schiena e guardare mia madre. Le volevo così bene... Sempre pronta per me, qualsiasi cosa fosse mai successa...

"Sei sicuro di voler tornare a casa tua...? Lo sai che puoi restare ancora un po' qui... Non mi dai fastidio".

"Lo so, mamma... - Mormorai, stropicciandomi poi la faccia, respirando profondamente - Ma ne ho bisogno. Ho bisogno di andare a casa mia e... E capire tante cose".

Lei esitò, non totalmente convinta delle mie parole... Ma non lo ero nemmeno io.
Non sapevo nemmeno io cosa dovessi capire. Ma avevo una fottuta voce nella testa, che rischiava di mandarmi in manicomio.

"D'accordo, tesoro... Ma per qualsiasi cosa, anche la più misera, tu dovrai chiamarmi immediatamente. Non... Non voglio che ti succeda niente, okay? Tu devi stare bene".

"Certo...". Annuii sommessamente, guardandola poi mentre andava a prendere un nuovo piatto e versando dentro di esso una nuova porzione di ramen, togliendo però dal tavolo il peperoncino.

Peperoncino... Ancora era incomprensibile per me. Come avevo fatto a versare quella quantità di piccante...? E perché non me ne ero accorto?

? E perché non me ne ero accorto?

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