33. Insieme

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Lasciati amare...

Lasciati amare...

Lasciati amare...

Lasciati amare...

Quelle due singole parole rimbombavano nella mia mente, facendomi vedere come le stelle di fronte a me... Fatte di rubini e scie solari...

E tutto nella mia mente stava prendendo un senso logico... Tutto sembrava così collegato, e così perfettamente... Giusto.

Sì, cazzo, era tutto giusto!

Perché... Perché non era solamente il cuore di Katsuki a dover battere.. a dover sfondare quella barriera.
Il mio stava battendo... E lo stava facendo per davvero.

Per essere completi abbiamo bisogno di tante cose... Di noi stessi, principalmente.

E a volte, anche di una persona che riempia i nostri vuoti...

Ero il primo a dire che non dovrebbe essere una persona a riempire quei vuoti, perché è chiedere troppo...
E lo è.

Ma nel momento in cui è l'altra persona a voler vivere tale vita, fatta di ferite, paure...  Allora, forse, quelle cicatrici possono essere curate da qualcun altro, no?

Non possiamo curarci da soli ogni graffio... Però possiamo curare i legami, e con questi le ferite sembreranno meno brutte...

Ed in quel momento, mi sembrava già di percepire quel senso di leggerezza e... Quel piccolo accenno di felicità.

"A-Anche tu lo farai...?". Mormorai, in un soffio, mentre quel tempo sembrò fermarsi, ogni movimento venne placato...

Cosa?

"Ti... Lascerai.. amare..?".

Oh, Deku... Ma io lo sto già facendo...

Ed insaziabile, come proprio mi aspettavo da lui, ricominciò a toccarmi, a tastare ogni mio millimetro di pelle, un percorso invisibile che portava alla mia conoscenza... Come se con ogni tocco riuscisse ad imprimere ogni mia parte dentro la sua testa...

Premeva, carezzava, e poi stringeva... Una memoria a fuoco di un tocco di passione.

E quando la mia erezione, ormai umida di piacere, venne stretta in quella mano, i miei occhi si ribaltarono sotto le mie palpebre chiuse, facendomi gemere come un dannato.

Quanto tempo era passato...? Da quanto tempo non sentivo il tocco di un'altra persona su di me?

Da quanto tempo non mi sentivo bene...?

E quella presa, così decisa, mi spronava a spingere il bacino in alto, incontrando quella mano già umida che scorreva sulla lunghezza, stringendo la base e risalendo, con quel giro di polso che mi faceva contorcere le viscere.

"D-Dio... K-Kacchan...!". Non mi aveva dato il tempo di metabolizzare le sue parole, mentre il suo controllo aveva preso il sopravvento anche sulla mia altra mano, ma sinceramente... Non me ne importava.

Io lo vedevo, chiaramente, in quell'oscurità dei miei occhi, mentre premeva e tastava quelle zone così stimolanti per me.

Non lasciava niente al caso, come se avesse memorizzato ogni cosa di me e come se sapesse quali punti toccare...

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