23. Cuore

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Una sensazione così strana... Analoga ad una passata svariati anni fa...

Una sensazione che si aggrappa, brutale, allo stomaco, ma al tempo stesso dona pace in un dolore tormentato.

E più si guarda la persona sdraiata su quel letto, più il pensiero quasi esilarante di dire "Tanto sta solo dormendo, aprirà gli occhi" si ripete.

"È solo uno scherzo!".

Una sensazione così strana...

Perché si sa come va a finire... Si sa che tale persona non si risolleverà mai da quel letto, rimanendo incastonata in un materasso scadente, con addosso bei vestiti per rendersi presentabile un'ultima volta.

In quel momento, quelle sensazioni tornarono un po' a galla, a sbuffi continui, ma sapevo che qualcosa quel giorno sarebbe cambiato.
Quel giorno io non avrei detto 'addio'...

Ogni passo verso quella figura supina faceva male, ogni mio muscolo continuava a bruciare, affaticato, disperato da tutto...

Ma quando i miei occhi arrivarono a poter vedere totalmente quella figura... Rimasi in trance, a guardarlo...

Ad ammirarlo.

Il volto, scavato fino all'osso, era però definito, costruito con angoli perfetti, rigidi e precisi, ma in un volto così, addormentato e rilassato... Vidi un bambino addormentato.

Le ciocche bionde, tenute pulite da continue cure e lavaggi, incorniciavano quel volto immerso nel sonno, creando un aura dorata intorno a lui... Quasi celestiale.

Le clavicole sembravano avvolte da uno strato talmente sottile di pelle da rischiare di strapparsi in ogni momento, ad ogni piccolo respiro che quel petto scarno raccoglieva, gonfiandosi appena.

Ogni osso era visibile... E in quel corpo, rividi me stesso...

E... Lui era bello.

Nonostante le ossa, nonostante la pelle rovinata da immobilità, nonostante l'assenza di muscolatura... Era bello.

"Midoriya... Ho bisogno di sapere... - Mi voltai lentamente, esitante, non riuscendo a distogliere lo sguardo da colui che avevo di fronte - Da quanto sai... Di avere una doppia coscienza...?".

Da quanto tempo... Quasi comica come cosa...

"Da quando mi sono risvegliato dal coma... - Mormorai, afferrando quel semplice sgabello e portandolo vicino al letto, non riuscendo però a toccarlo - È strano... Pensavo di essere pazzo... Ma l'ho sentito... Lui aveva il controllo, poteva... Poteva essere me in ogni momento. E da questa mattina io non l'ho più sentito...".

"Hai avuto... Dei sintomi riguardanti questa situazione?".

"Emicranie... Forti. Come se un enorme martello mi colpisse costantemente il cervello, fino a rischiare di farlo esplodere...".

"Mh... Capisco... E questa mattina come ti sei accorto che qualcosa era cambiato?".

"Non ho sentito niente... - Mormorai, con lo sguardo perso nel vuoto - Lui parla... Parlava tanto... E spesso mi prendeva in giro... La mattina dava il meglio di sé, era decisamente scorbutico...".

"Quindi tu sentivi veri e propri dialoghi...?".

"Già... - I miei occhi verdi si sollevarono, osservando quel macchinario che rendeva visibili i battiti del cuore, estremamente lenti - È follia, lo so... Al momento credo ancora di essere pazzo. E non ho dubbi riguardo al fatto che vorresti portarmi in psichiatria". Sorrisi appena, unendo le mani tra le mie gambe, intrecciando le dita.

"No... Da quando ti sei svegliato qualcosa era già diverso. Un'iride che cambia colore... E casualmente diventa della stessa tonalità di colui con il quale hai fatto un incidente... Beh, percepisco un po' di verità in ciò che dici - Mi diede le spalle, tenendo delicatamente la maniglia tra le mani - Ma dimmi un po'... Nella nostra prima uscita... Era lui?".

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