18. Risposte

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Il silenzio regnava nella mia testa quando iniziammo ad uscire da quegli uffici, dopo aver attentamente chiuso ogni cosa, la porta soprattutto.
Il pensiero che Uraraka avesse potuto fare qualsiasi cosa, mi aveva fatto risalire una brutta sensazione di nausea.

Era così furiosa con i Bakugou da arrivare a fare una cosa del genere?
Ma poi... Cosa avrebbe voluto fare?

Perché quella frase?
"Sai bene quanto si merita tutto ciò...".

Che cosa aveva in mente...?

Mi stropicciai pigramente gli occhi, la mia mente aveva accumulato troppe informazioni e stava esplodendo, faceva male.
Dovevo riunire ciò che si era frantumato tra Kacchan e il signor Bakugou, il padre dell'azienda, dovevo poter aiutare quel ragazzo a riprendere consapevolezza di sé, ricongiungere i rapporti con le persone, cucire ciò che si era rotto...

Tutto ciò, senza che se ne potesse rendere conto...

Sbuffai, avvicinandomi all'ascensore e premendo il pulsante per richiamarlo, non sentendo alcun tipo di voce.

Mi aveva... Difeso? Era seriamente scattato in mia difesa?
Era una cosa alquanto stupefacente, visti i trascorsi. Non mi sarei sicuramente aspettato niente di tutto ciò.
In fondo, non mi conosceva, no? O meglio, certo... Aveva decisamente spiato il mio profilo, chissà cosa era andato a trovare, ma di me cosa sapeva realmente?

Eppure aveva la consapevolezza che io avessi fatto tutti i lavori consegnati da Ochaco, nonostante la firma fosse la sua.
Perché? Come era possibile?

"... Il tuo cervello è connesso, Midoriya?".

"EH?!". Caddi dai miei pensieri nel mondo reale, mentre le porte dell'ascensore erano aperte di fronte a me, ed il ragazzo dai capelli rossi si affiancò al mio corpo, con un sorrisetto divertito.
Sentii le mie guance andare in fiamme, mentre mi grattai imbarazzato la nuca.

Perché le figuracce erano sempre all'ordine del giorno?

"Oh! Ehm... Sì, sì, scusami.. ero... Assorto... Sì".

"Hai fatto tutto ciò che dovevi fare?". La sua mano si poggiò sulla mia spalla, stringendola appena così da obbligarmi a sollevare lo sguardo. I suoi occhi erano seri, e mi scrutavano intensamente rendendo l'aria terribilmente tesa.

Boccheggiai leggermente, schiarendomi la gola: "S-Sì! C-Chiamerò la s-signora B-Bakugou e... E le dirò t-tutto... E...".

Di cosa hai paura?

Deglutii facendo un passo indietro per districarmi da quella presa, facendo un balzo per poter entrare dentro all'ascensore.
Paura...?
Probabile, sì... Da quando avevo conosciuto quel ragazzo, nell'ospedale, una parte di lui sembrava come... Sapere.

"Certo... Ci vediamo, Midoriya".

Ma non dissi niente, finché il suo volto sparì dietro le porte scorrevoli dell'ascensore.

Non dirmi che Capelli di Merda ti fa paura.

"N-No! Assolutamente! M-ma... Voglio risolvere questa s-situazione! Come possiamo continuare...?! Troverò il modo... Sì... Come faccio sempre...". Mormorai alla fine, stropicciandomi di nuovo gli occhi.

E quando finalmente uscii dall'edificio, potei tirare un sospiro di sollievo, con le palpebre chiuse colpito da quell'aria così frizzante.
Che strano il destino... Simpatico, soprattutto...
Come è possibile fare avvenire una cosa del genere?

Il mio telefono iniziò a squillare, obbligandomi a tirare gli occhi al cielo.

Casa. Io volevo andare a casa.

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