29. Realtà

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Mi coprii le mani con le lunghe maniche della felpa larga che stavo indossando, strofinando il viso come a darmi una svegliata.

I miei riccioli erano diventati dei batuffoli morbidi, dopo averli asciugati con attenzione e premura, sembrava di sfiorare delle nuvole profumate!

Ma il pensiero rimaneva sempre su ciò che era avvenuto in quella vasca... Niente di estremamente... Volgare, o... Peccaminoso... Ma quelle dita mi avevano fatto salire dei brividi così forti da farmi percuotere le ossa!
Mi aveva accarezzato, con un tocco talmente delicato che non lo avrei mai abbinato al carattere di Katsuki, e... Era stato realmente piacevole.

Ed anche imbarazzante!

Perché? Perché quel brontolone che albergava nel mio cervello era in totale silenzio! Come un black out!

E non mi preoccupai come la mattina di quel giorno, perché sapevo che lui era sempre nella mia testa, ma era caduto in un religioso silenzio...

Ciò mi obbligava a pensare, a chiedermi se si fosse reso conto delle sue azioni e che si fosse fatto schifo da solo!

Sospirai, strusciando i piedi coperti da calzettoni pesanti fino alla cucina, dove osservai i vari sportelli senza trovare niente di allettante, ed anche il frigorifero mi sembrava una semplice distesa di... Nulla.

Non un briciolo di fame mi saliva nella pancia, nemmeno un brontolio che mi facesse pensare a mangiare qualcosa.

"Se... Se tu non hai fame, io andrei anche a letto e dormirei fino al matt-".

Ma il campanello mi fece bloccare dalla mia affermazione, facendomi girare sorpreso verso il portone di ingresso...
Non aspettavo ospiti, insomma.. non li aspettavo mai.

Che fosse arrivata mia madre a sorpresa?

O magari... Ochaco venuta per scusarsi di persona del suo comportamento?

Ma quando aprii la porta, rimasi... Sorpreso.
Le mie sopracciglia si stesero, e le mie labbra si schiusero quando due iridi rosse, contornate da un dolce e caloroso affetto, mi osservavano, ed un sorriso ampio ad accogliermi.

I capelli rossi erano lasciati morbidi a scendere quasi sino alle clavicole, e mi fece uno strano effetto vederlo così... Tenero.

Sì, Eijirou Kirishima in quel momento era la personificazione della tenerezza.

"Ciao Midoriya! So che non ti saresti mai aspettato di vedermi... - Ridacchiò imbarazzato, grattandosi il capo con una mano e con l'altra allungando una busta di carta - Però ho portato dei.. Katsudon. Magari hai fame, sono uscito da poco da lavoro e... Avevo piacere di vederti. Sono venuto a sapere delle cose e vorrei parlarti...".

Già, non mi aspettavo di trovarmi davanti proprio quel ragazzo, era decisamente l'ultimo dei miei pensieri... Però un sorriso ammorbidì le mie labbra, ed il mio corpo si scostò dall'ingresso, permettendo al rosso di mettere piede in casa mia.

Sì, misera e abbastanza anonima, ma comunque casa mia.

E quella visita non fu così strana, dopotutto, fu come se un amico di vecchia data avesse deciso di venirmi a trovare.
Era come parlare con una persona conosciuta da sempre, con quel sorriso dolce che riusciva a rasserenare chiunque!

Per non parlare del suo bell'aspetto... Chissà quante ore di palestra faceva pur di mantenere un fisico di quel tipo.
E quando trovava il tempo, con il lavoro sempre appresso?

Ma era bello riuscire a parlare con qualcuno che non fosse una voce nella propria testa... Ed anche se non la percepivo, la cosa non mi diede fastidio.

Aveva fatto tutto lui, si era mostrato e poi, ovviamente come suo solito modo di fare, si era nascosto, coprendosi come a dare un senso di illusione del suo comportamento.

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