38. Epilogo

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Fu bello, fu magico... Fu un periodo unico ed emozionante.

Diventai la sua ombra... Il suo appiglio, quell'ancora che lo teneva saldato in una marea di difficoltà.

Ero la sua mano che lo accompagnava in quel viaggio fatto di difficoltà e dolori, perché ci ero passato anche io... Ed era stata dura.

Svegliarsi la mattina, non riuscire a tirarsi su... Guardarsi allo specchio e non riconoscere quella persona riflessa... Vedere uno sconosciuto, dallo sguardo giudicante e fastidioso...

Non avere la forza di fare ciò che si era abituati a fare... Ricevere per le prime volte degli aiuti ai quali non si pensava...

Le lacrime, i pianti... I gridi di rabbia...

Ma poi c'erano anche quei timidi sorrisi che ai piccoli traguardi sbucavano, ogni passo in avanti era un battito accelerato, una soddisfazione raggiunta... E mi ero unito anche io in quella lotta.

Perché... Perché non doveva essere solamente lui a tirare avanti, a trascinare quel carro fatto di fatica.
Lui non mi aveva lasciato solo, ed io non avrei lasciato solo lui.

Fu così bello... Vedere le nostre famiglie riunite, vedere i litigi tra Mitsuki e Katsuki, vedere l'affetto di quel padre che aveva così paura di vedere il proprio figlio rompersi...

Vedere un'amicizia così pura, tra Kacchan ed Eijirou, vedere come, tra le difficoltà, erano rimasti uniti...

Ed anche io avevo fatto un grosso passo in avanti, un passo che tempo addietro non avrei mai pensato di fare... Appoggiarmi ad una psicologa era stato qualcosa di incredibile e così reale.

Mi aveva aperto la mente, mi ero finalmente reso conto del grosso scalino che mi ero creato di fronte al mio percorso... Era stato devastante, e, al tempo stesso, indescrivibile.

Una donna molto dolce, ma che sapeva afferrare le sfide a due mani.
Kayama Nemuri, con un fascino spiccato ed i modi di fare che sembravano quelli di una ragazzina.
Ma quanto bene mi aveva fatto...

E come io avevo accompagnato Katsuki ad ogni visita, affiancandolo personalmente o attendendo all'esterno, lui mi aspettava, con il suo deambulatore e quello sguardo impertinente.

Ma era bello... Con quel fisico leggero e poco definito... Solo spigoli e linee...

Era bello con quei capelli scompigliati, e gli occhi talmente accesi da poter illuminare la grotta più buia...

Ed era bello, con quel completo che si era messo per l'occasione... In attesa, di fronte al portone di casa mia...

Era bello con le guance leggermente arrossate, e non riuscivo nemmeno a comprendere se fosse stato per l'imbarazzo, o semplicemente per il freddo.

Era bello quando quello sguardo si posò sopra la mia figura, e mi persi ad osservare quel viso.
Perché era un volto da studiare e da ammirare, da guardare per ore per vedere quei movimenti impercettibili nei quali nascondeva le sue emozioni.

Guardai gli angoli delle labbra tremare appena, il labbro inferiore stendersi leggermente... E in quei fuochi vivi nascosti in quelle iridi lessi serenità e gioia.

Era così bello...

Aggrappato ad un bastone da passeggio, che mi fece sorridere, con il viso in fiamme fino ad arrivare di fronte a lui, schiarendomi la gola.

Perché quelle sedute erano servite a farmi tirare fuori le palle... Stravolgendomi così tanto da buttarmi a capofitto ed invitare ad uscire Katsuki...

E beh... La risposta ricevuta l'avrete capita.

"N-Non pensavo arrivassi così... Elegante!". Sospirai, guardando il mio look che.. era decisamente più casual.

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